Don Vitaliano Della Sala sospeso a divinis
Liberazione - 01-03-2005
Punito il prete amico dei movimenti

«Continui a mantenere contatti con movimenti che non sono in armonia con il tuo stato sacerdotale... continui a partecipare a ogni manifestazione di dissenso... Ti ho più volte, purtroppo senza esito, invitato all'obbedienza durante la procedura che poi è sfociata nella tua rimozione da parroco... per tutto ciò, e visti inutili i miei tentativi di riportarti nell'alveo della disiplina canonica, e risultati inefficiaci tutti i miei ammonimenti, con il cuore ferito, ai sensi del can 1371,2 debbo comminarti la pena della "sospensione a divinis"».

Per sei mesi Vitaliano Della Sala non potrà fare il prete. Glielo ordina «per grazia di Dio e della sede apostolica» il suo vescovo, l'Abate di Montevergine, don Tarcisio Giovanni Nazzaro. Lo stesso che l'aveva ripetutamente ammonito fino a rimuoverlo dall'incarico di parroco per le sue frequentazioni no global.

Probabilmente la goccia che ha fatto traboccare il vaso dell'Abate è stata la partecipazione di don Vitaliano alle proteste contro le discariche in Campania. Prima a Montesarchio, nella Valle Caudina, invitato dalla moglie di Mastella, e l'altroieri a Campagna, mescolato tra la gente che bloccava l'autostrada dopo il funerale del muratore ucciso dal freddo mentre partecipava a quella lotta.

42 anni, sacerdote da12, don Vitaliano aveva appena preso i voti quando fu "folgorato" dallo zapatismo che volle andare a conoscere di persona in occasione della marcia del 2000 su Città del Messico. Fino ad allora, il posto più vicino al Chiapas erano i centri sociali. Sfilò al Gay pride di Roma del 2000. Fu visto per le strade di Praga, Genova, Napoli e incatenato al Cpt di Ponte Galeria (il lager per i mirganti). A S. Angelo a Scala, sulle montagne irpine, dov'era parroco, ospitò due campeggi no global. Fu rimosso a novembre del 2002, con i suoi parrocchiani che protestarono arrivando perfino a murare la chiesa. La maggior parte di loro, adesso, vive una vita religiosa alternativa. Hanno messo in piedi un'associazione "culturale sportiva e ricreativa" nei locali di una chiesetta dismessa divenuta magazzino comunale. Lì pregano e fanno festa. L'hanno dedicata al grillo-talpa, "U' Ruofolo" nel dialetto locale. Si sentono quasi clandestini e l'hanno scritto al vescovo: «Vogliamo imparare a vedere il mondo da altre angolazioni, da sotto terra per esempio» come il grillo-talpa, come i primi cristiani. Sono stati loro a convincere Vitaliano a diffondere la notizia della sospensione.

Intanto, non più parroco, Della Sala è confinato a Mercogliano - il suo paese natale e unico posto in cui, prima della sospensione poteva celebrare la messa - e per spostarsi deve chiedere dei permessi. Sei triste?, gli domando. «E' come se tua madre ti desse uno schiaffo ingiustamente», risponde.

Ieri sera era a Scampia a discutere di lotta alla camorra ospite di un'associazione di cattolici di base. Solo pochi giorni fa, un'intervista sul Corriere della sera tratteggiava a tutta pagina un Vitaliano quasi tornato a Canossa che sparava a zero contro il referendum sulla procreazione assistita. Parole che gli avrebbero potuto riaprire la carriera ma che lui ha voluto smentire poche ore dopo.

Checchino Antonini
lunedì 28 febbraio




  discussione chiusa  condividi pdf