Punito il prete amico dei movimenti
«Continui a mantenere contatti con movimenti che non sono in armonia con il tuo stato sacerdotale... continui a partecipare a ogni manifestazione di dissenso... Ti ho più volte, purtroppo senza esito, invitato all'obbedienza durante la procedura che poi è sfociata nella tua rimozione da parroco... per tutto ciò, e visti inutili i miei tentativi di riportarti nell'alveo della disiplina canonica, e risultati inefficiaci tutti i miei ammonimenti, con il cuore ferito, ai sensi del can 1371,2 debbo comminarti la pena della "sospensione a divinis"».
Per sei mesi Vitaliano Della Sala non potrà fare il prete. Glielo ordina «per grazia di Dio e della sede apostolica» il suo vescovo, l'Abate di Montevergine, don Tarcisio Giovanni Nazzaro. Lo stesso che l'aveva ripetutamente ammonito fino a rimuoverlo dall'incarico di parroco per le sue frequentazioni no global.
Probabilmente la goccia che ha fatto traboccare il vaso dell'Abate è stata la partecipazione di don Vitaliano alle proteste contro le discariche in Campania. Prima a Montesarchio, nella Valle Caudina, invitato dalla moglie di Mastella, e l'altroieri a Campagna, mescolato tra la gente che bloccava l'autostrada dopo il funerale del muratore ucciso dal freddo mentre partecipava a quella lotta.
42 anni, sacerdote da12, don Vitaliano aveva appena preso i voti quando fu "folgorato" dallo zapatismo che volle andare a conoscere di persona in occasione della marcia del 2000 su Città del Messico. Fino ad allora, il posto più vicino al Chiapas erano i centri sociali. Sfilò al Gay pride di Roma del 2000. Fu visto per le strade di Praga, Genova, Napoli e incatenato al Cpt di Ponte Galeria (il lager per i mirganti). A S. Angelo a Scala, sulle montagne irpine, dov'era parroco, ospitò due campeggi no global. Fu rimosso a novembre del 2002, con i suoi parrocchiani che protestarono arrivando perfino a murare la chiesa. La maggior parte di loro, adesso, vive una vita religiosa alternativa. Hanno messo in piedi un'associazione "culturale sportiva e ricreativa" nei locali di una chiesetta dismessa divenuta magazzino comunale. Lì pregano e fanno festa. L'hanno dedicata al grillo-talpa, "U' Ruofolo" nel dialetto locale. Si sentono quasi clandestini e l'hanno scritto al vescovo: «Vogliamo imparare a vedere il mondo da altre angolazioni, da sotto terra per esempio» come il grillo-talpa, come i primi cristiani. Sono stati loro a convincere Vitaliano a diffondere la notizia della sospensione.
Intanto, non più parroco, Della Sala è confinato a Mercogliano - il suo paese natale e unico posto in cui, prima della sospensione poteva celebrare la messa - e per spostarsi deve chiedere dei permessi. Sei triste?, gli domando. «E' come se tua madre ti desse uno schiaffo ingiustamente», risponde.
Ieri sera era a Scampia a discutere di lotta alla camorra ospite di un'associazione di cattolici di base. Solo pochi giorni fa, un'intervista sul Corriere della sera tratteggiava a tutta pagina un Vitaliano quasi tornato a Canossa che sparava a zero contro il referendum sulla procreazione assistita. Parole che gli avrebbero potuto riaprire la carriera ma che lui ha voluto smentire poche ore dopo.
Checchino Antonini
lunedì 28 febbraio