dal Manifesto - 26-02-2005 |
E' passata quasi una settimana dalla manifestazione di sabato 19 febbraio a Roma, per Giuliana e per la pace. Giuliana è ancora nelle mani dei suoi sequestratori, ma ho l'impressione di una spinta a rimuovere la portata e il messaggio di quella giornata. Una manifestazione grande e rilevante, mi interessa meno la cifra ufficiale delle 500mila persone. Mi interessano di più le presenze: persone, individui, soggetti con una storia nella quale si intrecciano il personale e il politico. Non ci sono stati (possiamo rivedere i filmati) reggimenti di questa o di quella organizzazione. C'era una consistente rappresentanza dell'Italia attiva, investita contemporaneamente da una emozione umana e da una pulsione politica. L'emozione umana per la vita di Giuliana Sgrena e una pulsione politica intrinseca a quella umana, di rifiuto della guerra. Tutto questo ha evidenziato la manifestazione del 19 febbraio, nelle presenze e nei toni ed è stato buono e incoraggiante che i rappresentanti del centro sinistra a quella manifestazione abbiano partecipato, esprimendo sincero consenso. E molti - non va messo in secondo piano - hanno ricordato l'altra grande manifestazione promossa dal manifesto, quella del 25 aprile del 1994, che portò qualche mese dopo - il 22 dicembre dello stesso anno - alla caduta del governo Berlusconi, al cosiddetto «ribaltone» che portò al governo Dini. La portata politica di quella manifestazione la sera del 19 febbraio era evidente a tutti, anche ai veri rappresentanti del centro sinistra. Era un'occasione e una sfida di straordinaria portata. Ma ora, e non solo oggi, quel messaggio rischia di sembrare quasi rimosso. Nessuno dei leader del centro sinistra, che pure aveva apprezzato quella manifestazione, ha cercato di seguirne le indicazioni, di dare concretezza politica a quella domanda di popolo. Passata la festa hanno preferito rientrare nei soliti giochi, inutili, avvilenti e stimolanti dell'astensionismo di sinistra. Come ci facciamo belli con Bush? Come ci aggiustiamo con Pannella? Come si combinano i rapporti con la Margherita? Come si condiziona la leadership di Prodi? Come ciascuna delle varie componenti del centro sinistra e come ciascuno delle singole componenti può guadagnare qualcosa in questa politica ridotta a mercato? C'era una straordinaria domanda di rinnovamento della politica che è stata non dico delusa, ma disattesa, messa da parte. E poiché le cose si tengono anche l'impegno umano, per la salvezza di Giuliana Sgrena - con l'eccezione dell'appello di Ciampi - è stato rimosso. Non voglio dire che il centro sinistra avrebbe dovuto richiedere l'immediato ritiro delle truppe italiane dall'Iraq, ma almeno ribadire che per l'Unione è intangibile il dettato dell'articolo 11 della nostra Costituzione, quella ancora (ma non si sa fino a quando) vigente. Come proprio proposito di «governo». E perciò, da subito, chiedere agli Stati uniti di sospendere l'offensiva contro la città di Ramadi (una replica di Falluja) e i bombardamenti aerei sui villaggi circostanti. Quale che sia la matrice del sequestro di Giuliana è difficile pensare che una iniziativa per il rilascio possa essere agevolata dai bombardamenti aerei. No, non chiedo alle forze del centro sinistra di insistere per il ritiro delle truppe, ma almeno di lanciare un'intenzione di pace. Potrebbe essere - in queste difficili e drammatiche giornate - un segno utile. Se questi esponenti del centro sinistra ci sono, almeno battano un colpo. A quel mezzo milione di loro potenziali elettori, a Giuliana Sgrena e anche a noi de il manifesto, debbono qualcosa. Una parola chiara è indispensabile. VALENTINO PARLATO |
da Repubblica - 26-02-2005 |
Sgrena, annuncio di Scolari "Sciopero della fame per Giuliana" "La settimana prossima partirà un digiuno a staffetta che coinvolgerà anche molti vescovi per chiedere la liberazione di Giuliana". Lo ha dichiarato Pier Scolari in un'intervista a Roma Uno. "Non ci fermeremo con le iniziative", ha detto il compagno di Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto rapita in Iraq. "Oltre lo sciopero della fame, stiamo preparando una grande manifestazione all'Auditorum di Roma per il prossimo fine settimana". Parteciperanno allo sciopero della fame sacerdoti, vescovi cattolici e imam musulmani, che, insieme al compagno di Giuliana Sgrena, Pier Scolari, e al vignettista del Manifesto Vauro, prenderanno parte a un presidio che si terrà davanti a Palazzo Chigi. Il compagno di Giuliana Sgrena non aderirà però allo sciopero della fame ma solo perché lo stress di questi giorni lo ha già duramente provato: "Aderire allo sciopero della fame sarebbe per me assai difficile, visto che sono tre settimane che non mi reggo in piedi". "Parteciperò comunque - ha assicurato Scolari - al presidio, come faccio con tutte le iniziative a cui prendo parte da giorni". |
Comitato per il ritiro delle truppe dall’Iraq - 26-02-2005 |
Ordine del giorno per la liberazione di Giuliana Sgrena Riuniti per riflettere sulla tragedia dell’Iraq, e per ribadire la nostra richiesta e il nostro impegno per il ritiro di tutte le truppe d’occupazione, a partire da quelle italiane, avvertiamo con particolare angoscia il perdurare, ormai da più di venti giorni, del sequestro della giornalista del “manifesto” Giuliana Sgrena, donna di pace, che era in quel paese prima di tutto per testimoniare le sofferenze del popolo iracheno e gli orrori di una guerra e di un’occupazione illegittime e criminali. Vogliamo credere che coloro che le hanno tolto la libertà possano comprendere che Giuliana non merita di pagare per responsabilità che lei non ha e che sono invece del governo italiano. Giuliana deve tornare libera subito sia per un elementare principio di umanità sia perché ciò e nell’interesse di coloro che vogliono la liberazione dell’Iraq dall’occupazione straniera. Con l’augurio di poterla abbracciare libera al più presto, vogliano unire la nostra voce a quella della grande manifestazione di sabato scorso e Roma e di tutti coloro che in queste settimane hanno chiesto: “Liberate Giuliana, liberate la pace, ritirate le truppe”, ed esprimere la nostra affettuosa vicinanza al suo compagno, alla famiglia e al giornale “il manifesto” in questo difficile momento. Gli organizzatori, gli intervenuti, le donne e gli uomini partecipanti all’incontro “Iraq dopo il voto, fra resistenza e imperialismo” - Milano, 23 febbraio 2005. |