breve di cronaca
Anche la commissione Montalcini boccia le Indicazioni nazionali
La Repubblica - 24-02-2005
'Darwin torni tra i banchi di scuola'
Lo chiedono i saggi della Moratti


di VLADIMIRO POLCHI


Un'immagine di Darwin

ROMA - Promosso a pieni voti, Darwin torna tra i banchi di scuola. La sua espulsione, decisa dalla Moratti, ha i giorni contati. La teoria evolutiva ha superato brillantemente l'esame della commissione di studio, presieduta da Rita Levi Montalcini. Spetta ora al ministero dell'Istruzione reinserirla nei testi e nei programmi scolastici.

Il "caso Darwin" scoppia nell'inverno dello scorso anno. Il decreto legislativo del 19 febbraio 2004 cancella dai programmi delle scuole medie ogni riferimento alle teorie evoluzionistiche. La decisione del ministro lascia costernati scienziati e accademici. Un appello lanciato sul sito della Repubblica raccoglie un'ondata di adesioni: quasi 50mila in pochi giorni. Si chiede alla Moratti di ripristinare nelle scuole italiane l'insegnamento del darwinismo.

Il ministro a fine aprile 2004 nomina una commissione di "saggi", composta dalla Montalcini e da Carlo Rubbia, Roberto Colombo e Vittorio Sgaramella. La commissione si riunisce il 16 giugno e riceve mandato di "dare indicazioni su come integrare l'aspetto della teoria evoluzionistica nell'ambito dell'insegnamento delle discipline scientifiche da parte delle scuole italiane".

Dopo lunghe consultazioni e confronti, ne esce un primo documento, che da qualche giorno è arrivato sul tavolo del ministro Moratti. Ne circola solo una bozza. Cosa c'è scritto? Innanzitutto che "lo studio dell'evoluzione è essenziale per una visione integrale della vita". Per questo la commissione chiede al ministero di riconoscere al più presto l'importanza dell'insegnamento di Darwin sia nella scuola primaria, che in entrambi i cicli di quella secondaria. Si invoca un'inversione di rotta, suggerendo per il futuro di "far precedere una pubblica richiesta di commenti all'atto legislativo, anziché gestirne successivamente e faticosamente le contestazioni".

Darwin e la teoria evoluzionistica vengono difesi dagli attacchi sferrati da "posizioni integraliste e pseudo-religiose". Ogni censura di dati e ipotesi sul fenomeno biologico dell'evoluzione rappresenterebbe un impoverimento dell'opportunità educativa, che l'insegnamento delle scienze offre al docente e "aprirebbe la strada a una loro deformazione ideologica". Insomma, trascurare il darwinismo "significherebbe danneggiare gravemente la formazione intellettuale dei giovani, che debbono aprirsi con senso critico all'osservazione della realtà".

Non solo. Secondo la commissione, un inadeguato insegnamento della genetica in generale e dell'evoluzionismo in particolare può favorire la diffusione di aberrazioni quali l'eugenetica e il razzismo. Per tutte queste ragioni nel documento si chiede al ministero dell'Istruzione di porre rimedio con rapidità al problema ("almeno prima che vi sia una nuova mobilitazione altrimenti difficile da evitare"). La scuola dell'obbligo deve infatti mettere gli alunni in grado di comprendere il concetto di evoluzione e la sua importanza nella storia dell'umanità.

Da Darwin, la commissione passa a esaminare la questione dell'insegnamento scientifico: il documento sottolinea l'importanza delle scienze nella cultura moderna, il loro "ruolo essenziale nei processi produttivi" e ricorda i deludenti risultati di uno studio PISA-OCSE, dove emerge la scarsa competenza degli studenti italiani in matematica e scienza. Un campanello d'allarme, che conferma la necessità di un "qualificato rinnovamento dei programmi della nostra scuola dell'obbligo". Rinnovamento che dia nuovo ossigeno allo studio delle scienze, "accanto alle altre forme della cultura".

(23 febbraio 2005) Segnalato da Flora

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