L’arte perversa
Ilaria Ricciotti - 11-02-2005

Durante gli anni della giovinezza e poi della maturità ho incontrato e conosciuto parecchie persone: alcune belle, altre molto brutte. Belle e brutte dentro. Con o senz’anima. Con o senza principi, ideali, valori e passioni.

Naturalmente il feeling è stato possibile stabilirlo soltanto con le prime, quelle che, come me, si presentavano dinanzi ai vari accalappia-anime completamente nude ed indifese.

Tuttavia questo modo di essere ed apparire, con il tempo ho constatato che, nel quotidiano, non è un atteggiamento vincente. Infatti non vincono mai nulla coloro che non hanno acquisito l’arte del diplomatico o, peggio ancora di chi sa tanto bene mentire e cambiare il vero colore alle cose.

Bisogna nascerci - afferma spesso mia madre - per essere così!

Forse questi individui hanno il loro DNA impregnato di quest’arte perversa tanto che per loro è naturale negare, denigrare, caldeggiare il potente di turno, cambiare pelle, usare e gettar via la gente e soprattutto trincerarsi dietro paraventi , tessuti di falso moralismo ed eticità.

Per loro è facile, scontato, per me no.

Ma, nonostante le loro vittorie personali, non li invidio e non vorrei neanche per un attimo occupare il loro corpo viscido, impermeabile e completamente vuoto.

L’altra gente, quella che ho avuto l’onore di incontrare, pur non avendo ricevuto medaglie o riconoscimenti, loro sì che hanno un’anima.

Sono persone disposte ad esserti vicine senza pretendere in cambio nulla. Sono fiere della loro lealtà, della loro adorazione per il rispetto e per la smisurata voglia di esternare ciò che sentono, provano ed hanno dentro, senza mezzi termini o misure.

In una società dell’apparire, non c’è posto per loro e se lo trovano essi hanno la vita dura, ma quando fanno un resoconto di sé, pur avendo ricevuto tante bastonate in un giorno solo, essi sognano, ed il giorno dopo iniziano una nuova lotta per affermare diritti e libertà, ed impedire che soprusi, angherie e facili scalate sociali prendano sempre più il sopravvento in una società dove si insegna anche ai bambini quest’arte perversa.


Ode a te magnum imperator

Tu, caro imperatore,
sei grande come il sole.

Ovunque si parla di te,
sei imperator e nostro re.

Da quel giorno in cui tu sei lì.
Scomparsa è la notte e regna il dì.

Per noi sei insostituibile,
ogni tua idea è infallibile.

Sai benissimo ciò che vuoi,
non sei indeciso come noi.

Per questo ti adoriamo,
ed a te ci inchiniamo.

Ti saremo grati sempre,
per ciò che fai alla gente.

Con te il popolo è sicuro,
ha il cammino meno duro.

Tu ci infondi positività,
con te la vita è ilarità.

Ci vuoi far vivere nel Bengodi,
tu ti accontenti di semplici odi.

Per questo noi ti acclamiamo,
e per te ci taglieremo una mano.

Quella ancora indecisa e restia,
che vorrebbe vederti andar via.

Ma, sappi nostro magnum imperatore,
ti difenderemo sempre, a tutte le ore.

Tu ormai fai parte della nostra vita,
tu sai trasmettere sicurezza infinita.

Conta pure sui tuoi ammiratori,
disposti a donarti tutti i loro ori,

certezze, sogni, progetti e speranze,
pur di vederti canticchiare nelle stanze.



Il politicante

Nel momento in cui l’uomo ha scoperto il guadagno,
il più ingordo ha indirizzato gli altri nello stagno.

Costringendoli a lavorare per lui o per loro,
in cambio di un’ inflazionata monetina d’oro.

E così si è andati avanti per tanto tempo,
perpetrando ad ogni atto uno scempio.

I poveri villani, incolti e rassegnati,
a tali prepotenze si sono adeguati.

Poi, la storia in qualche caso , ha cambiato la sua direzione,
il servo, quello rozzo ed incapace, è diventato lui il padrone.

Si è inebriato per poco tempo anch’egli del potere,
ma, chi l’aveva già sperimentato, l’ha fatto cadere.

Ed allora da quel momento in poi la lotta è continuata,
tra coloro che volevano raggiungere la meta tanto amata.

Ora l’uno, ora l’altro si sono succeduti occupando le poltrone,
con l’intento apparentemente giusto: far star bene la popolazione.

I servi divenuti cittadini, dopo tempi molto oscuri e tormentati,
una volta capito, in molti si sono ora a questo, ora a quello allineati.

Alcuni di loro avevano addirittura in tasca quattro o più tessere di partito,
in modo tale che avrebbero ricevuto dal governante un favore o un invito.

E così è nata la corruzione, e una certa politica è divenuta cosa da barattare,
-se tu mi farai ottenere quello, io sarò il tuo galoppino, e per te mi darò da fare!

In tal modo il vero politico è diventato uno squallido omino, un politicante,
pronto a elargire promesse di ogni tipo, pur di possedere armadi a più ante.

Ora che ha occupato quelle stanze è molto soddisfatto e pieno di sé,
ordina, cancella, castiga, si diverte con i suoi giullari come se fosse un re.

Questo è il vero politico,
in grado di ultragovernare
e far crescere una nazione?

Se sì, la storia, magistra vitae,
ci insegna:
i popoli non debbono adeguarsi,
ma tentare di domare lo stallone.

In che modo?- vi chiederete.
Con uno strumento imparziale,
la ancora viva scheda elettorale.


interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Pierangelo    - 12-02-2005
Ora e sempre sian lodati
quelli che li hanno votati.

Se ripeteran l'errore,
e ci penso con terrore,
pur essendo un tipo pigro
vi assicuro che io emìgro.

 ilaria ricciotti    - 12-02-2005
Caro Pierangelo,
spero che il tuo proposito non si avveri,
e che vengano cancellati i giorni neri,
ed il bisogno di emigrare,
sia per molti da dimenticare.
Sogno e mi auguro che in questa primavera,
la vita sia meno artificiosa e molto più sincera.