Obbligo scolastico nelle aree a rischio
Enrica Salvioli - 14-03-2002
Il documento che segue è stato stilato dai componenti dell'Osservatorio di Area contro la dispersione scolastica e per la promozione del successo formativo- Centro Storico di Palermo, e raccoglie riflessioni/proproste per attenzionare le scuole di frontiera perchè collocate in aree a rischio, che dalla proposta di riforma sono completamente dimenticate. Infatti il problema dell'obbligo scolastico si trasforma in qualcosa di non ben definito .... almeno ai nostri occhi.

L’ Albergheria, la Vucciria, Ballarò, la Kalsa, il Capo, costituiscono la Circoscrizione “Centro Storico” della città di Palermo. Tutte le scuole elementari e medie in essa ricadenti sono state individuate come “collocate in aree a rischio”, ai sensi dell’art.4 del CCNI del 1999. Alti, in questa zona della città sono i tassi di disoccupazione, di criminalità minorile ed adulta. Allarmante è il degrado socio-ambientale e culturale dove l’abuso sessuale sui minori rappresenta la punta dell’iceberg di un profondo disagio familiare derivante da una molteplice varietà di problematiche.
Le Scuole pubbliche, di ogni ordine e grado, rappresentano in questo territorio, l’avanguardia dello Stato: spetta a noi, infatti, il compito di promuovere azioni di legalità costruendo gradualmente un rapporto di fiducia con “gli ultimi” cittadini.
In questi anni, sviluppando costanti rapporti con le famiglie, intessendo reti di collaborazione con tutti i Servizi al fine di creare una pluralità di sostegni socio-psico-educativo i minori in difficoltà, abbiamo aperto le nostre porte consentendo a tutti di esercitare il proprio diritto all’istruzione e alla formazione. In questi anni, di fatto, la Scuola si è configurata come unico spazio protetto per accogliere i bisogni di crescita dei nostri minori. A tale scopo si sono promosse attività laboratoriali anche in orario extracurriculare. L’offerta formativa è stata ampliata e migliorata allo scopo di far fronte alle molteplici difficoltà di apprendimento degli alunni e al loro disagio socio-culturale, che spesso diviene esplosivo all’interno dei gruppi-classe, coinvolgendo anche i genitori in percorsi psico-educativi di crescita.

La riforma proposta dalla commissione Bertagna e la proposta di DDL presentata al Consiglio dei Ministri, nonché l’ultima circolare sugli organici (C.M. 16 DEL 19-02-2002), non sembrano porre attenzione a queste zone “di frontiera”, dove le Istituzioni Scolastiche sono costrette a confrontarsi quotidianamente con le molteplici sfaccettature del malessere socio-familiare e personale degli allievi.
Per tali motivi tutti i componenti dell’“Osservatorio di Area contro il fenomeno della dispersione scolastica e per la promozione del successo formativo - Centro Storico”, rappresentati da docenti di tutti gli ordini e gradi, dagli operatori psicopedagogici di scuola e di rete del Provveditorato agli Studi di Palermo, nonché dai rappresentanti delle altre agenzie territoriali, ha elaborato il presente documento al fine di offrire il proprio contributo al processo di riforma attualmente in atto, prendendo spunto dalle variegate esperienze sul campo.
Alla luce dell’analisi di contesto e nell’auspicata ipotesi che le SS.LL. prendano in considerazione le nostre osservazioni, si propone:

Rispetto alla scuola dell’infanzia:
A. Che venga mantenuta l’età di accesso alla Scuola dell’infanzia, in quanto una sua anticipazione comporterebbe una profonda ristrutturazione degli spazi fisici, organizzativi e temporali del contesto scuola, sia – considerate le peculiari esigenze di sviluppo socio-psicopedagogico dei bambini e delle bambine- una specifica formazione del personale docente e ausiliario.
B. Considerando che, in territori fortemente disagiati come quello in cui noi operiamo, i genitori spesso non iscrivono i figli alla scuola dell’infanzia, sarebbe auspicabile che la normativa prevedesse l’obbligatorietà della frequenza almeno per i cinquenni. Tale richiesta nasce dalla consapevolezza che i bambini e le bambini debbano compiere esperienze formative assolutamente propedeutiche agli apprendimenti di letto scrittura e di calcolo.

Rispetto alla scuola elementare:
C. Valutata la condizione di confusività dei ruoli all’interno delle famiglie di origine dei nostri minori utenti, che spesso inficia la possibilità di delineare chiari confini e funzioni degli adulti di riferimento, all’interno dei nuclei si ritiene auspicabile che alla scuola elementare venga mantenuta la co-presenza modulare dei docenti che in questi anni si è rivelata funzionale per rispondere ad alcune esigenze fondamentali per i nostri minori. Ci riferiamo, cioè, a:
a. La possibilità di sperimentare condizioni plurime di confronto all’interno di un contesto educativo scandito da un clima positivo tra adulti cooperativi, da norme e regole di convivenza sociale, da ruoli e compiti mirati al raggiungimento di specifici obiettivi;
b. La possibilità di conoscere e fare esperienza delle diversità di stili di insegnamento, sia per l’arricchimento cognitivo che deriva dalle differenze stesse, sia per evitare, in un’ottica di continuità educativa, nette cesure tra le modalità organizzative della didattica tra i diversi ordini del percorso scolastico obbligatorio.
D. Rispetto all’anticipo della frequenza alla scuola elementare, pensiamo che se da una parte la composizione eterogenea di un gruppo-classe possa essere per certi versi una risorsa, dall’altra essa potrebbe ingenerare non poche difficoltà di gestione dei gruppi considerate le analisi già esposte, soprattutto in riferimento alla disomogeneità delle competenze di base degli allievi e delle abilità mentali primarie raggiunte nelle diverse età cronologiche. Occorre sottolineare infatti che proprio in questa fascia di età anche sei mesi potrebbero essere significativi per lo sviluppo maturazionale dei bambini e delle bambini.

Rispetto alla scuola superiore di secondo grado:
E. L’ Esame di Stato nella sua essenza rappresenta una tappa fondamentale dell’iter formativo dei giovani in quanto un “controllo” in uscita dei saperi conseguiti dagli studenti. Le diverse modalità organizzative fin’ora in tal senso adottate contribuivano a dare una forte spinta motivazionale ai i docenti e soprattutto agli studenti verso un impegno produttivo sia a livello di acquisizione di conoscenze sia di consolidamento del Sé.

Per tutti gli ordini di scuola:
F. Considerando che le più accreditate teorie psicopedagogiche dello sviluppo della conoscenza focalizzano l’attenzione sul piccolo gruppo come risorsa per l’apprendimento dei singoli componenti e nella consapevolezza che le problematiche “devastanti” dei minori che frequentano le scuole collocate in aree a rischio rendono difficilissima, in tutti gli ordini di scuola, la gestione delle classi sovraffollate, a danno della qualità dell’azione pedagogica, dell’efficacia degli apprendimenti e della positività delle relazioni interpersonali, crediamo sia indispensabile prevedere una norma che stabilisca, in queste zone un numero di alunni per classe non superiore alle 15 unità.
G. E’ importante mantenere la possibilità, in queste aree, che il collegio docenti possa deliberare in autonomia sull’utilizzo della quota locale (15%) del monte ore totale; da una parte ciò consente di dare risposte immediate e adeguate ai bisogni della propria utenza, dall’altra, di aprirsi al territorio elaborando concreti progetti di rete tra le scuole viciniori.
H. La notevole presenza di cittadini non comunitari (che rende le nostre scuole molto colorate) ha, in questi ultimi anni, indotto noi educatori ad investire specifiche risorse in progettazioni educativo-didattiche centrate sullo sviluppo dell’inter e della multiculturalità. Occorre, dunque, che il legislatore attenzioni il problemain modo da consentire a chi opera nelle realtà multi etniche di continuare a lavorare in favore di tutti i minori sia europei che non. Allo stesso modo riteniamo auspicabile, proprio in un’ottica di democrazia culturale, che si continui a rispettare il diritto di educare alla libera scelta religiosa.
I. In questi territori di frontiera la durata del tempo-scuola assume valenze plurime: Occorre più “scuola” per “fronteggiare” il gap che l’utenza ha rispetto ai saperi. La scuola, inoltre, è un luogo protetto in cui l’utente esercita il suo diritto all’infanzia e all’adolescenza. Ridurre o rendere facoltativo una parte del tempo-scuola avrà una pesante ricaduta sociale, infatti quando i nostri alunni non sono a scuola spesso delinquono o sono comunque soggetti a vari tipi di abusi.
J. Considerato inoltre, l’elevato tasso di “disagio e di dispersione scolastica, che in passato, è stato possibile arginare con l’ausilio di risorse professionali (operatori psicopedagogici, operatori tecnologici, docenti di laboratorio, etc…) e finanziarie. E’ auspicabile pertanto che il legislatore attenzioni tale aspetto mantenendo tutte quelle progettualità che hanno dimostrato di essere funzionali alla trasformazione del territori, e valorizzando le esperienze locali fortemente radicate nel tessuto operativo scolastico.
K. Considerato la grande importanza che assume l’aspetto della valutazione per alunni come i nostri i quali hanno un’immagine di sé negativa che spesso li spinge a “fuggire” dai compiti di apprendimento, pensiamo che il sistema di valutazione delineato nei vari documenti che mira al raggiungimento di standard nazionali, centrati sul possesso delle conoscenze, appare lontano dalle reali esigenze dei nostri contesti operativi. Necessiterebbe quindi riflettere ulteriormente sulle modalità valutative da adottare in modo da attenzionare, gli aspetti processuali dell’apprendimento, piuttosto che il prodotto, rendendo così più equo l’intero sistema.
L. Considerate le gravi condizioni di disagio con le quali quotidianamente i docenti delle nostre scuole operano, la soppressione dei rapporti in deroga per i soggetti in situazione di handicap e il contemporaneo incremento del numero dei componenti dei gruppi-classe, appaiono particolarmente preoccupanti, specie in presenza di minori con patologie particolarmente gravi (autismo, disturbi relazionali, etc…). E’ auspicabile dunque creare le condizioni legislative affinché nelle situazioni limite sia possibile intervenire congruentemente alle reali necessità.

I COMPONENTI
DELL’OSSERVATORIO DI AREA
CONTRO LA DISPERSIONE SCOLASTICA
E PER LA PROMOZIONE DEL SUCCESSO FORMATIVO
“CENTRO STORICO”
PALERMO




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