Scalfari e il relativismo
Gianni Mereghetti - 03-01-2005
Eugenio Scalfari in un articolo dal titolo “La fede dei laici contro i nichilisti” evidenzia – e giustamente – che è il nichilismo il vero cappio al collo della laicità. Quanto sostiene Scalfari è sacrosanto: infatti se laicità significa concepire la ragione come coscienza della realtà secondo tutti i suoi fattori e usarla in questo senso, è evidente che il nichilismo rappresenti il suo nemico numero uno, non tanto nel suo negare l’esistenza della verità, quanto nel ritenere irragionevole la sua stessa domanda. Il nichilismo è irrazionale per questo, perché nega che sia la domanda del vero a costituire la natura stessa dell’uomo, e lo fa contro l’evidenza, in quanto è per il fatto stesso che l’uomo viva che tale domanda esiste! Però, se Scalfari coglie nel segno quando indica nel nichilismo il nemico della ragione, è in errore quando invece sostiene che laicità significhi relativismo. Sono due i motivi per cui Scalfari si sbaglia a valorizzare il relativismo come la posizione razionalmente più dignitosa.

Il primo è che il relativismo non è nient’altro che una versione del nichilismo. Infatti sostenere che tutte le posizioni, anche se contraddittorie, sono vere, coincide con il ritenerle tutte false, il che equivale a dire che la verità è nulla.

Il secondo è che, anche se non nega la domanda del vero, il relativismo di fatto la riduce, affermando apriori che non vi può essere risposta.

Vale a tale riguardo quanto affermato da un fraticello nel romanzo di Graham Greene “La fine dell’avventura”, ossia che “ è più libero pensiero l’ammettere tutte le possibilità, piuttosto che precludersene qualcuna”.

Laicità è libertà di pensiero, quindi capacità di ammettere che alla domanda del vero ci siano infinite possibilità di risposta, anche che la verità esista, anche che sia lei a venire incontro all’uomo, e non viceversa! E’ per questo che il relativista non è laico, perché ammette tutte le possibilità di risposta, tranne che la verità esista e sia una!

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