Girotondi di pensiero
Emanuela Cerutti - 09-03-2002
Qualche intervento fa , ragionando sulle conseguenze della riforma degli OO.CC. proposta dalla Commissione Cultura della Camera ci si chiedeva "A quale scuola si sta pensando?", o, che è lo stesso, a quali valori sociali, culturali, professionali ci si sta ispirando nel settore della pubblica istruzione?
I due interventi che seguono, "rubati" dalle Liste di discussione Didaweb, ripropongono, con sfumature diverse, gli stessi interrogativi.
Quali visioni e quali modelli informano la futura identità culturale?
Quali luoghi per la partecipazione e la comune progettualità si vanno costruendo?
Domande alle quali vale la pena cercare comuni risposte, in una sorta di viaggio dentro l'arcipelago: un grazie di cuore agli autori per l'occasione che ci regalano!



Da reti...
Antonio Gentile

Nell'analisi di riforma degli organi collegiali , conviene fermarsi più che su le singole norme (che variano nel loro iter) e su i singoli organi (che si differenziano notevolmente nel contesto della loro concreta attuazione) , sulla 'visione' che ispira e collega il tutto.
Che modello si prefigura per il governo di un sistema-scuola che vuole progettare la propria identità culturale ?
Scompare la possibilità (contorta, ma affacciatasi all'orizzonte) di un modello reticolare che faceva leva su figure di raccordo e sintesi propositiva interne alla professionalità docente ( figure di sistema ,
impropriamente chiamate funzioni-obiettivo) e su strutture funzionali di area o di dipartimento capaci di far emergere competenze, organismi e luoghi
di efficace coordinamento, progettazione ed indirizzo culturale.
Appare, anzi chiaramente si staglia, il modello dirigenziale che fa leva sul centro di potere decisionale e supporto tecnico a corredo.
Poichè, al di là delle contorsioni politiche, rigore logico vuole che , imboccata una strada, questa già prefiguri il suo capolinea, ecco che con
"mirabile" lucidità, l' ANP già ne tiri le conseguenze quando nelle consultazioni suggeriva : "...si raccomanda una definizione delle competenze dei diversi organi che preveda una netta separazione dei poteri, evitando, per esempio, che quello
di indirizzo venga conferito sia al consiglio di amministrazione che al collegio dei docenti.
Anche la eventuale definizione di un potere di
indirizzo didattico è rischiosa, dato che il cuore dell'attività delle scuole è costituito dalla didattica e si verrebbe automaticamente a creare
un potenziale conflitto con i poteri di indirizzo generale."
Anche la definizione di un potere di indirizzo didattico è rischiosa fino a quando, ahimè, la didattica resta legata ad un orizzonte culturale. Dopo
aver operato la cesura ed aver ridotto le questioni didattiche a pura tecnica , tutto sarà più facile :
(sempre dal documento ANP)
"Il collegio dei docenti dovrebbe avere competenza unicamente tecnico-professionale, legata ai
diversi aspetti della didattica, con esclusione di qualsiasi potere di indirizzo, organizzazione e gestione."
Quanto poi al necessario raccordo interno del sistema-scuola, si prevedono , come detto nell'"auto intervista Bertagna" figure certificate quali :
il "direttore della progettazione didattica di istituto (altra figura che proponiamo di istituire, per collaborare con il dirigente scolastico)" e il coordinatore-tutor "(proponiamo 15 crediti; chi li supera è collocato in un albo da cui si attinge per la nomina dei coordinatori-tutor di classe)"...
Ora la domanda è :
Chi attinge ?
Chi attingerà nello scenario di un modello dirigenziale (di riflesso aziendale :) ?


...a steccati?
Marisa Bracaloni

La riforma Moratti mira a raggiungere la qualita' dell'istruzione mediante questi mezzi:
-privatizzazione della scuola e competizione
-potere ai dirigenti come organizzatori e responsabili del servizio scolastico
-semplificazione dell'organizzazione scolastica
-orientamento dei giovani al lavoro attraverso le indicazioni delle imprese, quindi formazione professionale e poteri alle regioni
Direi che a questo punto il governo di Berlusconi ha attuato la riforma, tanto e' vero che nel recente convegno della lega il premier , tra le cose
fatte dal governo , ha messo la riforma scolastica.
La riforma degli organi collegiali consente di attuare una parte della riforma, impegnando i genitori e il dirigente direttamente dell'offerta formativa, perche' e' vero che il collegio elabora il pof, ma il consiglio
di scuola deve poi adottarlo, quindi l'ultima parola spetta a questo organo.
Il cambiamento dei decreti sara' semplicissimo perche' tutti da anni sentivamo sofferenza nella sua gestione.
Partirono con successo nel 74, poi piano piano sono andati perdendo di significato percio' era faticoso trovare genitori e insegnanti che ne
facessero parte e se c'erano piu' insegnanti , spesso vi partecipavano per obbligo e la loro presenza non era certo significativa, i loro contributo del tutto assente.
Come assenti sono stati spesso i contributi dei genitori nei consigli di interclasse ,
almeno nella maggior parte delle scuole elementari
D'altra parte un consiglio formato da 18 insegnanti e 10 genitori che senso aveva?
Certo i genitori potevano svolgere una funzione propositiva ma spesso di sentivano inutili e demotivati
Tuttavia il rischio che vedo un in questa nuova organizzazione sta nell'atteggiamento delle famiglie: sapranno comprendere che la qualita'
dipende dalle competenze degli insegnanti ma anche dall'impegno degli alunni e dalla partecipazione e collaborazione delle famiglie???
Saranno gli istituti a promuovere le varie forme di raccordo, in virtu' della loro autonomia. Spettera' ad ogni scuola prendere iniziative con il territorio
Percio' a questo punto piu' che respingere conviene, unirci ,organizzarci, chiedere mezzi , strumenti, e riconoscimenti del nostro lavoro.
Credo che nel rispetto delle figure professionali , la vera rivoluzione dovra' partire dal collegio nella sua interezza, e la parola chiave sara' la continuita'
educativa. Partiamo da quella. Abbattiamo gli steccati che il Ministro Moratti cerca di elevare tra i nostri ordini di scuola per indebolirci.




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 PAOLO MANZELLI    - 12-03-2002
Strategie di cambiamento cognitivo delle risorse umane nella scuola.
Cari amici per dare avvio a GIRORONDI DI PENSIERO CHE NON SI CHIUDANO IN SE
STESSI MA ABBIANO una EVOLUZIONE DINAMICA DI TIPO ELICOIDALE COME IL DNA,
ritengo utile informarvi che ho introdotto nelle AULE DIDATTICHE del Dipartimento
Virtuale sulle Intelligenze Multiple
(Aula II°) la mia riflessione sulla ALIENAZIaNE COGNITIVA nella SCUOLA.

Il punto di vista del LRE/EGOCreaNET , e' fortemente focalizzato nel decifrare i criteri del cambiamento e della rielaborazione dei contenuti cognitivi in modo tale che il risultato di tale integrazione dei saperi
disciplinari possa guidare le strategie di cambiamento delle risorse umane, e definire le condizioni di managerialita delle conoscenze nella
Scuola piu' opportune per favorire lo sviluppo delle societa' della eonomia della conoscenza.

Percio' ricordo che dal punto di osservazione della storia della scienza si ricava facilmente che e' " impossibile " conservare gli assetti cognitivi
ereditati dal passato, in un epoca di cambiamento epocale, proprio in quanto il perdurare della conservazione cognitiva della struttura ordinaria
del sapere, in tali casi, degenera favorendo condizioni "alienanti" nell' individuo e nella societa' .

Da una tale incresciosa situazione la storia delle idee e paradigmi scientifici nuovamente insegna che se ne esce, solo tramite una elaborazione critica della struttura del sapere, orientata opportunamente
verso una ricostruzione integrata delle conoscenze per nuove finalita' di sviluppo.
.
In tal modo il patrimonio di idee e concezioni storicizzate , riesce nuovamente a permettere all' individuo ed alla societa' di orientarsi
profittevolmente in una esplorazione di una realtà in divenire soggetta a continui cambiamenti, in funzione dei quali il complesso apparato delle
conoscenze pregresse puo' essere riutilizzato in un
processo di integrazione e sintesi che ne permetta il continuo riadattamento a nuove soluzioni problematiche.

Di quanto sopra parlerò a Rimini nella Conferenza Dibattito il 26 Marzo pomeriggio ore 15.30 /18.00. : maggiori informazioni sulla riunione di
Rimini potranno essere richieste a Gabriele Boselli

Un fraterno saluto Paolo Manzelli