Reggio Emilia – 26 Novembre 2004 -
CGIL ed Emergency hanno organizzato una serata sul tema “Non violenza e giustizia sociale”. Leopoldo Bruno, presente all’incontro, riporta per Reporter Associati i passaggi più significativi dell’incontro.
Pietro Ingrao:
"Un anelito di pace c’è nella storia dell’uomo. Un anelito deluso. Pongo delle domande..." "Sono nato il 30 marzo del 1915 con in atto la prima guerra mondiale ancora nelle mani degli eserciti... Non investiva tutti... C’erano i fronti. Restava una parte della società non impegnata in prima linea, infatti ci fu una letteratura che raccontava “
lo stare al fronte”... I civili soffrivano “solo” la fame".
"Poi con Hitler sono stati scavalcati i fronti. C’era di nuovo la guerra di movimento in URSS, che investiva anche i civili. La seconda guerra mondiale è stata vissuta dalle popolazioni con una dimensione globale. Ma c’era ancora una differenza fra chi era nell’”
urto armato” e chi no".
"Il Vietnam diventò guerra del popolo. Mi recai in quel Paese e vidi che non c’era la divisione fra militari e civili. C’erano le città sotterranee dei vietnamiti: “una civiltà segreta”...sotto la crosta della terra. C’era una passione e un
appassionamento. ...Penso anche alla canzone di Gianni Morandi".
"Oggi, c’è un altro cambiamento e riguarda con cui la guerra è penetrata nel profondo. La guerra come centro, come asse della politica. Non più uno dei centri. E’ il centro della politica. Ad esempio: dopo decenni che all’ONU si parlava di disarmo, oggi nessuno più ne parla…C’era la guerra come
eccezione, quasi in via di sparizione. E’ inaudito, oggi questo fatto della guerra permanente".
"Grande
rivoluzione il termine di guerra preventiva...è un rovesciamento. Perfino Hitler diceva di attaccare per difendersi dal “caso
Danzica”. Oggi, invece, guerra preventiva uguale guerra necessaria. Preparata prima...che previene. Non abbiamo reagito abbastanza! Siamo in un Paese dove l'articolo 11 della Costituzione dice che l’Italia può fare solo la guerra di difesa. Dobbiamo prendere a calci nel sedere chi propone la guerra preventiva!"
"Chi di dovere deve richiamare il ministro Martino e fargli rileggere l’art.11. Altro che guerra di difesa. Abbiamo fatto un appello per queste cose. Dobbiamo andare a bussare al palazzodel Quirinale, sperando che ci aprano, con un testo della Costituzione in mano, per dire a Ciampi: “leggiamo l’art.11 e spiegami perché è consentita la guerra in difesa"
"Non si discute di fagioli, ma di morti! Oggi, Martino ha detto chiaramente che “
si devono fare guerre preventive”. Noi dobbiamo resistere alla guerra preventiva di Bush....Dobbiamo accettare la guerra o rifiutarla?...Non rimanendo inattivi dobbiamo chiedercelo.... Resistere armati oppure no?"
"All’epoca, avevo avanzato il problema per il Vietnam e un quotidiano fece un titolo cubitale. Siamo a Reggio Emilia, compagne e compagni, bisogna affrontare in questo secolo il problema. Con Hitler mi augurai l’entrata in guerra di inglesi e francesi. Oggi la storia si è aggravata".
"Il sindacato è importante così come i giornali....Le masse e le grandi organizzazioni politiche e sociali si devono porre il problema e trovare una risposta".
"Ultima questione: il rapporto con il potere pubblico. A Roma, a Firenze, ci sono state nelle piazze grandi masse da stordire...Enormi manifestazioni di massa che hanno avuto un grande effetto. Come costruzione di un potere popolare. C’è passione e impegno. Però giovani, compagne e compagni, come incidete sul potere?".
"Noi viviamo in una società regolata dagli usi di tecnologie e poteri. Berlusconi può riferirsi alla maggioranza alla Camera. Noi che manifestiamo dobbiamo porci il problema di come incidiamo sulle leve di comando. Se chi è stato eletto prende le truppe e le manda in Iraq? Incidere sul potere è decisivo".
"Attenti voi dei movimenti, giovani! I movimenti hanno bisogno di incidere sul potere... Con i soldati che partono... C’è un dopo ogni manifestazione. Io ancora non ho trovato risposte su come la protesta di massa possa arrivare a incidere sui poteri".
"Da Ciampi non si può accettare che la Costituzione sia stracciata... Resistenza!. ..Lotta per la liberazione! Per rivendicare diritti e poteri". Per sapere chi siamo... Quanto contiamo...Dobbiamo contare sulla pace...Il problema è solo nelle nostre mani".
"Dovremo affrontare una vera battaglia per la pace, anche in piazza, sì....Incidere sui poteri. Fare dei passi in avanti..Fare dei passi in avanti!
Gino Strada
"Che emozione trovarmi vicino a Pietro Ingrao".
"Farò delle considerazioni, non darò risposte. Guardiamo indietro. Prima guerra mondiale. Prima guerra con massacro di popoli. Poi la Seconda guerra mondiale. E dopo, 162 conflitti. Non ci sono stati né il primo né il secondo dopoguerra! La storia non è mai andata come si pensava. La storia non è prevedibile..."
"Pensiamo al Sudafrica in pace; non c’era da aspettarselo, così come è accaduto. O alla caduta dell’URSS, che svanisce oggi nella mafia. Noi non siamo in grado di far andare le cose secondo i fini e le previsioni che desideriamo. I fini sono sempre raggiunti parzialmente, per brevi tratti. Fini incerti. Fini che poi, nell’evoluzioni, si dimenticano…"
"Oggi, c’è però un mezzo certo: la guerra per tutto il novecento e per le future generazioni...se ci saranno. Questi fini che non si raggiungono non giustificano. Fini di qualsiasi tipo essi siano. Dopo Dresda sono passate due generazioni e c’è ancora da ricostruire delle vite".
"Come se ne esce?. Il ricorso alle armi. Dubbio eliminato perché quell’obiettivo non si raggiunge mai! Ma ci sono solo un milione di morti. Quando si sente dire “
sfera d’influenza”, uno Stato intende centinaia di migliaia di morti. Fascismo, nazismo, aggressioni, razzismo: dal giorno dopo, ciascuno Stato dalla sua
sfera d’influenza ha cominciato a instaurare una dittatura dopo l’altra".
"Diritti umani non rispettati e guerra come risposta. Politico, storico, etico, logico fenomeno contro natura che si fa solo quando si vuole uccidere".
“
Convivenza fra morti”. Scelta della nonviolenza. Battaglia per la giustizia sociale. Senza in nessun caso ricorrere alla violenza di massa. Articolo 1 e 11 derisi...Tutte le guerre rispondono a una logica di rapina e di conquista... Logica uguale a quella che considera i lavoratori nel “
bilancio sociale”."
"La logica di guerra è uguale a quella dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Giustizia sociale solo irrobustimento dei diritti umani; altrimenti vincerà la logica della violenza, della guerra e del terrorismo. (
Questi tre termini vanno messi tutt’insieme e non sono il nostro terreno...)"
"Comandanti terroristi: Bush, Putin e Bin Laden! Agenti terroristi: Martino!".
"C’è una Costituzione? Di più... C’è una Democrazia, oggi in Italia? Il 70% del popolo dice no alla guerra. Il 92% del Parlamento vota sì alla guerra. Non spacciate questa porcheria per Democrazia! E’ solo tecnica elettorale da usare".
"In Afghanistan pacchetti di 100 schede alla volta, trovate messe insieme… Farsi rappresentare da chi fa il Rappresentante da quel giorno!...Non che fa quel che cazzo vuole lui!...Usare oggi la parola opposizione è un po’ pesante…C’è oggi in Italia una casta politica. Richieste della società civile: dare egole fondamentali e non negoziabili".
RIPUDIO GUERRA.
Il ripudio della guerra è fare cose pratiche: un elenco da far mettere nel programma politico.
1) Ritiro di tutti i militari italiani. Sono tutte illegali le attuali missioni.
2) Disarmo. Non pensare più come la pensano gli imbecilli: più armi uguale più sicurezza.
3) Uscire dalle alleanze militari e chiudere le basi. Esportare cultura e non armi.
"Emergency ha preparato cinque articoli di legge da presentare. Porre queste domande e poi domandarci cosa fare. Questo deve fare il Movimento. Cosa fare oltre che andare a votare ogni cinque anni".
"1.300.000 persone curate da Emergency.... Bisogna essere contro la guerra e per i diritti umani senza fare sconti a nessuno!"
Resoconto a cura di Leopoldo Bruno
redazione@reporterassociati.org