breve di cronaca
Chi è soddisfatto e e chi no
Avvenire - 11-03-2002
Organi collegiali, riforma alla prova

La Camera vota il provvedimento. Via libera in settimana

Milano. La riforma degli organi collegiali ad un passo dal primo sì di una delle due Camere. Il traguardo potrebbe essere raggiunto in settimana, visto che il testo uscito dalla commissione Istruzione di Montecitorio, passerà da mercoledì al voto dell'aula della Camera, che ha esaurito la scorsa settimana il dibattito generale sul provvedimento. Un cammino che si preannuncia, però, meno difficile rispetto alla vigilia. Sembrano rientrati, almeno per ora, i malumori interni alla stessa maggioranza di centrodestra. Alleanza Nazionale non aveva nascosto la propria delusione e contrarietà alla scelta di potenziare la presenza dei genitori negli organi collegiali, riducendo invece quella dei docenti, ed aveva deciso di astenersi sull'articolo in questione, pur votando a favore del progetto di legge. «Ovviamente continuiamo a non essere soddisfatti di questa suddivisione - spiega il senatore Giuseppe Valditara, responsabile scuola di An -, ma siamo consapevoli della necessità di una pausa di riflessione sull'argomento. Resta invece la soddisfazione per la filosofia del provvedimento che snellisce questi organi collegiali». Dunque niente barricate durante il passaggio parlamentare alla Camera, rinviando al Senato l'attuazione degli «aggiustamenti che riteniamo necessari, perché se è giusto potenziare la presenza della famiglia, lo è altrettanto l'adeguato coinvolgimento dei docenti, che devono essere motivati e responsabilizzati in una fase di riforma della scuola come stiamo vivendo».
E se i problemi sembrano essere «congelati» all'interno della maggioranza, resta caldo il fronte dei docenti decisamente contrario all'ipotesi all'esame di Montecitorio. Dai sindacati si sono levate voci di «declassamento» degli insegnanti e di timori sul loro futuro all'interno della scuola, come se tutta la loro professionalità si giocasse all'interno degli organi collegiali e non in classe con i loro studenti.
Ma critiche e perplessità solleva il ruolo previsto per il dirigente scolastico, figura nella quale sembra sempre più concentrarsi il vero governo della scuola: dalla conduzione del collegio docenti alla presidenza del consiglio della scuola, passando dalla gestione amministrativa. Un aumento di responsabilità che la gran parte dei capi d'istituto ha accolto con soddisfazione, anche se non sono mancate voci preoccupate all'interno della stessa categoria, soprattutto per la «progressiva trasformazione del preside in tecnocrate».
I più soddisfatti sono i genitori, che vedono aumentare la presenza negli organi collegiali, diventando, nelle elementari e nelle medie, la componente di maggioranza relativa rispetto alle altre. Del resto il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti ha dichiarato di voler riportare l'utenza, la famiglia, al centro della scuola. E le associazioni dei genitori, riunite nel Forum attivato presso il ministero di viale Trastevere, riconoscono che il testo in discussione rientra in questa filosofia. Certo non mancano alcuni elementi critici (di cui parla Giuseppe Richiedei nell'articolo pubblicato qui sotto, ndr), ma sostanzialmente il giudizio è positivo.
Fuoco di sbarramento invece dall'opposizione parlamentare, che definisce il provvedimento «figlio di una filosofia aziendale, dove a contare è il cliente e la gestione è affidata ad un capo d'istituto sempre più simile al manager di un'impresa». Critiche emerse nella fase di dibattito sulle linee guida del provvedimento e che si concretizzeranno in emendamenti e voti contrari al testo sotto esame. Ma nonostante le barricate dell'opposizione, il vero scontro sembra rinviato al Senato, dove parte della maggioranza di centrodestra spera di apportare alcune modifiche.

Enrico Lenzi







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 Franco Labella    - 15-03-2002
Evidentemente Avvenire deve avere intervistato o sentito genitori di alunni che non frequentano la scuola pubblica anche perchè, dopo il placet del card.Ruini alla riforma Moratti, il messaggio deve essere :" avanti tutta" per l'ultimo obiettivo e cioè il riconoscimento completo della parità tra scuola pubblica e privata
Quanto al riferimento sulla professionalità che non si esplica negli organi collegiali, l'articolista dell'Avvenire non deve avere molta dimestichezza di consigli di classe, collegi docenti e, soprattutto, consigli di istituto
Forse le Orsoline non ce li hanno......
Franco Labella