ilaria ricciotti - 27-11-2004 |
Basta!!!!!!!!!!! Non ne possiamo più di essere spremuti come limoni. Questi signori debbono andarsene prima possibile e dimettersi. E' ora che anche loro ritornino ad essere comuni cittadini e che si rendano conto che cosa significa vivere nel quotidiano con stipendi o pensioni da fame. Debbono diminuire di molto i fovoritismi di cui essi godono ed i loro stipendi da nababbi. Quelli sì che debbono essere rivisti, dimezzati e non continuamente aumentati. Questa è 'na schifezza!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! |
Pierangelo - 28-11-2004 |
da Repubblica del 28.11.2004 UN TAGLIO DELLE TASSE DA TRENTA CAPPUCCINI di EUGENIO SCALFARI Anzitutto la leggibilità: questo emendamento sulla riduzione dell´Irpef è illeggibile, c´è scritto tutto e il contrario di tutto, si usano parole e riferimenti privi di spiegazioni comprensibili. Non è neppure un messale scritto in «latinorum» (che Renzo Tramaglino rimproverava a don Abbondio [ma non era Azzeccagarbugli? n.d.r.] di usare per confondere e turlupinare i poveri diavoli) ma scritto in sanscrito. Profittando di questa oscurità di linguaggio, entrano in scena le veline. Nei giorni scorsi ne sono partite a centinaia verso le redazioni dei giornali e soprattutto delle televisioni. Il pubblico deve pur capire, che diavolo! Perciò le veline che "volgarizzano". Sintetizzano. Mettono in chiaro l´indecifrabile. Dunque viva le veline che provengono dagli uffici di Bondi, di Bonaiuti, degli uffici stampa di Palazzo Chigi e di Palazzo Grazioli. Attenzione: poiché il testo e le annesse tabelle sono ermetiche, le veline hanno campo libero per manipolare. E manipolano, eccome se manipolano. Così un´operazione risibile nei risultati positivi ma drammatica per le implicazioni negative che ne derivano viene presentata come «storica», «epocale», «decisiva per il rilancio dell´economia», «svolta mai effettuata fino ad ora nella storia d´Italia». Solo Berlusconi (sembra impossibile) si è lasciato scappare una frase di verità, non so se per imprudenza o per metter le mani avanti anticipando l´unico vero risultato che verrà fuori da questa follia. Ha detto (nella conferenza stampa con la quale ha presentato il suo master plan): «Non mi illudo che un intervento come questo possa dare un impulso straordinario ai cittadini. Ci sarà un vantaggio, ma in economia l´impulso vero si ha con la diminuzione delle tasse in deficit». Avete capito bene? Non so chi gliel´ha suggerita questa solenne sciocchezza, forse è una reminiscenza keynesiana da autodidatta. Comunque, voce dal sen fuggita che contiene due verità: la manovra strombazzata avrà effetti pratici irrilevanti e, alla fine, produrrà lo sfondamento del deficit. Alla faccia del ministro del Tesoro, detto Mimmo, e del Ragioniere generale dello Stato, che ne hanno autenticato la solidità (incautamente). Chiedo scusa ai lettori, già frastornati da quattro giorni di tabelle e di improbabili volgarizzazioni imbonitorie, ma dovrò ora tediarli con qualche cifra che serva a chiarire e non a confondere. Cercherò di farlo con la massima parsimonia.
Che ne dite? Che dice Follini che voleva concentrare quasi tutto sulle famiglie deboli? E Alemanno? Hanno perso la favella? Sono soddisfatti? Follini finalmente va al governo? Fini si spolvera la feluca perché la manovra è sociale? Un assegno da 6,5 per un terzo pagabile soltanto nel 2006, è ripartito tra la fascia debole e quella forte in proporzione del 36 per cento agli uni e del 64 agli altri. Ma non vi vergognate? Avrei ancora parecchie altre cifre da snocciolare, ma l´essenziale per quanto riguarda gli sconti è questo. Ora però bisogna dare un´occhiata alla copertura. * * * La solida copertura certificata da Mimmo e da Grilli proviene, come già abbiamo visto, per un terzo da un condono quanto mai improbabile che comunque andrà a chiudersi con la sua terza ed ultima rata entro la fine del 2005. Nell´esercizio successivo il suo posto sarà preso da un miliardo proveniente dai tabacchi, da 500 milioni di inasprimento di tasse su bolli e concessioni e da 600 milioni di anticipi dell´Irpef e dell´Irap (una tantum perché ciò che anticipi di un anno ti mancherà l´anno dopo). Il resto della copertura è fatto così: 400 milioni di autocopertura, cioè di maggiori entrate generate dalle minori aliquote. Qualunque studente di economia tributaria sa che una posta in bilancio di questa natura è improponibile. Mi auguro, per ragioni di decenza accademica, che questi 400 milioni siano cancellati e sostituiti. Seicento milioni: tagli di consumi intermedi. Vuol dire minori spese per acquisti di beni e servizi nella scuola, sanità, forze armate, polizia di Stato. Trecento milioni, tagli ai fondi di riserva dei ministeri. Altro spicciolame di tagli e voci varie per 400 milioni. Il totale dà, come sopra ho già indicato, 4,3 e non 6,5 miliardi la differenza è rinviata all´anno successivo e chi vivrà vedrà. Il famoso blocco del turn over degli statali avrà inizio nel 2006 e proseguirà fino al 2008. Dovrebbe cancellare 75.000 posti di lavoro. Ma secondo il mio modesto parere non si farà. Berlusconi deve averlo promesso a Fini in un orecchio. Il 2006 è un anno elettorale. L´importante ora è guadagnar tempo. Lo spot di cui il Cavaliere aveva bisogno, Mimmo gliel´ha costruito. È lillipuziano, sbilenco, curvo di spalle, ma con il monopolio della tivù e un po´ di cosmetica fatta col computer quel nano ingobbito degli sconti all´Irpef ti diventa un Nembo Kid, un Superman, un gigante buono che dà soldi a tutti e non li toglie a nessuno. La sinistra invece... * * * La sinistra è il partito delle tasse. Prima mangiava i bambini, ma adesso non ci crede più nessuno. Adesso mangia embrioni e contribuenti. Non mi pronuncio. La sinistra è adulta e sa parlare da sola. Io parlo per me e cerco di ricavare un senso dall´esame del tagliatasse. Il senso mi sembra questo: per rilanciare l´economia è del tutto inutile. Se ci fossero i soldi (che non ci sono) bisognerebbe concentrare 3 miliardi sulla fascia di reddito debole e altrettanti sugli incentivi alle imprese e al Mezzogiorno. Restituire il fiscal drag ai lavoratori. Fiscalizzare una parte dei contributi sociali. Questi destinati all´Irpef sono soldi buttati dalla finestra. In parte pagati da altre tasse (regressive) in parte destinati a sfondare il deficit. L´operazione però è servita a raggiungere alcuni obiettivi. Dello spot elettorale pro-Berlusconi ho già detto. Aggiungo e sottolineo: pro-Berlusconi. I suoi alleati non ricaveranno né un voto né maggior peso da questo imbroglio; per chi lo ritiene appunto un imbroglio il loro prestigio semmai diminuirà; per chi crede invece alla «svolta epocale» il merito sarà esclusivamente di Silvio e non già di Fini detto Feluca né di Follini detto Occhialino, che anzi si erano opposti. Però ora la maggioranza è compatta, anzi è al guinzaglio. Ecco un risultato. Un secondo risultato è stato di far dimenticare, con questa trovata del taglio Irpef, che alle spalle di esso c´è una manovra da 24 miliardi ancora da approvare. Tiriamo le somme: manovrina a luglio 2004 da 5 miliardi, manovra in Finanziaria 2005 da 24 miliardi per mettere i conti in regola, manovra per ridurre l´Irpef da 7 miliardi. Totale 36 miliardi, 72.000 miliardi del vecchio conio come dice Bonolis. Non sono schicchere 72.000 miliardi. Un terzo almeno dei quali impostato su «una tantum»; un terzo su tasse e tagli a spese di Comuni, sanità, scuola, previdenza, efficienza della pubblica amministrazione, Mezzogiorno, sistema imprenditoriale. L´ultimo terzo su anticipi di entrate, cioè rinvio al futuro di debiti. Vincenzo Visco ha richiamato l´altro ieri l´attenzione della Camera (con apposita interrogazione) sul fatto che l´operazione denominata Scip2, cioè la cartolarizzazione di immobili pubblici in vendita per 7 miliardi, è in scadenza ma i fondi non sono entrati, cioè gli immobili non sono stati venduti. Le agenzie di rating stanno aspettando la scadenza per confermare o ridurre il voto in pagella di quei bond. Se va avanti così l´erario si dovrà caricare della parte scaduta con immobili invenduti. Mi auguro che Mimmo e Grilli seguano la questione. Sarebbe tremendo se Scip2 andasse, come si dice in gergo «in default». Tipo Parmalat. Naturalmente Visco non è credibile perché passa il tempo a mangiarsi un contribuente al giorno e ci mette sopra anche il peperoncino. |