La casa comune (risposta ad Emanuela Cerutti)
Luigi Ferrari - 28-04-2001
Smetterei di credere in Dio se abolissero la scuola?
Credo che rispondere alle domande sia la cosa meno importante e comunque meno difficile, prima o poi si trova, se c'è, la risposta, il problema vero è quali domande fare.
L'IRC non serve perché cosi si creda in Dio ma serve perché la convivenza sia fondata non su una generica umanità -ma siamo davvero convinti che le nostre parole, quando descriviamo valori, princìpi e così via, abbiano lo stesso significato senza la nostra cultura, la nostra storia, che la tolleranza sia un valore per tutti e comunque (perché non tollerare gli intolleranti, perché se vincessero le elezioni i fascisti non dovrebbero avere ragione loro, in democrazia) - ma sia fondata sulla conoscenza di ciò che fa essere le cose quello che sono.
L'accettazione dell'altro non può essere fondata che sulla conoscenza empatica, simpatica per l'altro che non può esistere senza la conoscenza empatica e simpatica per quello che sono io.
Forse che i francesi, peraltro forse gli ultimi eredi dell'idea di stato etico anche se rovesciato, con la loro pretesa di negare le differenze hanno ottenuto l'integrazione reale degli immigrati?
Le nostre radici non funzionano più? Siamo sicuri che resteremo in piedi tagliandole? E cosa offriremo di accogliente a chi, spesso più sradicato di noi, arriva da noi ?
Costruire una casa comune è impresa ben più seria del ritrovarsi tutti su un prato seduti per terra, senza strumenti, senza progetti, senza nulla di proprio da mettere insieme.
E le feste pagane cosa sono se non feste religiose, superate, da noi e dagli altri, con altre tradizioni e altri significati?
Il delirio rivoluzionario della religione razionale di stato ha già fatto danni abbastanza.

-L'articolo di Emanuela Cerutti "Laicità" e' stato inviato con la newsletter del 21/04/2001 e puo' essere letto sulla nostra pagina web dalla voce di menù "editoriali".




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