breve di cronaca
Fare l’insegnante nella scuola dell’autonomia
Snals Scuola - 24-11-2004
PROFILO PROFESSIONALE, VALUTAZIONE, CARRIERA DEGLI INSEGNANTI, QUESTIONI DIVENUTE CENTRALI, OGGI NELLA SCUOLA E CHE SONO STATE AL CENTRO DI UN INTERESSANTE CONVEGNO SVOLTOSI PRESSO LA FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE DELL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA LO SCORSO 25 OTTOBRE, DAL TITOLO “FARE L'INSEGNANTE NELLA SCUOLA DELL'AUTONOMIA”. SCOPO DELL'INCONTRO, QUELLO DI ANALIZZARE E DISCUTERE IPOTESI OPERATIVE, MA ANCHE E SOPRATTUTTO I CONCETTI DI FONDO DELLE QUESTIONI EVOCATE PER CONCILIARE IL DIRITTO DEL DOCENTE ALLA VALORIZZAZIONE DI SÉ E DEL PROPRIO RUOLO CON IL FUNZIONAMENTO DELLE SINGOLE UNITÀ SCOLASTICHE, ADEGUATO ALLE ESIGENZE DELLA PROGETTAZIONE E DELLA REALIZZAZIONE DI UN SERVIZIO SCOLASTICO DI QUALITÀ.
TRA LE ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI E LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI PARTECIPANTI AI LAVORI ERA PRESENTE LO SNALS, RAPPRESENTATO DAL SEGRETARIO GENERALE FEDELE RICCIATO, DI CUI PUBBLICHIAMO DI SEGUITO L'INTERVENTO.
"Scuola-Snals" n. 238 del 5 novembre 2004



Carriera dei docenti: il contesto di riferimento

L'introduzione di meccanismi di carriera dei docenti richiede di essere affrontata con serietà, evitando facili slogan che catturano consensi immediati e generalizzati quando ci si limita ai princìpi, ma che fanno emergere dissensi e distinguo quando si passa all'esame delle azioni concrete e, quindi, delle scelte, delle decisioni.

Allora bisogna fare un po' di chiarezza e accennare ai riferimenti principali che devono costituire la struttura della scuola attuale ed il profilo dei docenti che operano in essa. Il contesto è dato dalle scelte di politica scolastica dell'Unione Europea, dal diritto all'istruzione ed alle pari opportunità formative degli studenti previsto dalla nostra Costituzione e dalla legge 53/03 di riforma del sistema educativo.

Altri riferimenti fondamentali sono da ricondurre a:

a) la natura istituzionale della scuola;

b) i modelli organizzativi e funzionali della scuola dell'autonomia;

c) il docente tra funzione e professionalità.


Natura istituzionale della scuola e autonomia scolastica

Riguardo al primo punto: la natura istituzionale della scuola, occorre che il nostro Paese punti a migliorare la qualità dell'offerta formativa per consentire a ciascuno ed a tutti l'esercizio del diritto allo studio ed al libero e continuo apprendimento, anche col concorso dell'integrazione del sistema dell'istruzione con quello della formazione professionale.

La politica deve essere in grado di creare le condizioni per il superamento della separazione tra la cultura generalista e quella professionalizzante; tra il sapere “disinteressato” e quello spendibile nel mercato del lavoro. Le prospettive per uno sviluppo del sistema educativo, quale motore di sviluppo del Paese, comportano: la piena realizzazione dell'autonomia scolastica; la valorizzazione di tutto il personale della scuola; il riconoscimento e l'arricchimento della professionalità degli insegnanti.

Rispetto al secondo punto: la scuola dell'autonomia, occorre considerare che l'art. 21 della L. 59/97 individua gli ambiti dell'autonomia scolastica nella didattica, nell'organizzazione dei servizi, nella ricerca e nella gestione delle risorse economiche.

L'autonomia quindi è il perno su cui deve fare leva l'intero processo di riforma, perché permette di assicurare l'interazione tra la progettazione formativa, le istanze sociali e gli standard formativi fissati a livello nazionale.

Tuttavia non sembra che le decisioni politiche vadano in questa direzione, né che siano assicurate le condizioni affinché: la scuola sia tutelata nelle sue libertà costitutive per assicurare agli alunni piena libertà di apprendimento; i docenti siano messi nelle condizioni di essere responsabili protagonisti della loro professionalità, con la garanzia, pur nella distinzione dei ruoli, di spazi di autonomia decisionale.


I docenti tra funzione e professionalità

Il terzo aspetto: i docenti tra funzione e professionalità deve essere considerato un punto cruciale per affrontare la questione della carriera.

Il profilo professionale dei docenti è costituito dall'intreccio di competenze disciplinari, psicopedagogiche, metodologico-didattiche, organizzativo-relazionali e di ricerca che si sviluppano con l'esperienza, lo studio e la riflessione sulla pratica didattica.

L'autonomia culturale e professionale è invece l'elemento costitutivo della funzione docente che si esplica nelle attività individuali e collegiali e realizza il processo di insegnamento e apprendimento degli alunni sulla base delle finalità e degli obiettivi del sistema educativo nazionale.

La funzione docente trova, dunque, la propria destinazione di scopo nell'assicurare il pieno sviluppo e la massima realizzazione della persona e per questo va ribadito che i docenti esercitano una pubblica funzione nello spirito e nella lettera dell'art. 33 della Costituzione e che, a tale fine, si avvalgono di specifiche competenze professionali.

I docenti, dunque, operano per il pieno soddisfacimento di quei diritti sociali che lo Stato è tenuto a garantire, per assicurare il diritto di ciascuno e di tutti al libero e continuo apprendimento. Ne consegue che la funzione docente trova una sua precisa regolamentazione nei principi e nel dettato della nostra Costituzione.

Tutto questo porta a sostenere che il docente possiede una precisa e definita professionalità, che la libertà di insegnamento, in quanto strumentale alla libertà di apprendimento, trova la propria legittimazione nella funzione docente e non nella sfera della professionalità.

La carriera dei docenti deve fondarsi sulla distinzione tra professionalità e funzione: la professionalità è “strumento”, la funzione è “status”.

La carriera, dunque, va articolata in relazione alla professionalità dei docenti e va raccordata con la funzione educativa e formativa coessenziale all'attività di insegnamento. In sintesi: una è la funzione, plurima è l'articolazione della professionalità.

Questa posizione, che lo Snals sostiene con determinazione da tempo, è presente anche negli esiti della Commissione di studio Aran, Miur e Organizzazioni Sindacali prevista dall'art. 22 del CCNL del 24.07.03.

Il documento finale della Commissione, dello scorso 24 maggio, afferma che nella scuola in regime di autonomia la risorsa fondamentale è costituita dal patrimonio professionale dei docenti, finalizzato all'attività didattica, che rimane la funzione specifica dell'insegnante e all'attuazione del Piano dell'offerta formativa.

Si tratta di ipotizzare l'articolazione della carriera che:

- sia strutturata sugli ambiti di autonomia riconosciuti alle istituzioni scolastiche;

- si svolga lungo due fasce: quella dell'esperienza vissuta nella funzione e quella della professionalità;

- valorizzi l'impegno formativo dei docenti attraverso la validazione delle competenze acquisite, da parte delle Università.

Ma dinanzi a una proposta con percorsi possibili, che ha impegnato in ugual modo sia la parte pubblica, il Miur, sia la componente sociale, tutte le Organizzazioni Sindacali che hanno sottoscritto il contratto, abbiamo un silenzio “assordante”.

Il Governo a tutt'oggi non ha ancora espresso i suoi orientamenti, né le proprie decisioni in merito al reperimento delle risorse necessarie.

Accade, invece, che alcuni parlamentari della maggioranza stiano spingendo verso una definizione dello stato giuridico dei docenti con proposte di legge (prima “Santulli” e “Napoli”, ora un testo unificato) che solo surrettiziamente sembrano voler introdurre ipotesi di sviluppo professionale.

In realtà si sta tentando di introdurre una vera e propria gerarchizzazione della funzione docente con il rischio concreto di una frantumazione dell'unicità ed un affievolimento della specificità della funzione stessa.

Il vero scopo delle iniziative parlamentari sembra essere quello di un'inaccettabile limitazione degli spazi e delle materie riservate alla contrattazione.

Questo è in netta contraddizione con l'attuale quadro normativo di natura privatistica che ha delegificato materie quali la retribuzione fondamentale e accessoria, la mobilità, gli aspetti della professionalità e l'organizzazione del lavoro definite ora dal contratto di lavoro.

Le critiche dello Snals sono a difesa del principio della rappresentanza. La cancellazione delle R.S.U. nega la funzione della contrattazione integrativa che è propria delle scuole dell'autonomia. Ridurre le tutele degli insegnanti significa incidere negativamente sulla motivazione personale e professionale di ciascun docente, con gravi ripercussioni sulla qualità della scuola.


Unitarietà del comparto: un valore da difendere

Si vuole, inoltre, dividere il comparto scuola, introdurre nuove “sovraordinazioni gerarchiche” pensando che così sia più facile gestire un personale senza rappresentanza e senza voce.

Va, invece, riaffermato il grande valore del principio dell'unitarietà del comparto, per la valorizzazione di tutto il personale della scuola dell'autonomia, pur nel riconoscimento della specificità della funzione docente.

La versione unificata della proposta di legge introduce, poi, elementi già presentati dal Ministero nello schema di decreto legislativo attuativo dell'art. 5 della legge 53/03 (formazione iniziale e reclutamento), che lo Snals ha criticato in modo fermo, contribuendo ad indurre il Governo a differirne la presentazione al Consiglio dei Ministri.

Il Ministro Moratti, nel frattempo, ha ripetutamente dichiarato che, quando il Governo sarà investito della questione, ribadirà “il parere negativo in merito ad un intervento legislativo sulle materie di riserva negoziale”.

Lo Snals, intanto, ha già chiesto il ritiro delle proposte di legge “Santulli” e “Napoli”, si batterà per il ritiro di questa proposta unificata e vigilerà sui contenuti del provvedimento attuativo dell'art. 5.

Per questi motivi, il lavoro della Commissione sull’art. 22 non può restare un vuoto adempimento contrattuale.

Piste di lavoro

Il documento, come ribadito nella dichiarazione sottoscritta dallo Snals nel momento della firma in esito ai lavori della Commissione, è una base per affrontare una questione da tempo aperta. Sono state individuate alcune piste di lavoro da verificare, integrare, ed eventualmente modificare a seguito di un confronto indispensabile con i docenti.

Lo Snals attribuisce, infatti, un'importanza strategica al rapporto diretto con il personale della scuola. Per questo ritiene necessario acquisire orientamenti ed indicazioni attraverso una consultazione ampia e capillare, da sviluppare in forme e tempi utili ad un reale coinvolgimento dei docenti.

Ma è impossibile sottoporre a verifica ipotesi senza avere certezza sulla volontà politica, senza disponibilità di risorse aggiuntive e certe, senza il piano pluriennale di investimenti, pure previsto dalla stessa legge di riforma. A proposito degli aspetti finanziari, va sottolineato che la proposta di legge sullo stato giuridico non contiene la quantificazione delle risorse, né prevede la necessaria copertura finanziaria. Non si può pensare di introdurre la carriera con invarianza di spesa o addirittura con economie di bilancio: il numero dei docenti che potranno accedere ai livelli superiori a quello iniziale, più che essere determinato dalle esigenze delle istituzioni scolastiche e formative, sarà soggetto alle compatibilità finanziarie, che saranno, ancora una volta, decise dal Ministro dell'economia e del bilancio.

Non è questo certamente il modo per valorizzare i docenti.


PER CONCLUDERE SEGNALIAMO DUE INIZIATIVE:

- la manifestazione nazionale del 29 novembre

- il questionario on line sulla carriera professionale dei docenti.



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