E noi preferiamo la pace.....
Classe IB commerciale IPSC - 02-11-2004
Le poesie che abbiamo letto sono state scritte sia da poeti bambini che da grandi poeti.

Alcune poesie usano i colori per descrivere lo stato d’animo dovuto al terrore della guerra o alla speranza che la guerra possa finire.

I poeti attribuiscono il bianco al corpo dei morti, il pianto al nero che colora anche il buio e i campi bruciati, il giallo alla sabbia ardente ed il grigio alle bombe, alle case bruciate ed alla tristezza.
Ma i colori come il rosa o il verde chiaro che rappresenta l’erba che spunta ed i nidi e tutti i colori dell’arcobaleno vengono attribuiti alla speranza che un giorno la guerra possa finire.


Altri poeti usano immagini e paragoni; quelli che ci hanno colpito di più sono stati: gli occhi innocenti perché questa espressione ci fa pensare ai bambini che hanno affrontato il dolore della guerra; la luce perché esprime la speranza che il terrore della guerra possa finire e possa rinascere la speranza che ritorni la pace; tombe e croci perché viene contrapposta la morte alla pace ed abbiamo pensato subito alla strage di Beslan; poi c’è cuore inchiodato perché chi ha il figlio in guerra sente il cuore come se fosse inchiodato per il dolore. E infine braccia indifese che ci ha fatto pensare a tutti i bambini che ogni giorno lottano per la felicità e la libertà.

Un’altra immagine che ci ha colpito è quella del sole. Infatti il sole illumina e riscalda la terra e permette che ci sia la vita,così la pace è come una luce e una forza che avvolge tutte le persone del mondo. Ci piace anche il paragone tra la pace e l’ impegno ad aiutare chi è in difficoltà, visto che, ultimamente, ognuno è consapevole solo di se stesso.

Un simbolo della pace è la colomba: una colomba che sta in cielo senza pericolo che un colpo sparato da un fucile possa ucciderla.

Un’altra immagine che indica la pace e ci è piaciuta trasfusioni di vita perché fa il paragone con le trasfusioni di sangue che in certi casi sono molto utili.

C’è anche quella del nonno con la nipotina che rappresenta la pace, perché nessuno, in tempo di guerra, può portare i bambini nei parchi.


Infine c’è un’immagine che ci ha colpito in modo particolare: quella del chiodo, un oggetto che, nei mercati, è simbolo della semplice vita quotidiana, mentre nelle prigioni è il simbolo della tortura.

Tante persone nel passato hanno parlato di pace come Madre Tersa di Calcutta che invitava tutti a trovare il tempo di pensare,di pregare e di ridere. Queste parole sono importantissime e dovremmo tutti trovare il tempo di fare azioni buone; perché questa è la fonte del potere che può dar vita alla pace.

Gli uomini politici debbono impegnarsi, ma anche noi possiamo fare molto per la pace anche con le piccole azioni che facciamo quotidianamente:come rispettare gli altri,aiutare e comportarci bene nella società. Infatti se tutti noi imparassimo ad andare d’accordo rischieremo meno di ritrovarci in situazioni difficili come quelle che stiamo vivendo tuttora.

Lo stesso è per i governi perché se anche loro imparassero ad accettare la realtà, salvare la gente che soffre, aiutare i paesi poveri, sarebbe un mondo migliore per tutti e potremmo vivere più tranquilli senza neanche aver paura di andare a scuola.

Dopo aver letto anche poesie le quali esprimevano diversi sentimenti, ne abbiamo ascoltata una che diceva che la bellezza della natura a volte è sfondo per la violenza dell’uomo. Il contrasto è tra l’armonia, la sensazione di pace della natura e le azioni sbagliate dell’uomo.

Ed abbiamo visto anche altri contrasti come chi vuole andare in guerra e chi non ci vuole andare anche a rischio di essere arrestato

Ci sono troppe cose belle nel mondo che dovrebbero far ragionare,dovrebbero aprire il cuore di tutti e far pensare prima di compiere azioni crudeli.
Il nostro lavoro ci è servito a darci il sentimento della vita;ad esempio la descrizione della natura,della felicità,della speranza,del dolore,della tristezza e il diritto, per tutti noi, di sognare.
Non capiamo come le parole dei poeti non riescano a colpire il cuore delle persone che provocano tanta violenza,tanto spargimento di sangue e tanta morte.
Sappiamo che non accadrà mai ma speriamo che ben presto finiranno le guerre e vivremo tutti in pace senza preoccupazioni e dolori.
E la speranza è sempre presente soprattutto nei bambini che sono gli unici che non vorrebbero mai la guerra.

Una bambina parla con la guerra: le chiede di non venire, di non giocare, altrimenti porterebbe solo distruzione.

Abbiamo concluso questo lavoro sentendoci più sereni perché è il giorno in cui, come speravamo, Simona Pari e Simona Torretta sono state liberate.
Queste lezioni sono servite a farci capire meglio cosa vuol dire pace e cosa vuol dire guerra.

E noi preferiamo la pace.


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 ilaria ricciotti    - 03-11-2004
"E noi preferiamo la pace", dicono i ragazzi della IB. E' una bella , anzi bellissima esigenza che tutti i giovani ed i bambini del mondo dovrebbero gridare in faccia a noi adulti ed ai potenti quotidianamente. E' una dichiarazione da far propria nel quotidiano, non dimenticando mai che non ripsttare l'altro è già una guerra.
Bravi ragazzi! per ciò che avete scritto e perchè, a differenza di ciò che pensano molti adulti, voi non siete soltanto ragazzi griffati, da sballo o combinaguai.

 ilaria ricciotti    - 08-11-2004
Cari ragazzi della IB commerciale IPSC,

sono sempre io che vi scrivo, in quanto mi sembra inaccettabile che certi opinionisti, assidui commentatori di questa rivista, abbiano molte cose da dire su fatti frivoli o di cronaca e non abbiano nulla da dire nei confronti del vostro lavoro. Comunque non dovete scoraggiarvi in quanto , se avete scelto questo tema, siete sicuramente dei ragazzi maturi che hanno molto da insegnare a quanti hanno l'abitudine soltanto di blaterare e non fare.
Ciò che mi preme consigliarvi è che non dovete assolutamente permettere a nessuno di cancellare i vostri sogni e soprattutto i vostri ideali.
Bravissimi! I vostri insegnanti dovrebbero essere orgogliosi di voi.
Un saluto affettuoso e buon lavoro.
Prof. Ilaria Ricciotti