Notizie dalla neoscuola: pare...sembra
Mario Menziani - 29-10-2004
C’è una cosa innanzitutto, una cosa precisa e chiara ed è che tutto pare, o meglio, sembra che sia, ma in realtà chi lo sa come è? Ecco, ad esempio: sembra che non ci sia la scheda di valutazione. Pare che nessuno la stampi. Sembra che a qualcuno … ma non è detto, infatti nessuno conferma, e nessuno smentisce, però pare, pare e sembra. Ad esempio, ancora: sembra che ci siano meno soldi nel fondo d’istituto quest’anno, pare che ce ne siano ancora meno per altri capitoli di spesa, meno per l’autonomia delle scuole. Ma tutto questo pare, pare soltanto. Cioè sembra, o meglio sembra soltanto. Insomma, non è detto che sia così, che sia esattamente così.
Ed allora se tutto pare soltanto, se tutto sembra e basta, allora si spiega perché neppure nell’angolo più recondito di quella variegata alleanza che sta all’opposizione, si trovi anche un solo, semplice, semplicissimo delegato del popolo sovrano che si stia occupando di sapere se quello che pare, in realtà sia. Ne consegue pertanto, dal momento che a tutti tutto pare, che a tutti tutto sembra, ne consegue che non è affatto detto che sia!
Ma che cosa dunque non è detto che sia? Be’ semplicemente non è detto che sia che di qua ad un paio di mesi ogni scuola si debba attrezzare per pagarsi lei la stampa di una qualche scheda, di un pezzo di carta che attesti i risultati in un modo qualsiasi, magari affatto differente da quello della scuola accanto. O che si rincorra il modello prestampato di una delle tante case editrici che si ostinano a far arrivare modelli di port-folio in mille salse differenti, ognuna secondo la loro personalissima interpretazione di una norma che legge non è, o almeno così pare,cioè sembra, che sia. Oppure non è detto che sia che si debba dare un bel taglio netto a tutta una serie di attività, progetti e laboratori che resteranno semplice promessa di un piano dell’offerta formativa appena varato e già superato dal mancato stanziamento dei finanziamenti dovuti, che pare abbiano preso la via della propaganda ministeriale, o dell’alfabetizzazione dei docenti italiani all’uso dei programmi Microsoft; o della misurazione delle prestazioni con l’insindacabile metodo Invalsi, o di futuribili aggiornamenti a distanza, o … O non è detto che sia che si voglia manomettere gli automatismi stipendiali, che si vogliano ridurre le retribuzioni, che si vada verso la regionalizzazione dell’istruzione, o allo stravolgimento dello stato giuridico, o verso il reclutamento a chiamata individuale, o verso il… verso la…
E allora, se non è detto che sia, se sembra e pare soltanto non è già questo un motivo valido per lasciare che sia, perché è poi sempre uguale, perché intanto…
Ecco dunque quello che è, oggi, nei corridoi della neoscuola.
O anche tutto questo pare soltanto? Cioè sembra, o meglio, sembra soltanto? Che poi, se anche tutto questo paresse soltanto, se anche tutto questo sembrasse e basta, allora ne conseguirebbe che anche tutto questo non è affatto detto che sia!
E che cosa potrebbe non essere? Ma, ad esempio potrebbe non essere che ci sia tutta questa rassegnazione o questa disattenzione, o questa delusione, o questa … o questo. E potrebbe essere che alla opposizione ritorni la voglia di rimettere la scuola al centro del proprio programma, come è stato, come almeno è stato tentato. E potrebbe essere che dall’orgoglio di difendere la propria autonomia, dalle scuole vengano le idee per questo programma, come è già stato, come almeno è già stato tentato . E potrebbe essere che questa volta a nessuno venga la voglia di fare troppo in fretta, di imporre la propria voce, di dettare la propria soluzione.
Potrebbe... o, almeno, è auspicabile che sia.

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