breve di cronaca
Riforme? Pensiamoci bene
Repubblica online - 22-10-2004
Il presidente della Consulta Valerio Onida in un discorso alla presenza di Ciampi:
"Ponderare le conseguenze e coinvolgere tutti"


ROMA - Prima di modificare i complessi meccanismi ed equilibri della nostra Costituzione, occorre riflettere bene e ascoltare la platea più vasta possibile di opinioni e suggerimenti. L'invito arriva dal presidente della Corte costituzionale Valerio Onida, in un discorso tenuto a palazzo della Consulta alla presenza del capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi.

Onida esprime "sommessamente", l'auspicio che "prima di mettere mano, con decisioni definitive, a modifiche degli equilibri essenziali assicurati dai meccanismi della giustizia costituzionale, come è per la composizione stessa della Corte costituzionale, si ponderino bene le possibili conseguenze e si coinvolga intorno al Parlamento, che è la fonte, insieme eventualmente al corpo elettorale, del potere di revisione costituzionale, il più ampio arco di istanze istituzionali e di sedi di riflessione".

Il presidente della Consulta sottolinea che "la Corte costituzionale è ben consapevole del suo ruolo di guardiana della Costituzione, che le spetta insieme alle altre istituzioni di garanzia e in particolare al capo dello Stato". E invita ad avere "consapevolezza della natura delicata e cruciale dei meccanismi della giustizia costituzionale".

Onida esprime l'augurio che la Costituzione, "questa casa comune, questo prezioso e inestimabile patrimonio costituzionale che i nostri padri hanno consegnato al Paese e che vive ormai arricchito da cinquant'anni di giurisprudenza della Corte, sia rispettato come merita".

Oggi, a quasi sessant'anni dall'entrata in vigore della Carta, ricorda Onida, "le generazioni di coloro che l'hanno voluta e pensata, come frutto concorde e condiviso di un'esperienza storica e ideale, che ha immesso il nostro Paese nella grande corrente del costituzionalismo democratico, hanno lasciato o stanno per lasciare la scena pubblica. In grande maggioranza, i cittadini di oggi sono nati quando già la Costituzione era in vigore: per questi cittadini, la Costituzione è un'eredità ricevuta".

E allora, "come accade fra le persone, il momento in cui gli eredi prendono coscienza e possesso del lascito dei loro padri è un momento delicato, in cui possono emergere o riemergere talvolta divisioni e perfino rancori tra i figli". "Ma è anche - conclude Onida - un momento di memoria, di presa di coscienza e di assunzione di responsabilità da parte di chi riceve "


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