La finanziaria 2005 e il miracolo italiano
On. Piera Capitelli - 20-10-2004
Questa finanziaria certifica una politica di progressivo impoverimento generale che dura da quattro anni.

Un INTERO paese è ostaggio di un Governo e di una maggioranza parlamentare di centro destra che ossessivamente ripetono a chi dimostra la gravità della situazione: voi non dite il vero: siete bugiardi.

Dopo tre finanziarie di tagli e sottrazione di diritti acquisiti ora gli uni ora agli altri, con questa manovra finanziaria per il 2005 abbiamo la soprannaturale situazione in cui tutti, veramente tutti: genitori, studenti, lavoratori autonomi e dipendenti, precari, disoccupati, comuni, province e regioni, ospedali, scuole, militari avranno minori risorse e un ridotto potere d’acquisto e d’investimento. Un po’ di giustizia. Tagli veramente per tutti?

A parte la riconoscenza di alcune decine di migliaia di italiani che si sono visti aumentare la resa dei profitti e delle rendite – grazie alle finanziarie precedenti, il Governo che ha sempre cercato di porre gli interessi dell’uno contro quelli dell’altro con un linguaggio e uno stile di perenne invito allo scontro, dovrà incassare l’ira e lo sconforto degli italiani.

Abbiamo già visto chi sono i bugiardi.

Ma veniamo alla scuola: il piano finanziario a sostegno della legge 53/2003 prevedeva 8.320 milioni di euro per il periodo 2004-2008, ma dei primi 4 miliardi di euro che sarebbero dovuti provenire dalle due precedenti leggi finanziarie, è difficile oggi trovarne traccia in quanto tali economie di spesa o sono state impiegate nella copertura del contratto della scuola o sono andate in economia a compensare il disavanzo e ciò in assenza di una specifica previsione legislativa circa la loro collocazione in uno speciale fondo di investimento.

A fronte degli altri 4 miliardi di euro del piano da investire nel periodo 2004-2008 è stata messa a bilancio con la finanziaria 2004 la cifra irrisoria di 90 milioni – il 2,2% dell’intera somma da stanziare nel quinquennio – per tecnologie multimediali, lotta alla dispersione, istruzione tecnica superiore ed educazione degli adulti.

Le disponibilità complessive del fondo per l’offerta formativa (legge 440/97), negli anni precedenti ammontavano a:

• 1999: 669,11 mld. di lire;
• 2000: 430,00 mld. di lire;
• 2001: 521,27 mld. di lire;
• 2002: 237,44 milioni di euro – pari a circa 459,75 miliardi di lire;
• 2003: 225,04 milioni di euro – pari a circa 435,74 miliardi di lire;
• 2004: 203,72 milioni di euro – pari a circa 394 miliardi di lire;

Oggi abbiamo, pertanto, una riduzione di 5 milioni di euro.

I bilanci dei comuni sono allo stremo: o garantiscono servizi essenziali aumentando tasse e imposte locali, o semplicemente non adempiono più verso compiti che tutti noi consideriamo naturali. Non si vedono i fondi per la fornitura di 10.000 nuove aule necessarie per la scuola dell’infanzia né quelli per la messa a norma del patrimonio scolastico esistente.

Non sono garantite le spese di funzionamento e i servizi di supporto per le nuove sezioni di scuola materna né quelle per l’attuazione dei nuovi moduli organizzativi nella scuola primaria e secondaria di primo grado. L’estensione dell’obbligo e la garanzia dell’attuazione del diritto-dovere di istruzione fino a diciotto anni anche per i disabili, infatti, comporta un aumento di spesa.

Il Ministro Moratti afferma invece che si sono stanziati più investimenti, che vi sono state più immissioni in ruolo e che funzionano più laboratori. Ma anche per questo inizio di anno scolastico abbiamo nomine effettuate sulla base di graduatorie provvisorie e sbagliate (e quindi da rifare con migliaia di ricorsi), molti alunni diversamente abili che non hanno più l’insegnante di sostegno che avevano avuto fino allo scorso anno, e l’eliminazione totale di qualsiasi progetto per l’inserimento e l’integrazione di bambini stranieri.

Quest’anno sono state effettuate solo 15.000 nuove assunzioni, rispetto alle 200.000 possibili.

A fronte di un aumento di alunni, che dai 7.620.000 dell’anno scolastico 2002-2003 sono arrivati a 7.682.000, la risposta è stata nel taglio di 9.000 posti nel 2002-2003, 12.500 nel 2003-2004 e 12.500 per questo anno scolastico. Se sommiamo questi dati ai tagli dei posti degli Assistenti Tecnico Amministrativi abbiamo circa 45.000 posti in meno in 3 anni grazie alla riforma di questo Governo.
Abbiamo una scuola che fornisce meno servizi e che scarica sui genitori il peso dell’inefficienza derivata da assenza di personale, e spese aggiuntive per garantire un minimo di istruzione ai propri figli.

Nella legge finanziaria non è previsto nessun tipo di stanziamento per le assunzioni a tempo indeterminato del personale, per il concorso dei dirigenti scolastici, per la valorizzazione professionale dei docenti.

Ancora non è chiaro, perché non ve ne è per ora traccia, il destino dei 103 milioni di euro che la legge finanziaria del 1998 (art. 27 della legge 448/98) aveva destinato all’acquisto dei libri di testo per gli studenti con redditi bassi delle scuole secondarie e viene ripresa la norma che conferma la cancellazione dell’esigua apparizione nella finanziaria 2002 di 35 milioni di euro per l’auto aggiornamento dei docenti.

La manovra non fornisce una risposta adeguata nemmeno all’aumento della domanda di istruzione universitaria, né alla urgenza di attrezzarsi per uno sviluppo della ricerca compatibile con i livelli europei.

L’Università subirà la limitazione delle assunzioni a tempo indeterminato di personale docente e di ricercatori e di collaborazioni a tempo determinato nell’ambito della ricerca e in quello della didattica.

Tutti più poveri dunque, ma forse ormai proprio stanchi e desiderosi di reagire.


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 ilaria ricciotti    - 28-10-2004
Sì siamo stanchi e vogliamo mandare a casa questo governo, in molti.