breve di cronaca
Povera Costituzione
Repubblica on line - 15-10-2004
Devolution, meno onorevoli e addio al bicameralismo: cambiati più di un terzo degli articoli della Costituzione


ROMA - In principio furono i "saggi di Lorenzago": aria di montagna e riforme costituzionali. Oggi, a poco più di un anno da quell'agosto sulle Dolomiti venete, arriva il sì alla Camera. Ma è solo una delle tappe intermedie della riforma della Casa delle Libertà.

L'ultima e decisiva sarà, quasi certamente, un referendum con il quale il centrosinistra tenterà di azzerare tutto. In mezzo, altri tre passaggi tra Montecitorio e Palazzo Madama, previsti dall'articolo 138 dell'attuale Costituzione: ogni volta dovranno essere confermati gli articoli nello stesso identico testo approvato dalla Camera. Se si cambia qualcosa si ricomincia da capo.

Il traguardo della nuova Costituzione, insomma, è ancora lontano. L'effettiva entrata in vigore potrebbe avvenire addirittura nel 2016. Perché se il referendum confermativo slittasse oltre il 2006 (dopo le politiche, come è probabile), per vedere istituito il primo Senato federale bisognerebbe attendere la legislatura successiva, quella che inizierebbe nel 2011. E siccome è prevista un'ulteriore legislatura di "traghettamento", la definitiva entrata a regime della Carta costituzionale riformata scivolerebbe appunto al 2016.

"Più che una riforma è una nuova Costituzione, che ha perso totalmente lo spirito di quella del 1948", tuonano le opposizioni. Quarantatré articoli modificati su 139: quasi un terzo rispetto al testo attuale. La prima parte rimane intatta. Si modifica, invece, la seconda, quella che riguarda l'ordinamento della Repubblica. Arrivano devolution e Senato federale, cambia l'iter di formazione delle leggi. Diminuisce il numero dei parlamentari eletti: dai 945 totali di oggi a 776. E ancora, perde poteri il capo dello Stato e ne acquista il primo ministro.


Il testo è frutto di un faticosissimo compromesso tra i partiti del Polo. Accontentata la Lega con l'approvazione della devolution: alle Regioni andrà la "sovranità" sull'organizzazione del sistema sanitario e scolastico, oltre che sulla polizia amministrativa locale. Ma, pur essendo diminuite le materie "concorrenti" tra Stato e Regioni, è concreto - avverte il centrosinistra - il rischio di contenziosi che costringeranno ad un superlavoro la Consulta. Via libera anche al Senato federale, con l'ingresso dei rappresentati di Regioni ed enti locali pur senza diritto di voto. Finisce l'era del bicameralismo perfetto, dunque: la Camera avrà più un ruolo politico; il Senato diventa l'organo che raccorda i poteri delle autonomie locali con quelli dello Stato.

Rivoluzionato l'iter legislativo: il vecchio articolo 70 passa da tre a 170 righe con le quali si spiegano le leggi di competenza di Camera o Senato e l'eventuale creazione di una commissione paritetica per dirimere le questioni di attribuzione. Introdotta nella Carta anche l'"unità federale" della quale è rappresentante il Capo dello Stato. Il Quirinale, però, non potrà più avere discrezionalità di scelta sul premier ma dovrà prendere atto del responso delle urne. Una perdita di potere a favore del primo ministro, che il centrosinistra giudica pericolosa. Per questo annuncia fin d'ora un referendum.

(Mauro Favale, 15 ottobre 2004)


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 Libertà e giustizia    - 15-10-2004

Riforme, nasce il coordinamento per il referendum

La riforma costituzionale verso il referendum: continua la battaglia in Parlamento, nasce un coordinamento nazionale per una campagna di informazione e mobilitazione in tutte le città d’Italia.

Nel giorno dell’approvazione in prima lettura del progetto di riforma della seconda parte della Costituzione, Astrid, Libertà e Giustizia e i Comitati Dossetti per la difesa della Costituzione hanno inviato la lettera allegata ai segretari dei partiti di opposizione, ai segretari generali di CGIL, CISL e UIL ai presidenti o segretari delle organizzazioni imprenditoriali e ad alcune centinaia di associazioni e movimenti della società civile.

La lettera, firmata da Franco Bassanini, Sandra Bonsanti e Maurizio Serofilli, dà seguito all’incontro nazionale di Roma del 2 ottobre, al quale parteciparono Scalfaro, Prodi, Amato, Fassino, Rutelli, Epifani, Bertinotti, Cofferati, Veltroni, Franceschini, Angius, Mancino, Sylos Labini, e molti altri. Fu allora deciso di avviare iniziative di riflessione e mobilitazione in tutte le città d’Italia e di incaricare le tre associazioni organizzatrici dell’incontro del 2 ottobre di promuovere una forma di coordinamento di queste iniziative. A tal fine, viene convocata una riunione organizzativa che avrà luogo a Roma il 25 ottobre presso la CGIL nazionale.

Libertà e giustizia
Roma 14 ottobre 2004

 ilaria ricciotti    - 17-10-2004
Per salvare la nostra Costituzione
bisogna mobilitare la popolazione.

Quindi al referendum subitamente
per replicare alla QUADRATA MENTE.