Da dove vengono le nuvole ?
Nuvole - 09-10-2004

In un fumetto di Johnny Hart che ebbe notevole fortuna negli anni Sessanta, B.C. - ovvero Before Christ, ambientato in una improbabile Preistoria - un personaggio che vendeva sapere rimaneva interdetto davanti alla domanda che un ingenuo cavernicolo gli poneva: "Da dove vengono le nuvole?". Nemmeno noi abbiamo la risposta pronta a questo interrogativo, ma vorremmo, insieme con i lettori, abbozzare qualche frammento di risposta, o piuttosto tentare di articolare il meglio possibile la domanda stessa.

Nuvole, dunque. Quali?

Quelle scure di una situazione internazionale passata rapidamente dall'equilibrio del terrore al terrore senza equilibrio; e già hanno fatto sentire il rombo di tuono di cui sono gonfie, minacciando ben altre tempeste, e non solo nei deserti. Nuvole.
Quelle torbide e un po' fetide della situazione politica italiana, dove una democrazia bloccata - intrisa di corruzione e malaffare, di criminalità e parassitismo - sembra non essere più soddisfacente per una parte della classe dominante e per un consistente strato del ceto politico di governo e sottogoverno, a cominciare dalla "più alta carica dello Stato" che preferirebbe tout court il blocco della democrazia, magari in nome della modernità e dell'efficienza europea o americana.

Ma esistono anche le nostre nuvole d'ira. L'autentico elemento comune di chi vuole provare a scommettere in questa rivista è il disagio di una sopravvivenza impotente di una situazione politica e culturale che ci risulta sempre più estranea e sgradevole.
Possiamo dire, in tutta franchezza, zavattinianamente, che ci siamo incazzati? Ebbene si lo siamo. Contro le maggioranze reali o pretese del potere e del consenso, contro la filosofia a buon mercato dell'Italia quinta o sesta potenza (?), contro i luoghi comuni e le facili spettacolarizzazioni di apparati d'informazione e comunicazione succubi o complici, le nostre nuvolette esprimono il sommesso mugugno di chi non ne può più, ma anche la pur viva speranza che qualcosa possa cambiare.



Le nuvole possono serbare dentro di sè sogni e avventure,
annunciare utopie necessarie,
dischiudere d'un tratto rinascite e metamorfosi.
Il sereno permanente e indefettibile può riuscire più malsano
della più uggiosa giornata di maltempo.





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 Patrizia    - 22-04-2005
"...sopravvivenza impotente di una situazione politica e culturale che ci risulta sempre più estranea e sgradevole"... E' la frase giusta per esprimere come io mi sento.
Stavo cercando su Internet una voce fuori dal coro per condividere la mia utopia. Sapevo di non essere sola, ma cominciavo a dubitare. Premessa:
nel tempo libero dipingo.
Una mattina, al risveglio, mi è apparsa un'immagine nella testa: era un'idea da dipingere: sullo sfondo i palazzi con le finestre, (solo il contorno) davanti delle persone in riga (solo il contorno); tutto di un solo colore, celeste, ma un celeste spento. Io mi sentivo tra quelle persone senza volto, in cerca di fuggire. Ecco come io mi sento.