breve di cronaca
Finanziaria creativa e dannosa...
...altro che semplice e solida

Il ministro Siniscalco e tutto il governo proseguono sulla linea della finanza creativa e dell'iniquità sociale dell'ex ministro Tremonti e del premier Berlusconi. Siniscalco ha definito la sua finanziaria "semplice, ma solida", per la campagna Sbilanciamoci è "creativa e dannosa". E' "creativa" perché il governo "dà letteralmente i numeri", come l'anno scorso del resto, sottostimando le uscite e sovrastimando le entrate; è iniqua perché con i "tetti di spesa" - con i limiti ai trasferimenti ad enti locali e regioni - e il tetto alla spesa sanitaria, si privano i cittadini italiani a reddito medio-basso di importanti servizi sociali per l'assistenza, la salute, l'istruzione.
Inoltre è una finanziaria che blocca investimenti e sviluppo nel Mezzogiorno, nonché gli investimenti delle regioni e degli enti locali. Una finanziaria "senza qualità", senza un'idea di rilancio di un'economia, che noi vogliamo "diversa" all'insegna di un modello di sviluppo sostenibile e di qualità, fondato sulla coesione sociale, l'equità, i consumi collettivi, un uso virtuoso della spesa pubblica.
A questa finanziaria sarà accompagnato entro il 1° gennaio del 2005 un DDL per il taglio delle tasse ai redditi medio-alti, proposta alla quale la campagna Sbilanciamoci! si oppone, proponendo al contrario la leva fiscale come strumento di solidarietà, promozione dei diritti e coesione sociale. Dire "meno tasse" significa dire "meno servizi", cioè "meno diritti". Una finanziaria diversa, quella che avremmo auspicato, capace di rilanciare con la programmazione economica l'intervento pubblico per politiche di sviluppo, per rafforzare e sviluppare il welfare e i beni comuni, per sostenere le energie pulite e rinnovabili, rilanciare i consumi pubblici, sostenere l'economia solidale, smilitarizzare l'economia "a mano armata" e rilanciare la cooperazione con i paesi del sud del mondo.

Ma vediamo nel dettaglio i "numeri" della finanziaria 2005 e le nostre proposte:

PER IL 2,7% MANCANO 10 MILIARDI DI EURO

33,5 e non 24 sono i miliardi che sono necessari – secondo il Nens (Associazione Nuova Economia Nuova Società) - per riportare il deficit al 2,7%. Ma anche se fossero buone le previsioni del governo i 24 miliardi che si pensa ottimisticamente di racimolare sono in buona parte virtuali. La finanziaria prevede 7,5 miliardi di entrate grazie alla "manutenzione della base imponibile", e cioè sostanzialmente grazie a misure di "concordato fiscale" da pattuire con le categorie del lavoro autonomo. Cifra sovrastimata -anche dalle associazioni di categoria interessate (da ricordare che nei primi sei mesi del 2004 le entrate da accertamenti e controlli sono calate del 53% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente) - come lo è l'entrata prevista di 7 miliardi dalle alienazioni, affitto e cartolarizzazioni di beni pubblici. Si prenda come riferimento la finanziaria del 2004: le entrate da condoni e cartolarizzazioni sono state inferiori del 50% rispetto alle previsioni. Se a queste cifre si aggiungono i 6 miliardi da reperire per tagliare le tasse, allora i conti diventano "supercreativi". A meno che non si massacri lo Stato sociale.

ANCORA CONDONI (PREVENTIVI)

La appena citata misura di "manutenzione della base imponibile" prevede con un ulteriore creativo esercizio di innovazione linguistica la "pianificazione fiscale concordata" con le categorie del lavoro autonomo: cioè - attraverso nuovi studi di settore - verranno proposte alle categorie interessate in base ai redditi previsti le somme su cui pagare le tasse. I contribuenti che accetteranno le proposte dell'Agenzia delle Entrate eviteranno in cambio per tre anni controlli e potranno avere - in deroga al principio di equità fiscale - anche un bonus fiscale sul reddito in eccesso a quello dichiarato.
La "pianificazione fiscale concordata" - anche se va nella giusta direzione di accrescere la pressione fiscale sul lavoro autonomo - assomiglia molto ad un condono preventivo.

LA SPESA PUBBLICA NON AUMENTA DEL 2%, MA VIENE TAGLIATA DEL 3%

Con il tetto di spesa al 2% (ad eccezione di pensioni e welfare –nel senso di ministero- e in parte agli enti locali), si opera in realtà un taglio reale del 3% alla spesa pubblica, la cui crescita tendenziale per il 2005 era prevista del 5%. Si tagliano soprattutto risorse agli investimenti in conto capitale e ai consumi intermedi, che significano soprattutto spese per la sanità. Il limite del 4.8% di aumento di spesa (rispetto al 2003, solo per finanziare investimenti e solo nei limiti di maggiori entrate) per gli enti locali li costringerà a tagliare servizi essenziali di pubblica utilità e probabilmente a introdurre nuove tasse. Il minor trasferimento agli enti locali è stimato in 2 miliardi di euro. Il metodo del 2% è stupido, "ragioneristico" e indiscriminato. C'è sicuramente una parte di spesa pubblica che deve essere arginata (come la spesa militare), ma ce n'è un'altra che deve essere sostenuta e aumentata (quella sociale e per lo sviluppo): è quello che sostiene la campagna Sbilanciamoci!

AUMENTANO LE TASSE, MA NON QUELLE GIUSTE

Lo sblocco delle addizionali a livello locale porterà ad un aumento della pressione fiscale nei comuni (Tarsu, Ici, ecc.) che colpirà soprattutto i cittadini di reddito medio-basso; il governo sposta furbescamente la pressione fiscale a livello locale per permettersi nel DDL sul fisco che accompagnerà la finanziaria di varare un provvedimento di riduzione fiscale (più vantaggioso per le classi alte) propagandistico ed elettorale. Non si tassano invece -come auspica la campagna Sbilanciamoci! - rendite e speculazioni finanziarie, produzioni e consumi dannosi per la comunità, non si aumentano le aliquote più alte e invece di dedicarsi alla "manutenzione della base imponibile", non si mette in cantiere nessun provvedimento serio di lotta all'evasione fiscale.

MANCANO 3,5 MILIARDI PER LA SANITA'

Lo denunciano le Regioni: i trasferimenti di 88,5 miliardi di euro del governo alla regioni per la spesa sanitaria e per garantire i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono insufficienti. Ne servono almeno 92. Cosa fare in questo caso? O ridurre i servizi o mettere nuove tasse. Il rischio è che chiudano i servizi di base e gli ospedali dei piccoli centri, vengano ridotte le prestazioni dei medici generici, manchino soldi per i reparti di oncologia e gli hospice, come ha già denunciato la campagna Sbilanciamoci! per la finanziaria del 2004. Nel compenso figura in finanziaria un classico finanziamento una tantum -che fa contento il Governatore Storace- da "prima repubblica" all'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma per 50 milioni di euro. E gli altri ospedali, in particolare quelli del Sud? Niente. La campagna Sbilanciamoci! propone di adeguare il Fondo sanitario nazionale al pieno soddisfacimento dei LEA.

SEMPRE PIU' BENEFICENZA, SEMPRE MENO WELFARE

La finanziaria contiene poco e niente per il welfare. E' vero che il tetto di spesa del 2% non è previsto per il Ministero del Welfare, ma è anche vero che gran parte della spesa sociale viene gestita da enti locali e regioni, cui i fondi vengono tagliati, ed eccome. In finanziaria c'è uno straordinario finanziamento di 10 milioni di euro per gli asili nido aziendali (un regalo alle imprese, che ben si prestano in cambio del marchio di "responsabilità sociale"), mentre la campagna Sbilanciamoci prevede un piano nazionale di asili nido pubblici da finanziare con 1 miliardo di euro. Ancora non ha trovato posto nella finanziaria il bonus per il primo nenonato (né quello per il secondogenito, previsto dalla finanziaria dell'anno scorso), ma il ministro Maroni ha ricordato che sarà inserito nei provvedimenti collegati o nel maxi emendamento e la sottosegretaria Sestini ha evidenziato –in nome del principio di equità sociale- che non verrà messo alcun tetto di reddito alla percezione del bonus perché –dice la Sestini: "porre un tetto vorrebbe dire trasformare il bonus in politica sociale, mentre si tratta di una misura di carattere demografico". Chiaro.

ZAINETTO MENO PESANTE. COME IL DIRITTO ALLO STUDIO...

La finanziaria 2005 prevede alcune misure di facciata come l'obbligo di zaini più leggeri e i libri scaricabili da internet. Misure simboliche e demagogiche, che non costano nulla mentre organizzazioni della campagna Sbilanciamoci! denunciano che 1/3 delle scuole italiane non è a norma –e spesso è fatiscente- e che da due anni il fondo per il Diritto allo Studio non è più finanziato. Ragazzi che vincono borse di studio che rimangono virtuali, mentre i soldi alle scuole private continuano ad arrivare. 350 milioni per edilizia scolastica e fondo per il diritto allo studio è la proposta alternativa della campagna Sbilanciamoci!

PER LORO PIU' TELEVISIONE, PER NOI PIU' ENERGIA PULITA

Anche nella finanziaria di quest'anno sono previsti gli incentivi per chi acquista un decoder per la tv digitale –tecnologia dall'ancora modesta diffusione in Italia: un bonus di 120 euro per decoder acquistato per uno stanziamento complessivo di 110 milioni di euro. Un vero regalo per le imprese che si sono cimentate nell'avventura del digitale terrestre: tra queste Mediaset. Il modello di sviluppo che anche con questi incentivi hanno in mente Berlusconi e Siniscalco è emblematico: quello dell'industria dell'intrattenimento e della ricreazione mediatica. Per la campagna Sbilanciamoci le priorità sono altre: tra queste quelle del sostegno alle energie rinnovabili: con gli stessi soldi del decoder in finanziaria di quest'anno si potrebbero dotare le case di 30.000 famiglie italiane di impianti fotovoltaici. Avremmo un'aria più pulita e saremmo meno dipendenti dal petrolio.

ANCORA SOLDI PER LE ARMI, ANCORA TAGLI ALLA COOPERAZIONE

I tagli alla difesa sono minimi e sono compensati dai fondi extrabilancio delle missioni militari all'estero (come i 600 milioni di euro per la presenza delle truppe italiane in Iraq). Con il costo (200 milioni di euro) di un caccia EFA (l'Italia si è impegnata a costruirne 131) si coprirebbero i costi delle domande di servizio civile volontario previste per il 2005. Inoltre si tagliano ancora i fondi per la cooperazione: ce ne sono almeno 250 in meno in finanziaria, e in particolare 30 in meno per la ricostruzione in Iraq.
La campagna Sbilanciamoci! rilancia la proposta del taglio del 10% delle spese militari (che corrisponde all'aumento di spesa degli ultimi 4 anni) e la destinazione dei 600 milioni per le operazioni militari in Iraq ad interventi di ricostruzione del paese distrutto dalla guerra.

CONFLITTO DI INTERESSI

I provvedimenti a favore dei decoder e per l'assicurazione obbligatoria per i proprietari di case contro maremoti, terremoti, eruzioni vulcaniche porteranno soldi anche alle aziende del premier (Mediaset e Mediolanum). Inoltre la polizza per le case, denunciano le associazioni dei consumatori, attiverà un meccanismo simile a quello della RC-auto, con situazioni di monopolio, e provocherà un aumento degli affitti.

PER FINIRE: SBILANCIAMOCI!

La campagna Sbilanciamoci presenterà il rapporto sulla finanziaria del 2005 il prossimo 14 ottobre in Parlamento. Alcune delle proposte della campagna sono state avanzate già in questi giorni. La campagna Sbilanciamoci propone di reperire risorse per 24 miliardi in tutt'altro modo: 14 miliardi utilizzando la leva fiscale in modo progressivo e sociale; 4 miliardi tagliando le spese militari, 6 miliardi bloccando i finanziamenti delle "grandi opere" e con risparmi nella Pubblica Amministrazione. In particolare l'intervento sulla leva fiscale prevede –al contrario del progetto del governo- l'aumento delle aliquote per i redditi più alti (dal 39% al 41% e dal 45% al 48,5%), l'adeguamento della tassazione delle rendite con un'unica aliquota al 23%, un prelievo minimo per le 200.000 imprese italiane che puntualmente ogni anno non denunciano ricavi, la reintroduzione della tassa di successione, l'introduzione della tobin tax e di una serie di "tasse di scopo": carbon tax, su diritti televisivi sullo sport spettacolo, sull'esportazione di armi, sui gipponi SUV, sull'imbottigliamento delle acque minerali. Le proposte sull'utilizzo delle risorse –destinandone una parte alla riduzione del deficit- sono altrettanto chiare: sostegno e sviluppo del welfare (piano nazionale asili nido, fondo per il diritto allo studio, fondo sanitario nazionale, diritto alla casa, ecc.), sostegno e incentivi allo sviluppo sostenibile (energia rinnovabile, sviluppo locale, formazione, applicazione accordi di Kyoto, ecc.), promozione di politiche di pace (aumento delle risorse per la cooperazione allo sviluppo, creazione di corpi civili di pace, ecc.) e sostegno all'economia solidale (sostegno alla creazione dei Distretti di Economia Solidale, riduzione IVA ai prodotti importati dalla rete del Commercio equo e solidale, incentivi alla finanza etica, ecc.). I dettagli e gli approfondimenti (con importi, individuazione capitoli di spesa, tabelle e manovra complessiva) delle proposte saranno illustrati nella conferenza stampa del 14 ottobre alla Sala del Cenacolo, a Roma.

Ufficio Stampa Metamorfosi

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