PIOMBINO — «C'è bisogno di una sinergia tra scuola, famiglie e istituzioni». Lo ha dichiarato Roberto Colombi commissario di polizia di Piombino dopo l'annuncio che dieci minori, che presumibilmente hanno aggredito e picchiato la ragazzina di tredici anni, sono stati condotti in comunità dopo la decisione esemplare, e unica nel suo genere, del Tribunale dei minori di Firenze.
Ma che c'era bisogno dell'unione di tutte le forze lo avevano capito anche genitori e insegnanti che avevano organizzato un incontro alle X settembre proprio per discutere dell'episodio della ragazzina.
Un'assemblea gremita come non era mai capitato prima a Piombino.
Nell'occasione il sindaco Luciano Guerrieri dichiarò che «il tessuto sociale di Piombino è sano. Serve una riflessione collettiva, un'autocritica, ma anche azioni di prevenzione, repressione e se necessario di recupero». Il sindaco pose infatti l'accento su questi ultimi tre temi da sviluppare e su cui agire: la prevenzione da una parte, la repressione e naturalmente il recupero affidato ai servizi sociali.
Ma dall'assemblea emersero numerosi spunti, critiche verso la società, verso le famiglie e anche nei confronti della scuola. Fu subito chiaro che la colpa quando avvengono episodi simili non è mai di un solo soggetto, le colpe sono di tutti, della collettività.
E proprio per tentare di realizzare qualcosa di concreto l'assessore all'istruzione Simonetta Polverini intervenuta all'assemblea propose la costituzione di una commissione esterna composta da insegnanti, psicologi, genitori ed esperti.