A questo sciopero manca qualcosa
Francesco Mele - 06-10-2004
Mi rendo conto che l'unità sindacale richieda la ricerca di equilibri non sempre facili da raggiungere.

Forse per questo nel volantino di proclamazione non è resa esplicita la richiesta di abrogazione della legge 53 e il ritiro del decreto 59.

Ritengo d’altra parte che il movimento, pur proseguendo i percorsi già avviati e da avviare, debba appoggiare questa mobilitazione, questo sciopero, che possono rappresentare un punto di snodo rilevante per la lotta alla politica scolastica del governo. Per questo penso che dobbiamo impegnarci a fondo per la riuscita complessiva della mobilitazione, promuovendo al massimo la partecipazione dei lavoratori, dei genitori, degli studenti, dei cittadini.

Ma, siccome ci saranno assemblee unitarie in tutta Italia per preparare queste scadenze, propongo che in ciascuna assemblea si presenti una mozione che chieda di inserire tra le parole d'ordine dello sciopero l'abrogazione della legge 53, il ritiro del decreto 59 e il blocco di quelli in discussione.
Senza grandi giri di parole e senza preamboli, tanto a questo punto o si è di qua o si è di là.

Qualcosa del tipo:
L'assemblea ecc ecc chiede alle organizzazioni sindacali che hanno proclamato la mobilitazione della scuola che culminerà nello sciopero del 15 novembre, che tra le parole d'ordine venga indicata chiaramente la richiesta di abrogazione della legge 53, il ritiro del decreto 59 e il blocco di tutti quelli in discussione...

Consapevole che questo possa non essere sufficiente, propongo che fin da ora la partecipazione dei movimenti a questa mobilitazione, in tutte le sue fasi, sia centrata prioritariamente su questi tre obiettivi strategici.

Con questo non voglio sminuire l'importanza degli altri obiettivi presenti nel volantino di proclamazione, i quali hanno tutti, indubbiamente, notevole rilievo sia per i lavoratori del comparto sia per la salvaguardia della scuola pubblica.

Penso però che queste parole d'ordine, ABROGAZIONE, RITIRO, BLOCCO, debbano arrivare forti e chiare a chi avrà, prima o poi, la responsabilità di decidere se tradurle o no in programma politico.

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf