La cremazione e la dispersione delle ceneri
Gianni Mereghetti - 04-10-2004
Intervenendo sul fatto che metà degli abitanti di Milano sceglie la cremazione il prof. Emanuele Severino ha messo in evidenza che questa scelta non è motivata solo da esigenze pratiche, ma ha dei chiari fondamenti culturali. Per il prof. Severino la diffusione della cremazione è il segno preoccupante di un lento abbandono al nulla, abbandono che è davanti alla morte perchè rappresenta il modo normale di affrontare la vita. La cremazione sarebbe quindi un indizio del nichilismo dominante, tanto che vita e morte alla fine hanno lo stesso valore, il nulla! Però per Severino più forte di questo cadere nel nulla è presente nel nostro cuore "un’altra voce - quella autentica - che dice che l’uomo non è cenere, ma è eternamente salvo dal nulla e che la sua è la morte di chi, pur morendo, in quella salvezza eternamente permane”.

Ha ragione il prof. Severino! Se la pratica della cremazione fosse l’affermazione del nulla sarebbe da rifiutare perchè significherebbe la negazione del giudizio ultimo della ragione, quella della positività dell’essere. Del resto la Chiesa stessa permette la cremazione “se tale scelta non mette in questione la fede nella resurrezione dei corpi” (Catechismo della Chiesa Cattolica).

La morte è il passaggio all’essere, non la parola definitiva sull’uomo, per questo il diventar cenere non può significare diventar nulla, ma è la condizione attraverso cui l’uomo deve passare perchè il suo grido d’eternità si realizzi.

E’ per questo che, se si può acconsentire alla cremazione, non si può essere d’accordo con l’introduzione della pratica della dispersione delle ceneri nei luoghi naturali. Disperdere le ceneri al vento o nel mare o in un fiume è un gesto contro l’unicità dell’uomo e la sua unicità eterna. L’uomo infatti non è una parte della natura, che alla fine si disperde nella natura! Questa è una religiosità panteistica del tutto contraddittoria al grido d’eternità che si alza dal cuore umano. Che c’interessa che la natura sia eterna e che noi come pulviscolo ci mescoliamo in essa? E’ per essere felici e per averne coscienza che ciascuno di noi vive!

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 golzio armando    - 11-10-2004
Se penso che il mio corpo è formato di atomi formatisi chissà in quale stella e chissa in quale tempo, rimescolatisi tra loro chissà in quale luogo dellUniverso,pur essendo convinto dell'unicità dell'uomo, mi sembra che il dire che spargere le ceneri è contro l'unicità dell'uomo è... inutile

 annarita    - 11-10-2004
Ma che cavolo di discorsi sono? E se uno è, appunto, panteista? Proibito? Spinoza, Russel e mi pare qualche altro filosofo di un certo prestigio - oltre alla sottoscritta - erano, appunto, panteisti. Credo non ci sia nulla di pericoloso nel sentirsi un tutto con la natura: perchè preoccuparsi tanto? Pensi a quante ceneri le bombe delle guerre disperdono nel vento...