Miracoli
Marino Bocchi - 25-09-2004

La piccola colombiana

Soprattutto i rivoluzionari autentici credono ai miracoli. Qualunque fede o dottrina essi abbraccino. In cosa poi il miracolo consista, nella sua essenza e natura, nessuno può dirlo. Vittorio Messori, lo studioso e giornalista cattolico più rigoroso e acuto che io conosca, ne accenna nel suo articolo uscito sul Corriere della sera mercoledì 22 settembre, in cui recensisce un saggio di Saverio Gaeta che appunto ha per titolo Miracoli. Lo ha scritto uno dei capiredattori di Famiglia Cristiana, il quale ha scartabellato nell’ampio dossier della Congregazione vaticana per le cause dei santi, l’organismo che si occupa di raccogliere i documenti e le prove testimoniali dei candidati alla beatificazione e canonizzazione. Su oltre 400 casi a partire dal ’83 ne ha selezionati 15 che particolarmente sfuggono ad ogni tentativo di analisi razionale, nonostante il filtro utilizzato dagli esperti e scienziati che di quella Congregazione fatto parte, sia severissimo. Perché, scrive Messori, “il rigore è di interesse vitale per la Chiesa che, qui, mette in gioco i valori più alti che sfiorano, addirittura, l’infallibilità e che, quindi, non tollerano superficialità ed equivoci. Soltanto se gli esperti – dopo esami, discussioni, votazioni e un giuramento previo di attenersi soltanto a scienza e coscienza- emettono un attestato di inspiegabilità scientifica, l’istituzione ecclesiastica sottopone il caso al papa perché, se lo ritiene, proceda alla glorificazione del cristiano o della cristiana”. Si va dunque dalla “piccola colombiana con la spina dorsale trapassata dal proiettile calibro 9 sparato da un trafficante di droga e che si rimette a camminare”, all’ufficiale della Marina peruviana che ha salvato nel 1988 l’equipaggio di un sommergibile affondato, utilizzando una forza delle braccia equivalente a 4 tonnellate (tante ne occorrono secondo gli esperti per compiere quell’operazione a 20 metri di profondità): per un utile confronto, il record mondiale di sollevamento pesi è di 213 chilogrammi.


Feticismo

Inspiegabilità scientifica: nel linguaggio di teologi ed esperti di diritto canonico, la natura del miracolo consiste per l’appunto in questo. Ma si può sottrarre il miracolo all’orizzonte religioso e di fede di cui fa tradizionalmente parte e accettarlo e comprenderlo, in accezione diversa, all’interno di quello laico e scientifico? Io penso che sì, che si dovrebbe. Perché esso è garanzia di imprevedibilità, di casualità, di apertura al diverso e al mistero della vita e dell’incontro. E invece, lo spirito laico, trasformatosi in laicismo o la scienza, divenuta scientismo, annegano e occultano ogni cosa sotto la coltre di un razionalismo o di un tecnicismo che tutto uniforma, riduce, relativizza ed espelle e nasconde alla vista ciò che non si può spiegare. Operazione sovranamente ideologica e mistificatoria che è una componente non secondaria del pensiero unico, concetto troppo abusato ma anche, e corrispettivamente, poco approfondito da parte dei pochi che lo usano. Sotto questo profilo, è esemplare la funzione che è venuta assumendo l’Economia, con la sua pretesa di ricondurre ogni fenomeno ad un ordine logico e ad un linguaggio che si vorrebbero ancorati al più severo realismo mentre suonano e sono del tutto falsi e feticisti. Per rendersene conto, basta sfogliare le pagine economiche dei quotidiani e leggere le analisi degli esperti. Un qualunque laureato o docente alla Bocconi, in uno stile infarcito di neologismi anglicizzanti, ci dirà un giorno una cosa e il giorno seguente l’esatto contrario. Ed entrambe le volte cercherà di farci credere che le sue previsioni per il futuro, le stime, le curve di crescita o di decrescita, sono scientificamente impeccabili perché basate sull’analisi dei dati. E’ anche così che nascono le mode, le abitudini mentali, i luoghi comuni spacciati per eccezionali conquiste di qualche genio sedicente. Sulla base di esse, fondate sul niente, si muovono gli interessi e gli affari, si decidono i destini dei popoli oppure si costruiscono sofisticate riforme, tipo quelle scolastiche degli ultimi anni, che essendo fondate su assunti non economici ma economistici, di quelli rivelano la totale inconsistenza.


Il sopravveniente

L’origine della filosofia, disciplina laica per eccellenza, è la meraviglia. “Platone nel Teeteto mette sulla bocca di Socrate queste parole:”Ed è proprio del filosofo questo che tu provi, di essere pieno di meraviglia; né altro cominciamento ha il filosofare che questo”…..La filosofia nasce dall’incanto e dallo stupore..quel che attrae è l’inatteso” (Salvatore Veca, Parole della filosofia, Feltrinelli, pag.11). L’inatteso o ce qui vient, il sopravveniente, termine chiave nel pensiero del più grande filosofo dei nostri tempi, Jacques Derrida che lo pone al centro di uno dei più bei libri degli ultimi anni, Quale futuro?, Bollati Boringhieri, scritto con la collaborazione della storica della psicanalisi Elisabeth Roudinesco. “L’individualità in effetti si trova esposta al sopravveniente come alla dimensione dell’altro e dell’incalcolabilità. L’individualità in quanto tale….non può mai ridursi, nella sua stessa esistenza, alle regole di un calcolo meccanico o alle leggi irrevocabili di un determinismo assoluto.” (pag. 78-79). In questa cornice di analisi e di significati che ha per tema la natura della libertà si colloca l‘altrettanto importante concetto derridiano di ospitalità purache consente al visitatore, a chi giunge senza essere atteso, di arrivare senza che gli siano chieste spiegazioni, o tantomeno il passaporto” (pag. 88).
E evidente che qui il filosofo franco-algerino non intende l’Altro solo come persona, come figura dello straniero ma come ogni fatto, ogni accadimento che, in quanto sopravveniente, non previsto, non calcolato, si manifesta in termini di evento, secondo modalità proprie all’epifania dell’inatteso, vale a dire, e propriamente, un miracolo, qualcosa che non è spiegabile scientificamente se non rivedendo e allargando sempre e di nuovo le fondamenta teoriche e accettandone al contempo la loro, sempre provvisoria, anti-sistematicità.
E invece, le infinite tragedie che ci avvolgono stanno a dimostrare, a saperle leggere, che sono in apparente conflitto sanguinoso due sistemi chiusi, impermeabili e refrattari, anzi ostili, al sopravveniente: Conflitto apparente perché, da un lato l’integralismo religioso e dall’altro quello del pensiero occidentale dominante, edonista e liberista, sono nella sostanza espressioni simmetriche di un analogo fondamentalismo che assolutizza la ragione strumentale o la fede e che ha al suo centro una smisurata, orgogliosa affermazione del principio di sovranità (di Dio, delle sue leggi o del pensiero occidentale, nelle sue varie declinazioni: diritto, economia, dottrine politiche)


Meteoriti

Innumerevoli oggetti cosmici attraversano lo spazio infinito, perforano come strisce di luce il buio delle incalcolabili distanze. La Terra ne è sfiorata. Basterebbe che solo uno di essi la colpisse, per esserne distrutta. Un grosso meteorite che viaggia col moto di una palla di rugby e che si muove alla velocità di 115.200 chilometri all’ora si avvicinerà al nostro pianeta il 29 settembre. Di asteroidi è ricco l’immaginario della letteratura, fantascientifica e non. Da un asteroide scese il Piccolo principe di Saint-Exupéry, un misterioso monolito di provenienza celeste è il protagonista di 2001 odissea nello spazio e, più recentemente, di nuovo un meteorite minaccia la terra in Armageddon. Un oggetto dello stesso tipo, secondo alcuni, sarebbe all’origine dell’inabissamento della mitica città di Atlantide. Tante altre storie si potrebbero raccontare. Quello che di sicuro e di certo si può dire è che solo un miracolo (lo affermano gli scienziati) ha sinora impedito che qualcuno di essi ci colpisse e, di conseguenza, ci distruggesse.


Bertrand Russel

Guardava spesso il cielo Bertrand Russell, come Giordano Bruno tanti secoli prima. E come l’altro, anche lui, grande scienziato scettico, anticlericale ed eretico, che proprio per questo credeva nel miracolo laico della libertà, ne trasse lo spunto per una feroce critica contro ogni pretesa egemonica di una dottrina sull’altra, di una fede sull’altra, di una civiltà giudicata superiore rispetto ad una ritenuta inferiore. Contro ogni possibile variazione dell’eterno pregiudizio antropocentrico ed etnocentrico.
Nel mondo visibile la via Lattea rappresenta un minuscolo frammento, in questo frammento il sistema solare è una macchia infinitesima, e di questa macchia il nostro pianeta costituisce un puntolino microscopico. Su questo puntolino, tanti minuscoli aggregati di carbonio e acqua, dalla struttura complicata, e dotati di alquanto insolite proprietà fisiche e chimiche, strisciano per pochi anni, fino a quando non tornano a dissolversi negli elementi di cui sono composti. Dividono il loro tempo tra il lavoro escogitato per posticipare il momento in cui ciascuno di essi si dissolverà, e frenetiche lotte per impedire quel lavoro agli altri esseri della loro specie. Convulsioni naturali distruggono periodicamente alcune migliaia o milioni di loro, e le malattie ne spazzano via prematuramente un numero anche maggiore. Questi avvenimenti sono considerati disgrazie; ma quando gli uomini riescono a procurare con le loro stesse mani simili distruzioni, ne gioiscono, e ne rendono grazie a Dio. Nella vita del sistema solare, il periodo durante il quale l’esistenza dell’uomo sarà fisicamente possibile è una minutissima porzione del tutto; ma c’è motivo di credere che anche prima che questo periodo scada l’uomo sarà riuscito a porre termine alla propria esistenza coi suoi sforzi diretti a un reciproco annientamento”. (B. Russel, Saggi scettici, TEA, pagg..24-25).

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L’ultima risata

I miracoli esistono, ma tu devi essere l’artefice del tuo….Per me era importante aver capito questo, che il fine della mia vita era di ristabilire un’armonia con quel che mi circonda….
Ridere, io trovo che ridere è una cura, è parte della guarigione. Infatti un’altra delle terapie che ho scoperto in India è la terapia del sorriso, del ridere. Per cui il consiglio che do a tutti è cominciare con una gran risata e finire con una gran risata
” (Tiziano Terzani, brano tratto dall’intervista che Rete 4 manderà in onda lunedì prossimo, realizzata due mesi prima della sua morte).



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