Fra metodo e follia
Cosimo Scarinzi - 20-09-2004
Carabinieri a scuola per controllare il comportamento del personale rispetto alla Riforma Moratti

Lunedì 13 settembre, in occasione dell’inizio dell’anno scolastico, gli insegnanti, il personale amministrativo e i collaboratori scolastici della scuola media di via Fosso dell’Osa (estrema periferia orientale di Roma) hanno avuto una singolare sorpresa.
Alcuni militi dell’arma dei carabinieri si sono presentati a scuola e hanno posto domande di questo genere: "L’inizio delle lezioni è stato regolare? Ci sono insegnanti in sciopero (sic!) o in agitazione contro la Legge di Riforma della scuola?".
Non risultano comportamenti analoghi in altre scuole, resta il fatto che simili pensate di qualche zelante sottufficiale sono il frutto di una pressione crescente contro i lavoratori della scuola, gli studenti e persino quei dirigenti che si rifiutano di applicare come soldatini la Riforma - meglio sarebbe chiamarla controriforma - Moratti.

La CUB Scuola:

· manifesta la sua piena solidarietà ai colleghi coinvolti
· chiede formalmente al MIUR di informare l’Arma dei Carabinieri in merito
al carattere non criminale del movimento dei lavoratori della scuola
· invita tutti a vigilare contro ogni tentativo di ridurre le libertà civili
e sindacali.

Difendere la libertà ovunque!

Per la CUB Scuola
Il Coordinatore Nazionale
Cosimo Scarinzi


Torino, 19 settembre 2004




interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Giuseppe Aragno    - 20-09-2004
Occorrerebbe che i nostri signori deputati interrogassero sull'accaduto il ministro dell'Interno Pisanu e quello dell'istruzione Moratti.


 gp    - 21-09-2004
Su questa - circostanziata - denuncia propongo la lettura di quanto scrive il Corsera (ed. romana).

I carabinieri visitano la scuola media «Rossini»


I carabinieri visitano la scuola media «Rossini» al Villaggio Prenestino e la succursale di Castelverde il 13 settembre: il preside Lino Fazio «con stupore e preoccupazione» dice che i militari hanno chiesto «se l’avvio delle lezioni è stato regolare e se ci sono insegnanti in sciopero o in agitazione contro la Riforma Moratti».

Dall’Arma, invece, l’iniziativa viene giudicata come «normale attività di routine che si fa di solito all’inizio dell’anno scolastico in ogni zona per prendere contatti con i dirigenti degli istituti». Il motivo della visita «non era certo quello di indagare sugli insegnanti e sull’applicazione della Riforma», precisano dal Comando provinciale.

Il caso ha innescato le critiche del centrosinistra e dei sindacati che definiscono l’episodio «gravissimo e sconcertante». Replica il ministero dell’Istruzione: «Siamo del tutto estranei alla vicenda».

Secondo la ricostruzione fatta da tre docenti della Rossini, otto giorni fa, durante l’orario delle lezioni, due carabinieri hanno effettuato una breve visita nell’istituto in via Fosso dell’Osa e poi nella succursale. Nei giorni scorsi, venuti a conoscenza della vicenda, i tre docenti hanno chiesto spiegazioni ai responsabili della Rossini. «Ci sembrava strano che i militari fossero venuti per capire se l’avvio delle lezioni è stato regolare - osserva uno di loro che insegna lettere e chiede l’anonimato - ed è anche più strano che abbiano chiesto, come ci ha detto il preside Fazio, se c’erano docenti in sciopero o in agitazione contro la Riforma». Un’altra insegnante aggiunge indignata: «I militari hanno interpellato pure qualche docente e una bidella in entrambe le sedi. Ma che cosa c’entrano i carabinieri con la riforma Moratti? Del resto non mi risulta che fossero state proclamate dai sindacati proteste o scioperi». Un altro collega taglia corto: «Si tratta di una intimidazione: è un atto antisindacale che spero non incida sui percorsi didattici».

Ieri il preside Fazio ha fornito una prima versione dell’accaduto: «È la prima volta che vedo comparire i carabinieri per sapere se c’erano insegnanti in sciopero o in agitazione contro l’applicazione della Riforma Moratti - spiega il preside -. La domanda mi ha molto sorpreso». Poi Fazio ha gettato acqua sul fuoco delle polemiche: «Ho detto ai carabinieri che non c’era alcun problema: mi hanno fatto notare che si trattava di un controllo a tappeto. Forse qualcuno vuole gonfiare il caso...».

Intanto una pioggia di interrogazioni parlamentari ai ministri dell’Interno Pisanu e dell’Istruzione Moratti è stata annunciata ieri da Chiara Acciarini (Ds), Mauro Marino (Margherita), Paolo Cento (Verdi) e Gabriella Pistone (Pdci). «No a liste di proscrizione - esclama Cento - Non ci faremo intimidire da questo episodio inaccettabile». D’accordo i sindacalisti Enrico Panini (Cgil), Massimo Di Menna (Cisl), Piero Bernocchi (Cobas) e Cosimo Scarinzi (Cub) che bocciano la visita come «un atto inaccettabile». Per la senatrice Acciarini «solo nelle favole di Collodi i carabinieri controllano il regolare funzionamento della scuola».

Francesco Di Frischia







 Anita    - 21-09-2004
Giro anch'io una mail che ho ricevuto.
Grazie e ciao
Anita


«Chi è contro la riforma?». Carabinieri in una scuola romana di Mariagrazia Gerina (Articolo tratto dall'Unità del 20.09.2004

«Permette una domanda? Tutto bene con l´avvio dell´anno scolastico?
Segnali di scioperi o proteste contro la riforma Moratti da parte degli insegnanti della sua scuola?», si è sentito domandare, il primo giorno di scuola, il preside di una scuola media romana - la Rossini di via Fosso dell´Osa - da due carabinieri in divisa, incaricati di monitorare la situazione all´inizio dell´anno scolastico. C´erano con lui alcuni insegnanti. Discutevano di come coprire i «vuoti» lasciati scoperti dalle mancate nomine annuali (per via del caos delle graduatorie) e di problemi di questo genere, che la gestione Moratti ha seminato in questa come nelle altre scuole, periferiche o centrali, della penisola.

Il gelo

«Una cosa da regime!», commentano gli insegnanti nel corridoio. I primi a mobilitarsi sono due di loro, che preferiscono restare anonimi. Ne danno notizia ad Adista e all´agenzia di stampa Apcom, contattano i sindacati. A quel punto, anche il preside conferma. «È vero, mi hanno fatto proprio quelle domande», ci spiega il signor Lino Fazio, che è preside nella scuola Rossini da tre anni. Una scuola come tante altre, all´estrema periferia Est della città, lungo la via Prenestina che in questo tratto, oltre il raccordo anulare, attraversa paesaggi misti tra città e campagna.
Alle pareti, alcuni murales e mosaici. In bacheca, sventola un fascicolo - che si può staccare e consultare - che mette seccamente a confronto le ore di lezione nel vecchio e nel nuovo modello - sopra scritto a penna «Riforma Moratti». Chissà se hanno appuntato anche questo i due carabinieri, lo scorso 13 settembre, nel loro giro di ronda per le scuole del quartiere.
Proprio alla sua scuola, è toccato dare l´allarme. «Hanno detto proprio così, che si trattava di un controllo a tappeto», ripete il preside, che ancora non riesce a darsi conto dell´accaduto, ma che avrebbe preferito, anche, non fare clamore - per questo non ha pensato a denunciare per primo l´episodio. Lo scorso anno, un contatto con i carabinieri c´era già stato, ma l´oggetto della conversazione in quel caso era stato tutt´altro. Un ragazzo aveva rubato un cellulare ad una sua compagna di classe e poi aveva chiesto del denaro per restituirglielo. «Sa questa è una zona difficile. In casi del genere, può capitare di avere a che fare con i carabinieri». Di dover parlare con loro di riforma e degli orientamenti degli insegnanti proprio non se lo aspettava.
Ds, Verdi, Comunisti italiani, Prc annunciano sull´episodio interrogazioni parlamentari al ministro dell´Interno Beppe Pisanu e a quello dell´istruzione, Letizia Moratti. «I carabinieri negli istituti non hanno proprio nulla a che fare con libertà della scuola e autonomia scolastica, tanto invocate dal ministro», attacca Chiara Acciarini (Ds). «No alle liste di proscrizione», grida il consigliere comunale disobbediente indipendente del Prc Nunzio D'Erme. «Se confermato, l´episodio sarebbe un tentativo di ispezione in un posto di lavoro, quando lo sciopero è tra i diritti espressamente garantiti e tutelati dalla Costituzione», ribadisce Gabriella Pistone dei Comunisti Italiani. Parlano di clima teso i sindacati.
«Alle lettere inviate in queste settimane da diversi solerti direttori scolastici regionali, che invitano i Dirigenti scolastici a far cambiare le decisioni ai Collegi dei Docenti relative alla Legge 53, ora si aggiunge questo inquietante episodio», attacca Enrico Panini, segretario della Cgil Scuola. Piero Bernocchi, Cobas: «È sbalorditivo. Chiediamo al ministro se l´arma chiave per imporre la sua impopolarissima riforma sarà d´ora in poi l´Arma dei carabinieri».
]Il ministero: non c´entriamo. Il ministero - in un breve comunicato - si dichiara del tutto estraneo alla vicenda. Mentre i carabinieri smentiscono.
O meglio, ammettono di aver fatto visita alla scuola Rossini. Spiegano anche che non si tratta di un'iniziativa sporadica, ma di un monitoraggio, di routine, all´inizio dell´anno scolastico. Un monitoraggio, che, spiegano dalla prefettura, dovrebbe riguardare questioni di sicurezza, la prevenzione rispetto alla droga, per esempio.
Certo, non la riforma. Quello che l´arma invece smentisce è il contenuto della conversazione che si è svolta in quella occasione, alla presenza di alcuni insegnanti, tra i carabinieri e il preside della scuola Rossini.
«Hanno chiesto è semplicemente se era tutto a posto», spiegano al comando provinciale di Frascati, da cui dipendono i due carabinieri. Una domanda generica, insomma. Che però sia i professori che il preside ricordano in modo dettagliato.

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L'autoritarismo ha bisogno di obbedienza, la democrazia di DISOBBEDIENZA