Territori d'oltremare
Emanuela Cerutti - 18-09-2004

Rina ha cinque anni. Da un anno lavora sulla riva di un fiume fangoso, uno come altri, nel Bengala occidentale. Tailleuse de pierre, leggo su un giornale locale che traduce dall'inglese, ma devo stemperare il velluto dello scalpellino nel morso dello spaccapietre.
Da un anno Rina estrae grosse pietre dal fiume, le ferma con i suoi piccoli piedi, le colpisce ritmicamente con un martello, fino a ridurle in pezzi utili alla costruzione di case e strade.
Ogni carico da 5 tonnellate viene pagato 700 rupie, 15 dollari, una ventina di euro. Rina e la sua famiglia ci mettono dalle 3 alle 4 settimane per riempire un camion: il giorno dopo, il giorno di paga, in casa sua si mangia la carne.
In India, per legge, i minori di 14 anni non possono lavorare, ma, secondo le organizzazioni umanitarie, i piccoli lavoratori e le piccole lavoratrici sono ben più di 100 milioni. A tempo pieno o a mezza giornata.
"Lo scarto tra i ricchi e i poveri si allarga", recita un ritornello che non stupisce più.
"Mi piace - sussurra Rina all'intervistatore, senza interrompere il lavoro – "però mi piacerebbe di più andare a scuola".
A casa il fratellino Wikramm. 3 anni, gioca con il suo giocattolo: un martello.
Quanto peserà una sola di quelle pietre?


Michel Marc Bouchard, québécois, autore dal 1983 di pièces teatrali, pensa che al teatro spetti il compito di regalare poesia e libertà. Se è vero che i valori sono stati fagocitai dal materiale e dal dieu argent, crede, è possibile che l'arte possa salvarci. L'arte con la A maiuscola, la strada che raggiunge le nostre zone più nascoste, l'elemento ("il più grande") della pace contrapposto all'ironia, al cinismo, alla derisione.
La sua "Histoire de l'oie", rappresentata per la prima volta a Lyon nel '91, è una "storia di violenza ereditaria che, come la miseria, si trasmette di generazione in generazione".
Ambientata nella realtà rurale canadese degli anni '50, "intrappolata tra la povertà e l'oscurantismo religioso", la storia viaggia oltre i confini spazio-temporali, "non per spegnere la burrasca, ma per placare il fulmine".
Come succede a Maurice, che cercando una via d'uscita alle tempeste scatenate sulla sua vita di bambino, trasforma la fattoria in giungla. Una giungla immaginaria, nella quale Tarzan l'eroe è più forte delle percosse ricevute, Teeka l'oca è più importante delle piume da vendere, e Bulamutumumo onnipotente riporta giustizia distruggendo i cattivi.
Non funziona sempre, però: qualche volta il meccanismo si inceppa ed il sogno si fa incubo.
"Un incubo è quando si spengono tutte le luci, un sogno è quando ne lasci accesa una".
Maurice, adulto, attende ancora che il temporale si plachi, nella sua testa e nel suo cuore.
Quanto peserà uno solo dei suoi fulmini?


Mentre nelle aule francesi si (ri)accende tra gli adolescenti il dibattito sull'uniforme ("la vorrei, così non sarebbe più importante se non mi vesto firmato" "non la voglio, voglio essere libero di vestirmi secondo il mio stile"), il Piano per l'offerta formativa che ho tra le mani cerca di trovare una sua ragion d'essere.
Consulto documenti e progetti, nel tentativo di ristabilire un legame coerente tra l'esercizio del mio lavoro e le sue motivazioni più profonde, attraversando altri territori chiamati "Visione", "Missione", "Valori". Mi chiedo quanto vicini.







Mi distraggo, pensando alla ragazza siciliana incontrata su un treno, in fuga da una famiglia che la terrorizza. O a Gianni, che crede sufficiente un impeto intimo di buona volontà per affidare a Paolo ( o a se stesso?) le chiavi di casa.
Si fa tardi. Il telegiornale parla di 200 intellettuali ammazzati in Iraq "perché filosaddam", dall'inizio della guerra.
Sul Pof chioso a margine, velocemente:

SCUOLA= universo simbolico abitato da mondi in relazione:

  • il mondo delle intelligenze, plurali e sfaccettate, numerose quanto i nessi tra gli eventi o le ipotesi sui fenomeni
  • il mondo delle emozioni, capaci di trasformare in gesti i sentimenti e in conseguenze i fatti quotidiani
  • il mondo dei linguaggi, infinite traiettorie che permettono ai significati di emergere, incontrarsi, condividere speranze……

Mi interrompo: dobbiamo parlarne. Perchè continuare abbia un senso e cambiare una possibilità.
Quanto potrebbe pesare uno solo dei nostri sogni?



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 Giuseppe Aragno    - 20-09-2004
Grazie Emanuela, a nome di Rina, la petite tailleuse de pierre, che interroga le nostre coscienze e seppellisce sotto le sue pietre la nostra tranquilla innocenza borghese.