Indymedia - 10-09-2004 |
Inghiottite a Baghdad La capitale irakena è terreno in cui si giocano molti conflitti: tra stati, tra servizi di intelligence, tra partiti e gruppi politici irakeni, tra capitani di ventura e multinazionali. Ed e' questa Bagdad che ha inghiottito Simona Pari, Simona Torretta, Ra'ad Ali' Abdul-Aziz e Mahnaz Bassam. Le due cooperanti italiane lavorano nella ONG "Un ponte per..." e fanno parte di quel gruppo di Ong che, come Intersos in cui lavora uno degli operatori locali sequestrati, portano avanti progetti di monitoraggio e promozione dei diritti della popolazione irachena nonche' di ricostruzione, anche in tempo di guerra, molto spesso finanziati dalle istituzioni pubbliche e privati. Oltre a fare cooperazione, le operatrici hanno trovato il tempo di fare informazione indipendente, raccontando cio' che i giornalisti non sanno o non vogliono raccontare (e qualcuno adesso lo ammette). Dalla notizia del rapimento appelli, iniziative e commenti vengono diffusi e organizzati dal mondo dell'associazionismo, del pacifismo, dalle comunita' islamiche e dalle donne musulmane. Media e politici istituzionali, invece, approfittano del sequestro per continuare a giustificare l'intervento militare in Iraq: a sentire loro, chi oggi critica la guerra si schiera automaticamente con i sequestratori, anche tra coloro che fino a ieri sostenevano la priorita' del ritiro delle truppe. Paradossalmente, oggi l'operato dei pacifisti in Iraq viene esaltato senza vergogna anche da chi, come il governo italiano, alle stesse ONG vuole tagliare i fondi. Le mobilitazioni |
Un ponte per - 10-09-2004 |
A tutto il movimento per la pace Cari amici, vogliamo ringraziarvi per le straordinarie manifestazioni di solidarietà a cui state dando vita in tutta Italia e in molte forme. Credete, sono molto importanti per noi per lavorare anche concretamente a mantenere aperta la speranza. Davvero siamo un unico grande movimento. In queste ore, oltre alle Simone, Raad e Mahnaz, in Iraq rischia la vita un'intera popolazione. Continuano i bombardamenti alle città, stamattina un attacco dal cielo a Falluja ha causato altre otto vittime, tra cui quattro bambini e due donne. Non dimentichiamoci di loro. La guerra continua a fare vittime civili. Vogliamo la salvezza di Simona, Simona, Raad e Mahnaz. Vogliamo la salvezza di tutti gli iracheni. D'accordo con tutto il comitato Fermiamo la Guerra chiediamo che la fiaccolata di domani a Roma, e le iniziative per la liberazione degli operatori umanitari italiani e iracheni che si prendono in tutta Italia, chieda con forza anche la fine dei bombadamenti sulle città irachene, a cominciare da Falluja, dove il Centro per i diritti umani mentre cadevano le bombe ha trovato il tempo di esprimere solidarietà a noi e chiedere la liberazione degli ostaggi. Femiamo la guerra. Libertà per gli operatori umanitari. Vi preghiamo di far circolare questo messaggio. |