A Beslan, mentre imperversava la furia cieca del terrorismo mietendo vittime innocenti, un'insegnante, facendo scudo con il suo corpo, salvava David, un bambino di undici anni.
Questo gesto umano, piccolo, sproporzionato rispetto all'immane tragedia di Beslan e alla crudeltà aberrante del terrorismo, è la speranza che pur è fiorita dentro uno dei fatti più gravi che l'umanità possa annoverare nel suo difficile cammino.
Se non ci fosse stata quest'insegnante che ha dato la vita per salvare un bambino tutto sarebbe come vogliono i terroristi, un grande nulla, dentro il quale vivere e morire non fa differenza.
Invece quest'insegnante c'è stata e il terrorismo - che non solo uccide, ma vuole che la vita non riprenda se non dalla vendetta - dal suo gesto d'amore giace sconfitto.
Così l'inizio dell'anno scolastico porta con sè il dolore per la strage compiuta dentro la scuola di Beslan, ma ancor di più il volto di quell'insegnante, che con il suo sacrificio ha testimoniato uno sguardo di amore totale fino dare la vita per il bene dell'altro, lo sguardo di cui è fatta l'educazione.
Non si può rientrare in classe in questo nuovo anno scolastico se non a partire da quell'insegnante, che con un gesto supremo ha testimoniato la quotidianità dell'educazione, dare ogni istante la vita per il bene dei bambini. A Beslan come nelle classi di tutto il mondo è dall'amore che si ricomincia, e l'amore è il gesto supremo dell'educazione.
Anna Di Gennaro Melchiori - 13-09-2004
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Sono perfettamente d'accordo con quanto affermi, ma purtroppo mi giungono notizie ben diverse dal mondo della scuola: situazioni conflittuali all'ordine del giorno non solo tra studenti, ma sempre più spesso tra docenti impegnati in diatribe "coram populi" sotto gli occhi stupiti dei loro "educandi"!
Un po' di realismo mi sembra d'obbligo tra tanti commenti talvolta melensi che leggo in questi giorni di lutto per l'umanità sofferente della dimenticanza del perdono. A cominciare da chi ha il mandato istituzionale di educare al Bello, al Buono al Vero, al Giusto!
Al lavoro dunque...
Anna Di Gennaro |