breve di cronaca
Rivolta anti tutor
www.repubblica.it - 25-08-2004
Molte elementari non intendono applicare le nuove norme.

Al centro della protesta la figura del vecchio "docente unico
".


Scuola, la rivolta anti-tutor, s'inceppa la riforma Moratti.


E il ministro minaccia: "Sanzioni a chi non si adegua"


di MARIO REGGIO

ROMA - Basta con le sperimentazioni. Dal 16 settembre la prima parte della riforma Moratti diventa legge. Ma rischia di trasformarsi nell'ennesimo flop. Nelle scuole elementari dovrebbe apparire, come per incanto, il maestro "tutor". Un altro fiore all'occhiello, assieme allo slogan "inglese, internet, impresa" della prima "vera riforma dopo quella Gentile", come ama ricordare spesso il presidente del Consiglio. Ma con il passare dei giorni, il maestro unico, si sta trasformando in una illusione.

A Milano, tutte le scuole elementari, a pochi giorni dall'inizio dell'anno scolastico hanno deciso che le nomine possono benissimo attendere. Stessa musica a Roma, Bari, Bologna. A Palermo, invece, prevale la linea: tutti tutor o nessuno.

Ma cosa è in realtà questa misteriosa figura che dovrebbe rifondare le nostre scuole elementari? Secondo gli ideatori dovrebbe essere il maestro che valuta i piccoli studenti, tiene i rapporti con le famiglie, consiglia i percorsi educativi del bimbo e redige il "portfolio delle competenze" che dovrebbe accompagnarlo fino all'università. E gli altri insegnanti? Dovrebbero dare una mano al "tutor" ma verrebbero espropriati di molte delle loro competenze attuali. Alla fine dei conti si tornerebbe al "vecchio" maestro unico, tanto caro a De Amicis.

Ma nelle scuole tira aria di fronda e non solo in questi giorni. Già a giugno, molti collegi dei docenti e consigli d'istituto, avevano preso una posizione chiara: indietro non si torna. Ora, alla riapertura dei giochi, molti presidi torneranno alla carica. E per ricordare chi comanda, il 30 giugno scorso, a tutti i direttori regionali è arrivata una lettera riservata, firmata dal direttore generale del ministero, Pasquale Capo.

Cosa dice? In sintesi: nelle scuole sta capitando troppo spesso che rappresentanti sindacali o docenti spingano sui dirigenti scolastici per bloccare la riforma o ritardarne l'applicazione. Quindi alla riapertura dell'anno scolastico i direttori regionali devono mobilitarsi perché "vengano attivati gli interventi adeguati anche di carattere disciplinare in presenza di eventuali comportamenti che configurino violazioni delle norme vigenti".

Segno di grave debolezza da parte del ministero? È presto per dirlo. L'unica cosa certa è che, anche tra le organizzazioni sindacali disponibili al dialogo e al confronto, una posizione è chiara e ferma: la figura professionale del tutor deve essere oggetto di una trattativa contrattuale che ne stabilisca i compiti, i limiti e l'indennità economica relativa. Ma fino ad ora dal ministro nessun segnale: nessun atto d'indirizzo all'Aran, nessun segnale da parte del Tesoro di voler allargare i cordoni della borsa. Il futuro del tutor è sempre più incerto.


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 gp    - 25-08-2004
Allego - per una maggior comprensione - il testo della nota ministeriale riservata (datata 30 giugno 2004) pubblica sul quotidiano "la Repubblica" di ieri.



Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Prot n. 94.Dip.Ris.-17

Roma, 30 giugno 2004

Al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale

…………………………………….

Questo Ministero, è a conoscenza, di iniziative – spesso promosse e gestite nelle stesse istituzioni scolastiche – nel corso delle quali viene rivolto invito alle componenti scolastiche a non applicare i contenuti della riforma degli ordinamento scolastici o a contrastare profili significativi della stessa.

Non è poi infrequente il caso che organi rappresentativi di autonomie locali o esponenti di organizzazioni sindacali rivolgano invito ai Dirigenti scolastici a non dare attuazione alla riforma o a differirne l’applicazione in attesa di non meglio individuati approfondimenti o riflessioni.

Quanto sopra in base all’assunto che l’autonomia scolastica consentirebbe, anzi legittimerebbe tale comportamento.

Al riguardo si ritiene innanzitutto di dover precisare che la riforma di cui trattasi, votata dal Parlamento, è legge dello Stato (legge n. 53/04, D.L. n. 59/04) e sostanzia un preciso e inderogabile dovere di osservanza da parte di tutti i cittadini e in particolare da parte degli operatori scolastici, nella loro qualità di pubblici dipendenti. Nessun margine pertanto esiste per deroghe di carattere totale o parziale, a prescindere da personali e pur rispettabili convinzioni di segno diverso o contrario; e ciò soprattutto da parte di chi assolve a funzioni e compiti istituzionali al servizio dello stato e della collettività.

Il richiamo, poi, all’autonomia scolastica, quale strumento che per la sua rilevanza costituzionale, consentirebbe di disattendere a norme di rango primario è del tutto infondato e in conferente, considerato che l’autonomia può validamente ed efficacemente esplicarsi solo nell’ambito del quadro normativo vigente, non al di fuori o in contraddizione con lo stesso, ipotesi questa che, se praticata, configurerebbe condotte arbitrarie e perciò censurabili.

In relazione a quanto sopra, si richiama la personale, responsabile attenzione della S.V. perché venga svolta ogni opportuna azione di chiarimento e di precisazione nel senso sopra rappresentato nei confronti degli operatori e dei dirigenti scolastici e in particolare, vengono attivati gli interventi adeguati anche di carattere disciplinare in presenza di eventuali comportamenti che configurino violazioni delle norme vigenti.

Si rimane in attesa di assicurazione di adempimento e Si ringrazia per la collaborazione.

Il Capo Dipartimento - Pasquale Capo