Rinviate i termini o per la scuola sarà un disastro
Alba Sasso - 21-08-2004
Di seguito trasmettiamo il testo dell'intervista rilasciata dall'onorevole Alba Sasso e pubblicata oggi sul quotidiano "La Repubblica di Bari", in merito alla vicenda del caos nelle graduatorie scolastiche.

Ufficio Stampa dell'on. Alba Sasso



Il parlamentare ds: basta con errori, ingiustizie e scadenze capestro

La valanga degli errori ha percorso tutta Italia. I reclami sono già 20mila. Alba Sasso, parlamentare barese ds, ha una precisa chiave di lettura.

Ci può spiegare cosa sta succedendo?
«La tabella di valutazione dei titoli è stata imposta per legge. Cosa che non era mai avvenuta prima. Il decreto è stato fatto in tutta fretta perché non si era riusciti a mettere a punto quello sul reclutamento promesso dal ministro».

E così i Csa si sono trovati in difficoltà.
«Direi in una situazione paradossale, perché il decreto è stato cambiato per tre volte. Ma la storia va avanti dal 2001. È da allora che si sono create ingiustizie di ogni tipo».

Quale ritiene sia il problema più urgente?
«Indubbiamente gli errori macroscopici e i tempi strettissimi per le immissioni in ruolo. Il 25 agosto mi sembra una data capestro, vista la situazione. Noi Ds con la Margherita avevamo formulato al Parlamento l´ipotesi di prorogare le assunzioni a tempo indeterminato al 31 dicembre, con decorrenza giuridica ed economica da settembre».

Il ministro Moratti cosa dice?
«Continua a ripetere che va tutto bene, che per il primo settembre i docenti saranno al loro posto. In realtà c´è il rischio che chi entra in classe all´inizio del mese, poi cambi di lì a poco».

Cosa suggerisce?
«Più che suggerire chiedo al ministro di prorogare i termini per le immissioni in ruolo. L´ha già fatto l´onorevole Walter Tocci per Roma».

Una richiesta motivata soprattutto nel caso di Bari.
«Infatti. Mi chiedo come farà il Csa in due giorni a correggere gli errori».

Migliaia di punteggi sbagliati. I precari non ne possono più.
«Non si può continuare a non tener conto del dramma di queste persone, tra l´altro non più giovani. Non credo esista una categoria trattata peggio».

Secondo lei cambierà il sistema di reclutamento?
«Creare il caos ha lo scopo di fare in modo che siano le scuole ad assumere direttamente i docenti. Quindi non più sulla base dei titoli, ma attraverso la chiamata diretta. Così viene meno la libertà d´insegnamento».

Ci potrebbe essere un colpo di scena?
«La Cgil ha presentato un ricorso al Tar del Lazio, perché le nuove tabelle di valutazione dei titoli sono state varate dopo che la gente era già in graduatoria. A giorni la risposta. E chissà che non ci sia il colpo di scena».

Anna Grittani

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 gp    - 21-08-2004
In merito al tentativo ministeriale - denunciato dall'On. Alba sasso - di procedere alla "chiamata diretta" del personale docente da parte del dirigente/datore di lavoro segnalo una nota del Sole che aggiorna sullo stato del decreto attuativo sulla formazione iniziale dei docenti e l’accesso all’insegnamento . Degna di nota - per le implicazioni implicite - mi sembra l'affermazione del dott. Cavalli secondo il quale l'assunzione diretta da parte dei presidi - "bypassando la Costituzione che subordina l'assunzione del personale docente al superamento di una prova concorsuale - non deve scandalizzare nessuno perché è cio che accade "normalmente": (...)"per gli stage nelle aziende (che) spesso (sic!!!) si tramutano in rapporto di lavoro (...)". Il sociologo sembra ignorare che questa "possibilità" (che - in mancanza di regole certe - non offre alcuna garanzia di trasparenza e imparzialità e che pone il docente nella stessa posizione psicologica del "questuante") può significare una cosa sola: una, ulteriore, mortificazione professionale seguita da un inasprimento della precarizzazione e della ... "subordinazione" docente ai "poteri forti" localmente dominanti (dirigenti scolastici, "parentele" o "affinità" amicali, religiose, politiche o sindacali, amministrazioni periferiche "clientelari", e ... chi ne ha più ne metta. Ma, forse, è proprio questo il risultato atteso (e auspicato) dalla "riforma". Solo una scuola statale totalmente screditata ed inefficiente può giustificare lo "storno" dei finanziamenti pubblici alle private.

Segue una scheda esplicativa sull'iter delle riforme
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Sole 24 Ore
È solo una bozza, ma il decreto attuativo sulla formazione iniziale dei docenti e l’accesso all’insegnamento (si veda «Il Sole- 24 Ore» del 20 luglio) ha già scatenato reazionì immediate. Il dibattito, è aperto: c’è un ampio schieramento che condivide gran parte del documento; contrari opposizione e sindacati.

Nel mirino soprattutto l’articolo 3 che stabilisce la chiamata diretta per i professori attraverso contratti stipulati dagli stessi insegnanti direttamente con le scuole. E a pochi giorni dalla diffusione del testo il ministro dell’Istruzione , Letizia Moratti, ha incontrato i responsabili-scuola del1 maggioranza, insieme con il sottosegretario Valentina Aprea. Un vertice per accogliere le indicazioni in vista della prossima versione della bozza, che dovrebbe essere pronta per la fine del mese.

In sostanza, i rappresentanti dei partiti di Governo non respingono l’ipotesi del contratto da stipulare tra docenti e scuole. Secondo Giuseppe Valdilara, responsabile-scuola di An, «Occorre lavorare cercando l’accordo anche con la parte più moderata e disponibile del sindacato». In particolare, l’intesa andrebbe raggiunta lungo due direttrici: «da un lato il rispetto del merito dell’idoneo — spiega Valditara — e, dall’altro, l’autonomia delle scuole. Il numero programmato sui posti disponibili, per esempio. potrebbe essere una soluzione per ribaltare la vecchia logica concorsuale».

Di parere diverso il responsabile-scuola dei Ds:
«La bozza di decreto non mi piace — commenta Andrea Ranieri — e prima di parlare di assunzioni dirette bisognerebbe capire chi fa cosa. Sono per l’applicazione rigorosa del Titolo V della Costituzione che affida la gestione del personale a Regioni ed enti locali». Pertanto, continua Ranieri, «invece di continuare a decretare, il ministro farebbe bene a convocare la Conferenza allargata Stato- Regioni. La rigidità delle graduatorie va superata e l’autonomia richiede innovazione, ma non si può annunciare la devolution e poi avere atteggiamenti iper-centralisti».

Secondo Mario Mauro, responsabile-scuola di Forza Italia, «il meccanismo è tutto da definire e deve trovare un equilibrio applicativo, quindi non escludiamo nulla, nemmeno la chiamata diretta. Si deve salvaguardare l’autonomia delle scuole e il dialogo tra gli aspiranti all’ insegnamento e gli stessi istituti». Poi Mauro tende la mano al Centrosinistra: «Il Governo ha dato un segnale forte e positivo con riforma Moratti. Adesso chi ha idee in favore del1’autonomia farebbe bene a manifestarle, comprese le forze di opposizione. La scuola non si cambia in cinque anni, ci vogliono posizioni di equilibrio e il più possibile condivise».

Condivide invece il meccanismo della chiamata diretta dei docenti, Giovanna Bianchi Clerici, responsabile-scuola della Lega. Pur affermando che serviranno anni per la realizzazione, riconosce la sua funzionalità a «smantellare la “fabbrica dei precari”».

Per Luisa Ribolzi, docente di sociologia dell’educazione all’università dì Genova, l’assunzione diretta dei docenti da parte delle scuole «è una delle opzioni più valide nella direzione dell’autonomia, perché si stringe un patto di reciproca scelta tra l’insegnante e l’istituto, stabilendo le condizioni per poter lavorare al meglio».

Dello stesso avviso Alessandro Cavalli, ordinario di sociologia a Pavia, per il quale «prevedere un contratto stipulato tra scuole e insegnanti dopo il periodo di tirocinio è una scelta assolutamente ragionevole. Come accade per gli stage nelle aziende: spesso si tramutano in rapporto di lavoro. E nessuno grida allo scandalo».

Non ci vede niente di straordinario, anche perché non si farebbe altro che seguire l’esempio di altri Paesi europei, anche Paolo Ferratini, esperto della casa editrice «Il Mulino». Piuttosto, per Ferratini, la contraddizione starebbe nel fatto che senza autonomia finanziaria risulterebbe difficile la chiamata diretta. Inoltre, vista l’eccessiva autoreferenzialità delle scuole sarebbe complesso valutare in concreto i processi.
LUIGI ILLIANO
La storia
Verso il nuovo reclutamento
*La bozza. È stata presentata il 20 luglio alle organizzazioni sindacali. Il testo si occupa di formazione iniziale dei docenti e accesso all’insegnamento

* I requisiti. Per insegnare occorrerà la laurea specialistica o il diploma di secondo livello; che si conseguono dopo aver superato un esame di Stato finale. Il testo mette fine alle graduatorie permanenti dei docenti precari. Le liste attuali si trasformeranno
in graduatorie a esaurimento.

* Le assunzioni. Saranno così ripartite: il 25% ai posti di accesso ai corsi di laurea specialistica, il 25% agli idonei dei concorsi a posti e cattedre per esami e titoli e il 50% agli iscritti nelle graduatorie permanenti. Sarà il Miur a determinare per ogni triennio la programmazione dei posti di disponibili a livello nazionale

*Il tirocinio. Per ottenere l’immissione in ruolo i laureati abilitati all’insegnamento dovranno svolgere attività di tirocinio, con valore di praticantato, attraverso un contratto di formazione lavoro. Gli aspiranti saranno scritti in un albo regionale. E saranno le stesse scuole a stipulare i contratti direttamente con docenti."