Si spieghi, signor Ministro
Riccardo Ghinelli - 23-02-2002
Caro Ministro Moratti,
in una trasmissione televisiva si è lamentata che nella Scuola circolano notizie false e non c’è persona più qualificata di lei per dirlo. Ha quindi promesso una serie di comunicati informativi trasmessi via Intranet da stampare poi a cura delle Istituzioni Scolastiche.
Bene, sono convinto che le segreterie saranno liete di questo nuovo compito e si attrezzeranno per la bisogna. Magari, per non gravare troppo sul bilancio, compreranno qualche pacco di quella carta leggera, come si chiama… ah sì, la velina.
Però, mi scusi, cerchi di spiegarsi meglio.
Ho avuto più volte l’occasione di esaminare e discutere documenti ministeriali e devo dire che diverse volte l’interpretazione del testo ha comportato un lavoro non indifferente.
Prendiamo la sua lettera al prof. Bertagna con le indicazioni per la riforma dei cicli.
In nessun punto era scritto chiaramente che il secondo ciclo sarebbe passato da cinque a quattro anni. Va bene che si fa presto a sottrarre otto (durata del primo ciclo) da dodici (durata complessiva degli studi), ma potevate farlo direttamente al Ministero.
Ed anche quando si è trattato di esaminare la prima proposta relativa agli Organi Collegiali solo sottraendo da undici l’elenco dei personaggi estranei alla Scuola ci si è accorti che non rimaneva posto per… le componenti scolastiche.
Ma l’apice è arrivato con la bocciatura biennale: il sottosegretario Aprea aveva annunciato questa novità, ma discutendone con i colleghi, molti sostenevano che non era riportato in nessun punto della legge delega.
Ma con un’esegesi attenta dell’articolo 3 punto a) si può notare che si parla prima di una “valutazione, periodica e annuale, degli apprendimenti e del comportamento degli allievi…” e dopo un poco si afferma: “agli stessi docenti è affidata la valutazione dei periodi didattici ai fini del passaggio al periodo successivo”. Solo la lettura combinata di questa frase con l’articolo 2 nel quale si definiva la divisione dei vari cicli di istruzione in “periodi didattici biennali” ha permesso di stabilire che la bocciatura biennale effettivamente esiste.
Per convincerci che la bocciatura biennale fosse un assurdo didattico c’è voluto molto meno tempo, ma questo è un altro discorso.
Quindi, caro Ministro, ben vengano i comunicati esplicativi delle intenzioni ministeriali, se saranno più chiari di quanto prodotto finora, ma forse sarebbe bene anche spiegarsi meglio fin dall’inizio.

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