Due riflessioni
Gianni Mereghetti - 31-07-2004
Caos inevitabile

era inevitabile che la pubblicazione delle nuove graduatorie per coloro che aspirano ad un posto di insegnamento nella scuola statale finisse nella bagarre delle proteste e dei ricorsi. Del resto che cosa ci si poteva attendere da un meccanismo che prevede più eccezioni di regole? Così il rischio di una partenza falsa del nuovo anno scolastico è elevatissimo, e questo grazie ad un sistema in cui prevale la burocrazia sulla qualità dell’insegnamento.

Sarebbe ora di dare un taglio netto a questo sistema che non è utile alla scuola e delude gravemente le aspettative dei giovani.


Un grave errore

Pare che la settima Commissione del Senato sia intenzionata ad esprimere un parere favorevole circa la proposta di attribuire all’INVALSI (Istituto Nazionale di Valutazione) il compito di elaborare le tracce per le prove scritte degli esami di stato. A mio modesto parere – ma sono solo un povero insegnante di provincia! – sarebbe un grave errore se nella scuola della riforma fosse dato all’Invalsi il compito di predisporre le prove scritte degli esami di stato.

Infatti la funzione di un istituto di valutazione consiste nel valutare il lavoro che le scuole fanno in riferimento agli obiettivi stabiliti dal ministero; nel caso l’Invalsi, oltre a valutare, diventasse anche l’ente che stabilisce i contenuti della valutazione è evidente che determinerebbe, e in modo pesante, il lavoro delle scuole. In pratica sarebbe l’Invalsi a stabilire ciò che le scuole devono fare, in quanto è chi fissa le prove che indirizza insegnamento e studio!

Per questo è bene per la scuola, se la si vuole autonoma, che i compiti rimangano distinti; al ministero continui ad essere attribuito quello di stabilire gli obiettivi, alle scuole il modo di raggiungerli e all’Invalsi il giudizio sul livello di successo raggiunto e sulle correzioni da apportare nell’insegnamento per perseguire meglio obiettivi non raggiunti.


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