Sul no dell'Ufficio Scolastico della Lombardia ad una classe di soli studenti islamici
La decisione dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia, che con una nota esclude la possibilità di costituire classi con soli alunni appartenenti alla stessa lingua, cultura e religione, mi sembra una scelta di saggezza.
L’esperienza di una classe di soli studenti islamici, che si voleva avviare in un istituto milanese, sarebbe stata infatti una scorciatoia, una soluzione che non avrebbe potuto affrontare il problema, pure esistente, di come promuovere l’integrazione degli alunni islamici all’interno della scuola pubblica e statale.
Ma nella scuola (che ha una grande responsabilità nell’interpretare e anche indirizzare i mutamenti e le evoluzioni della società) ogni scorciatoia rappresenta una rinuncia. Perché è nella scuola che si possono costruire i percorsi di una cultura dell’integrazione.
Quell’integrazione che si costruisce lentamente, con pazienza, facendo convivere le differenze e imparando a vivere le diversità come occasione di ricchezza.
ilaria ricciotti - 13-07-2004
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Ecco come si esprime la sinistra a proposito di una situazione non certo di integrazione multietnica.
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Paola Blondi - 16-07-2004
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E' difficile commentare una situazione che si propone come un aut aut: o una classe di soli islamici o niente scuola. L'istruzione è un bene prezioso che va garantito a tutti, questo è vero. A qualunque prezzo? Quel che c'era da dire sull'integrazione lo ha ben indicato Alba Sasso ed è importante il suo monito sulle scorciatoie che possono essere rinunce. Io vorrei sottolineare un altro aspetto, che forse abbiamo pensato in tanti senza il coraggio di dirlo. Ebbene, credo che questo coraggio dobbiamo averlo: una scelta come quella del liceo Agnesi, per quanto onorevole negli intenti, può determinare un precedente con cui mai vorremmo dover fare i conti nella nostra scuola. Perché se si può fare una classe di islamici in una scuola pubblica, allora può esistere una classe segnata da un'unica religione, da un'unica ideologia, da un'unica impronta politica e così via. La legge sulla parità tutela già tutti i diritti che un Paese come il nostro deve garantire, oltre non si può e non si deve andare. |
Anna Ferrari - 18-07-2004
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Ho temuto che qualche "lungimiramte" appoggiasse l'idea della classe islamica; per fortuna ha prevalso la saggezza. L'invasione degli stranieri che stiamo vivendo, che a mio parere dovrebbe essere arginata con maggior decisione portando ad esempio migliori condizioni di vita=lavoro=educazione/istruzione nelle terre di origine di queste persone, presenta l'inderogabile necessità di tegrazione che può avvenire solo vivendo insieme nelle stesse strutture e condividendo la quotidianità. Particolare rilievo va dato all'apprendimento della lingua, della cultura e dell'educazione civica del paese accogliente. Una classe "chiusa" è un po' come una goccia d'olio sull'acqua: per quando credi di mescolare bene non si integra con l'acqua e torna a galla bella compatta come in origine.
Comunque il problema degli islamici si risolverà presto: Bin Laden gli ha richiamati in patria perchè vuole farci saltare in aria. Quindi basterà un po' di pazienza o no???
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