Proposte Treelle
Tuttoscuola - 05-07-2004
A proposito del Convegno cui accennava Gianni Mereghetti qualche intervento fa, ci perviene la seguente segnalazione da parte di un abbonato a Tuttoscuola Focus:

200.000 posti di troppo

In Italia tra il 2004 e il 2014 almeno 303.000 insegnanti usciranno dalla scuola per limiti di età, ma forse si arriverà a 350.000 considerando i pensionamenti anticipati, le dimissioni ecc.
Secondo Thomas Alexander, uno dei maggiori esperti mondiali di istruzione, si tratta di un’irripetibile occasione per il nostro Paese di effettuare una drastica potatura degli organici, e riportarsi nella media europea del rapporto docenti/allievi. Non occorre licenziare nessuno: basterebbe non rimpiazzare il 20% degli attuali posti nei 10 anni in cui si verificherà l’esodo. Così si potrebbe pagare meglio quelli che restano in servizio, e aprire loro vere prospettive di carriera.
Alexander, già a lungo responsabile del settore presso l’OCSE, ha sostenuto questa tesi giovedì scorso alla presentazione di "Quali insegnanti per la scuola dell’autonomia?", il Quaderno n. 4 di Treellle, l’associazione fondata dall’ex responsabile scuola di Confindustria, Attilio Oliva. Ad ascoltare c’erano il ministro Moratti, il responsabile scuola dei DS Andrea Ranieri, il ragioniere generale dello Stato Grilli e praticamente tutta l’alta dirigenza del MIUR.
La carriera degli insegnanti, che in prospettiva dovrebbero essere direttamente reclutati dalle scuole, si articolerebbe su tre diversi livelli: insegnanti "ordinari" (nel significato anglosassone di "normali"), insegnanti "esperti", e insegnanti "eccellenti" (il 20% del totale, come a suo tempo proposto da Berlinguer ai tempi del "concorsone"), pagati il 50% in più. Ai livelli superiori si accederebbe su base volontaria e con una articolata procedura di valutazione, che Treellle propone di attivare intanto in via sperimentale.
Solo così il lavoro del docente potrebbe diventare più "attraente" e più competitivo agli occhi di un giovane rispetto ad altre professioni: altri Paesi stanno già ora affrontando un problema che tra qualche anno potrebbe interessare anche l’Italia: la carenza strutturale di insegnanti, dovuta alla scarsa "attrattività" della professione dal punto di vista del prestigio sociale, della retribuzione e delle prospettive di carriera.

Moratti e Ranieri frenano

Le proposte contenute nel Quaderno n. 4 di Treellle sono state commentate a caldo, nell’affollata sala dell’hotel Hassler, dal ministro Moratti e dal responsabile scuola dei DS, Andrea Ranieri, fino a poco tempo fa dirigente della CGIL.
Ciò che ha colpito è stata la cautela con la quale entrambi hanno affrontato la materia, a volte ricorrendo quasi alle stesse argomentazioni. Sulla questione degli organici, architrave di tutta la proposta targata Treellle, Moratti ha detto che occorre essere prudenti e graduali, e che "sterili riduzioni meramente quantitative" sarebbero controproducenti. Ha anche aggiunto che su queste materie considera fondamentale raggiungere accordi con le rappresentanze sindacali, come avvenuto positivamente sulla questione del completamento a 18 ore e sulla soppressione dell’organico funzionale, operazioni che hanno consentito di risparmiare e riutilizzare 600 milioni di euro nel biennio 2002-2004.
Ranieri, a sua volta, ha rivendicato i meriti del "tempo pieno", dell’organizzazione a moduli nella scuola elementare e degli insegnanti di sostegno (tre importanti fattori di incremento degli organici) per la buona considerazione che la scuola dell’infanzia e quella primaria del nostro Paese ricevono a livello internazionale (primo e quinto posto). Quasi a far capire che la diminuzione dell’organico potrebbe non coniugarsi con la qualità del servizio. Ranieri ha poi colto l’occasione per chiedere l’apertura di un reale confronto con le organizzazioni sindacali nelle sedi istituzionali, a partire dal decreto attrattivo n.59/2004, ma anche per tirare le orecchie agli ex colleghi del sindacato per aver accondisceso alle proposte del ministro sull’organico funzionale ("io non avrei ceduto, lo hanno fatto a mia insaputa").
Insomma, la proposta chiave di Treellle, rivolta al governo ma anche alla sinistra (tra gli esperti e consiglieri dell’associazione figurano lo stesso Andrea Ranieri, Tullio De Mauro, Umberto Eco, Benedetto Vertecchi), non ha suscitato entusiasmo, forse anche per il timore di contraccolpi a livello sindacale e politico.

Una sfida da discutere seriamente

Cosa ne pensano i "diretti interessati", per mezzo dei loro rappresentanti, delle proposte del think tank guidato da Oliva? I sindacati sono critici, sia sulla proposta di Trellle, sia sull’intervento del Ministro.
"La gerarchizzazione, sostiene Scrima, segretario generale Cisl-scuola, che vorrebbe collocare gli insegnanti a tre livelli – "eccellenti", "esperti" e "ordinari" - e quindi diversamente retribuiti, non è la strada da praticare. Dobbiamo investire sulla professionalità dei docenti". Lo Snals - incalza il segretario generale Ricciato – "si è sempre battuto per la valorizzazione professionale dei docenti...e se non c’è ancora una giusta ed equa progressione di carriera, lo si deve a tutti i governi che non hanno mai considerato la scuola e i suoi insegnanti la vera priorità".
Il dato della pubblicazione concernente il rapporto sul numero degli insegnanti - dice Di Menna della Uil scuola - non tiene conto degli insegnanti di sostegno, figura esistente solo nelle nostre scuole". Lascia perplessi - aggiunge Panini, segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza della Cgil - che "il Ministro continui a parlare di numero esorbitante di docenti".
Certamente però il problema esiste. Non si può star fermi. La classe docente ha bisogno di sapere come è possibile aumentare la retribuzione individuale collegandola al risultato del lavoro. E’ la sfida da discutere. Seriamente e velocemente.


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