La riscoperta della Politica ( con la P maiuscola )
Antonio Cucciniello - 02-07-2004
Vivo in un comune del Varesotto ( una realtà con un forte radicamento sociale e culturale della Lega Nord e di Forza Italia ) dove, nelle elezioni amministrative, ha vinto una lista riconducibile al centrosinistra e alternativa a quelle della Lega e delle altre forze del centrodestra.
Le ragioni dell'insperato successo sono varie ma, forse, una delle più importanti credo sia stata la scelta, fatta dalla candidata sindaco e dal suo raggruppamento, di una campagna elettorale misurata, sobria, priva di volgarità e colpi bassi, in cui si è privilegiato, anche per la definizione del programma, il rapporto diretto con i cittadini.
Anche in città come Bologna, Bari e nella provincia di Milano, mi sembra, si sia seguito questo metodo che poi è stato premiato dagli elettori.
Invece le riflessioni di molti politici ( con la p minuscola ) sui risultati elettorali delle europee, caratterizzate soprattutto dall'esasperata attenzione ai risultati personali e/o delle proprie organizzazioni, sembrano confermare l'eccessiva autoreferenzialità dei gruppi dirigenti di partiti e partitini e la loro lontananza dalla vita reale dei cittadini.
Non sono così ingenuo da ritenere che si possa generalizzare, a livello nazionale, il modello "localistico" ma sinceramente credo che esso possa, quantomeno, aiutare a contrastare la tendenza dilagante, anche a sinistra, della politica - spettacolo, della personalizzazione, della sovraesposizione mediatica ed avvicinare di nuovo le persone alla politica ( con la P maiuscola ).
Come semplice simpatizzante del centrosinistra, stufo delle discussioni sui decimali percentuali in pìù o in meno e delle diatribe personali e di partito, ritengo che, prima di fare ardite operazioni di ingegneria organizzativa, per una seria alternativa di governo, sia doverosa e necessaria una larga discussione, senza estremismi e massimalismi, sul programma possibile, non solo tra i gruppi dirigenti ma soprattutto con i lavoratori, i giovani, gli anziani, ecc..
Sono altresì convinto che se questo metodo avesse più spazio anche nel frantumato mondo del sindacalismo italiano, probabilmente, avremmo un grande sindacato unitario, più incisivo sulle grandi e piccole questioni e veramente rappresentativo degli interessi della maggioranza dei lavoratori ( nel merito, rimando ad un precedente intervento del 18/ 5/ 2004 "Le riforme del Governo, i sindacati e l'opposizione" ).
E ancora, se anche il centrodestra avesse maggiormente ascoltato le ragioni non solo dei propri elettori ma anche degli altri, avremmo forse un minor numero di leggi ad personam e riforme più giuste ( pensioni ) e praticabili ( scuola ).

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