breve di cronaca
Scuola, la rivolta dei tutor
Repubblica - Torino - 01-07-2004
Quasi la metà delle elementari non vuole il maestro prevalente


"IL TUTOR? No grazie. Tutor siamo tutti, o non lo è nessuno". È la risposta di molte scuole torinesi che in questi giorni si stanno riunendo nei collegi docenti di fine anno. In assenza di una precisa disposizione ministeriale che indichi quali sono le competenze di questa figura introdotta dalla riforma Moratti e soprattutto in assenza di un inserimento nel contratto che consenta di definire il nuovo profilo professionale, la scelta degli insegnanti è per il momento di non cambiare nulla. Sono ormai 60 su 140 le elementari che hanno rifiutato di nominare il maestro prevalente, e in molti collegi docenti il primo passo è stato riconfermare i Pof dello scorso anno, i piani dell'offerta formativa che ogni istituto è chiamato a mettere a disposizione delle famiglie. Numerose poi sono state le scuole in cui non sono stati adottati i libri di testo, quasi il 90 per cento secondo i dati raccolti dai sindacati. Tanti modi diversi per respingere al mittente la riforma Moratti.

"Abbiamo presentato una mozione racconta Luisa Gullino dell'istituto comprensivo Pacchiotti di via Le Chiuse abbiamo votato il documento di protesta all'unanimità con una sola astensione. Nel contratto la figura del tutor non esiste, non abbiamo alcuna intenzione di sobbarcarci un lavoro che non è stato oggetto di contrattazione nazionale. Fino a quando quello che ci viene chiesto non sarà più che limpido, la nostra posizione è ferma. Anche sui programmi non c'è chiarezza. Finché non ci viene detto che i vecchi programmi sono da considerare superati andiamo avanti con quelli. Per i libri di testo abbiamo deciso di utilizzare materiale alternativo". E molti genitori stanno sostenendo la battaglia, in molte circoscrizioni sono nati comitati che hanno elaborato documenti e condiviso la protesta.

"Non siamo affatto d'accordo a creare all'interno della scuola due figure diverse, l'insegnante di serie A e quello di serie B spiega Cristina Giannella, insegnante alla elementare Nino Costa di via Ambrosini il rapporto con le famiglie ad esempio è uno dei compiti che spettano a tutti gli insegnanti, non è logico che venga affidato a uno solo". I sindacati su questa altra forma di lotta marciano compatti, le posizioni sono da tempo unitarie. Chiara Profumo della Cgil parla di due idee diverse di scuola, una dell'accoglienza e una della selezione. La prima è quella per la quale si lavora con fatica da anni, quella del ministro dell'Istruzione invece tende ad escludere: "In questo senso va anche la decisione di introdurre il tutor, con l'inserimento in classe del maestro prevalente si nega spazio a iniziative di compresenza che si sono rivelate preziose per favorire l'accoglienza, pensiamo ad esempio ai bambini stranieri, ai temi dell'integrazione. Co sì si tengono in aula con un solo insegnante, se hanno difficoltà con l'italiano chi avrà modo di seguirli? Inoltre con piani di studio personalizzati, di per sé un valore, si accentuano le differenze, tutto l'opposto di ciò in cui crediamo di più".

Per le scuole che dovessero decidere di nominare il tutor si pro fila la possibilità di ricevere una diffida da parte dei sindacati: "Considerato che il profilo professionale del tutor non è in alcun modo indicato nel contratto è l'ammonimento di Enzo Pappalettera della Cisl ci sono tutti gli elementi per ritenere che chi nomina insegnanti in questo ruolo stia in realtà adottando comportamenti antisindacali".

Sara Strippoli
Segnalato da Maurizio Pistone


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