E dopo le elezioni?
Vittorio Delmoro - 15-06-2004
I risultati elettorali consegnano al movimento antiriforma una situazione più favorevole, oppure tutto resta più o meno come prima?

Credo sia incontestabile che il movimento abbia trasformato la sua forza in una certa quantità di voti favorevoli a tutti coloro che nell’opposizione si sono dichiarati antimorattiani, facendo proliferare tutti i piccoli partiti alla sinistra dell’Ulivo, che ora raccolgono una forza attorno al 13 per cento dell’elettorato, cioè alcuni milioni di cittadini italiani, quei milioni che sono scesi in piazza contro la guerra, contro l’abrogazione dell’articolo 18, contro la riforma Moratti.

Sarà difficile, sia da parte della maggioranza e più ancora da parte dell’opposizione ulivista, ignorare questa forza in tutte le occasioni in cui si affronterà il tema dei diritti, quello della guerra e quello della scuola, ora e in un futuro governo di centrosinistra.

Dunque qualcosa è cambiato! Se non altro è diventato palese anche a chi fino a ieri si rifiutava di vedere e tacciava di comunisti tutti gli oppositori, che comunisti lo siamo davvero, che siamo più numerosi di quanto noi stessi non ritenessimo, che chiunque oggi può andare fiero di essere comunista, visto che con tale termine si vuol definire solo l’essere mossi da idee e ideali che si trovano all’opposto del berlusconismo imperante.

E la controriforma morattiana?

Alcuni di noi speravano che il risultato elettorale la mettesse come minimo in stand-by; sarà davvero così? Potremo riprendere a settembre la stessa scuola che abbiamo lasciato da qualche giorno, senza tutor, senza testi riformati, senza nuove Indicazioni Nazionali, senza spezzatini orari, senza portfoli e senza piani personalizzati?

Prima di oggi, a basarci sulle delibere dei Collegi delle scuole materne elementari e medie, si sarebbe detto di no e che anzi la riforma si sarebbe avviata nella maggioranza delle scuole italiane; dopo i risultati elettorali dovremmo dire : forse.

Che potrà infatti succedere a settembre?

Quel che è fin da ora chiaro è che AN e UDC presenteranno presto il conto a Berlusconi su ciascuno dei temi oggetto di riforma e sulla scuola (sul tutor in particolare) l’UDC si era già chiaramente espressa, in contrasto però con l’altra sponda di AN, che vorrebbe anzi essere più dura (vedi disegno di legge sullo stato giuridico).

E’ probabile che ancora una volta Forza Italia giochi il ruolo di mediatrice, nel tentativo di salvare il ministro e tutta la sua riforma.

Per cui non mi aspetterei scelte decisive da questo versante : ho spesso ripetuto che se la Moratti dichiarasse che la sua riforma va un pochino registrata e dunque per l’anno venturo non se ne fa niente, questo significherebbe il crollo immediato di tutta la politica scolastica della maggioranza; quindi non succederà nulla del genere.

Sono però cambiati i rapporti di forza, sia dentro sia fuori la maggioranza.

Per cui su tutte le questioni non risolte e di maggiore attrito (tutor, orari, organici) la maggioranza sarà costretta a venire a patti con l’opposizione e il terreno di incontro sarà spostato un po’ più verso l’opposizione, perché si è già spostato un po’ più verso aree della maggioranza finora inascoltate.

Io mi aspetto dunque che il prossimo settembre la scuola di base italiana non avrà tutor (magari le funzioni tutoriali spalmate sì), non avrà grossi mutamenti orari e Tremonti sarà costretto a scucire un po’ di insegnanti in più. Il tutto in una grancassa mediatica che strombazzerà per tutto settembre e oltre la partenza della riforma morattiana nella scuola.

Che farà allora il movimento?

Si sta intanto già aprendo un nuovo fronte, quello della scuola superiore, anche se mi pare (dalle notizie di Tuttoscuola di oggi) che si tenti di annacquare il doppio canale previsto facendolo diventare triplo e relegando la formazione professionale a un misero 10 per cento (da regionalizzare), mentre il grosso resterebbe più o meno come ora.

Ipotesi, ancora, ma che provocheranno comunque nuovi scontenti e nuove reazioni, se non altro sul concetto di obbligo, sull’alternanza scuola lavoro e sulle indicazioni Nazionali che prevedono portfoli e personalizzazioni anche alle superiori.


Tutte le questioni messe sul tappeto dal movimento fino ad oggi procederanno intatte alla ripresa delle scuole : prima di tutto gli organici, cui sono legati gli orari e le compresenze; poi le funzioni tutoriali che molte scuole hanno già definito e per le quali dovrebbe partire la formazione; poi il portfolio e la personalizzazione, per cui alcune scuole stanno già elaborando documenti; infine i Programmi (il POF), cui è legata la scelta dei testi riformati.

Noi del movimento non possiamo cullarci sull’idea che tanto nelle nostre scuole tutto questo non succederà, visto che i nostri Collegi si sono opposti, e le altre si arrangino! Tanto meno abbandonarci ad un’idea distruttiva, ma stuzzicante di dire sprezzantemente a quei colleghi che non si sono opposti : avete voluto la riforma, allora godetevela! Ancora meno tramutare la nostra rabbia in vendetta e farla in qualche modo pagare a quei genitori (o colleghi) che non sono stati fattivamente dalla nostra parte, applicando la riforma nel modo più distruttivo possibile (per gli alunni).

Lo scopo del movimento dovrebbe invece essere quello di diventare maggioranza, di conquistare gli indecisi, far riflettere i riottosi, unirsi il più possibile e cominciare così a costruire quello sciopero dal basso tanto evocato negli ultimi tempi.

Uno sciopero il primo ottobre, con la sua carica simbolica, sarebbe un ottimo modo di ricominciare la nostra battaglia; uno sciopero della scuola contro la riforma e per rivendicare i diritti degli alunni, dei genitori e degli insegnanti ad avere una scuola di stato di qualità.

C’è infine la questione dei dirigenti, quelli che nella maggioranza dei casi si sono messi di traverso per ostacolare ogni minima azione di contrasto alla riforma; quelli che giornalmente e fisicamente impersonano la riforma Moratti nelle scuole; verso di loro bisognerà concordare un’azione forte che li convinca che la scuola siamo noi.



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 ilaria ricciotti    - 15-06-2004
Rimpasto o dimissioni?
Io al posto di Berlusconi opterei per le dimissioni.
E l'opposizione?
Queste elezioni hanno dimostrato che se saremo uniti pur nella diversità, riusciremo a sconfiggere questo governo.
Governo a cui diversi italiani tuttavia stanno ancora credendo.
Qualcuno mi spieghi per favore su quali presupposti c'è da credere, indipendentemente dalle idee politiche, ad un governo che sta facendo passare a suon di decreti importanti prese di posizioni che dovrebbero essere discusse in parlamento. Es. legge sulla privacy ecc..., ecc..., ecc...., ecc...,