Nè militari, nè mercenari
Aprile per la sinistra - 11-06-2004
Cinque operatori medici uccisi in un agguato in Afganistan il 2 giugno
Hélène de Beir, 29 anni, lottava con passione per i diritti della gente di tutto il mondo. Dopo la laurea in giurisprudenza, si era specializzata in materia di aiuti umanitari. Aveva lavorato in Costa d'Avorio e Iraq come esperto di affari umanitari per MSF, (Medici Senza Frontiera) prima di diventare coordinatrice di progetto a Badghis, Afghanistan, nel maggio 2004. Con il suo enorme impegno e con la sua voglia di darsi da fare era diventata una forza trainante in un progetto difficile. Hélène avrebbe compiuto 30 anni il 16 giugno.
Egil Tynaes, 62 anni, lavorava come medico senior alla Municipal Outdoor Clinic di Bergen, in Norvegia. Nei periodi di congedo dal lavoro metteva spesso la sua esperienza di medico al servizio delle popolazioni bisognose in altre parti del mondo. Nel 2002 aveva lavorato per MSF a Baharak, in Afghanistan e poi aveva continuato a Badghis dal marzo 2004. Qui lavorava a un progetto per la tubercolosi e addestrava lo staff medico. Egil era riuscito come nessun altro a stabilire un contatto vero con i pazienti afghani. Egil lascia moglie, tre figli e cinque nipoti.
Pim Kwint, 39 anni, voleva aiutare i bisognosi. Aveva messo in stand by la sua società di IT per lavorare per MSF. Aveva portato con sé una montagna di esperienza tecnica e di Information Technology. Dal giugno 2003 faceva il logista a Badghis, in Afghanistan. Pim era la persona ideale per lavorare in circostanze difficili, sempre desideroso di darsi da fare per gli altri e felice di sporcarsi le mani. Riusciva sempre a motivare lo staff locale e a rincuorare i suoi colleghi e quindi era diventato un membro indispensabile del team. Pim sarebbe dovuto rientrare a casa tra due settimane, accolto dalla famiglia, dagli amici e dalla fidanzata.
Besmilla , lavorava come autista per MSF a Badghis, Afghanistan, dall'ottobre 2003. Essendo un abile autista nonché meccanico, era un elemento importante dello staff afghano. Dava un forte sostegno ai suoi colleghi stranieri, non solo come fonte di informazioni e di consigli ma anche per la sua personalità tranquilla ed entusiasta al tempo stesso. Riteneva che fosse molto importante che le cure mediche di base fossero accessibili al popolo afghano e tutti i giorni copriva instancabilmente distanze immense tra i diversi progetti. Durante la sua collaborazione con MSF Besmillah era diventato orgoglioso papà di una bambina.
Fasil Ahmad, lavorava solo da due settimane come interprete per MSF a Badghis, in Afghanistan. Dopo una lunga ricerca, il team di Badghis era molto soddisfatto di aver trovato in Fasil un traduttore afgano qualificato. E' tragico che in questo compito abbia trovato la morte.
Assieme ai Medici Senza Frontiere condanniamo questo e simili attentati quali crimini i guerra. Affermiano con loro che le forze della coalizione mettono a rischio l'intervento umanitario, con il collegare assistenza umanitaria e obiettivi bellici.
IL NOSTRO RICORDO RICONOSCENTE A HELENE, WILLEM, EGIL, FASIL, BESMILLAH.
Hatami, Internet