Circe
Annalisa Rossi - 21-05-2004

Dormi, Odisseo, disteso nel letto di piume: scuro profilo nel bagliore inquieto del bianco tenebroso dei veli.
Riposa il tuo corpo, vinto dal mio che non conosce stanchezza: nelle pieghe confuse degli odori dei corpi, accanto alle parole non dette, rimane un’essenza d’animale.
Tutto hai dimenticato nella furia dell’amore, anche l’ansia del viaggio.
So che partirai. So che questo attimo è solo vuota finzione, immagine riflessa nello specchio della felicità. Tu sogni stracci di vita e di mare, il tuo mare. Sogni la nave e le cupe ninfee d’altre sponde.
Sicuramente salperai gridando “Mille regretz de t’abandonner”, ma già ben saldo, sulla tolda, piedipiantati, aggrappato alla vela.
Oh! Sì! Mi fisserai, fino all’orizzonte, ma andrai.
Davvero troppo tardi l’ombra del viso sul cuscino scandirà il Tuo destino dal Mio. Fuori adesso una brezza mattutina fa danza e lamento.
I maiali nella stalla si muovono inquieti.
I lupi, distratti dall’aurora, ritornano al monte.
Ognuno di voi possiede una montagna di giochi e ricordi e, per quanto vagabondiate, alla fine, Voi là tutti tornate.
Cercate un destino, ardete nel limite.
Alessandro, il più Grande di tutti cercava l’orizzonte del mare: la fontana del palazzo di Pella dove sognava le vele, lo segnò fin da bambino.
A te il grugnito dei porci t’indigna, l’ululato dei lupi t’affanna.
Non capisci l’enormità del mio gesto: solo loro gustano fino in fondo il sapore del mondo.
Hai a suo tempo recitato la parte.
Rispetto. Meraviglia. Stupore. Davanti alla strega.
Da uomo che molto ha veduto negli Holliday Inn dell’Oriente, speravi più bella la maga. Fissasti sui miei fianchi opulenti occhi come buche feritoie.
Di certo pensasti ”Era tutta leggenda!
Lo stesso pensò Claudio di Poppea, ed era già suo.
Ho sorriso tra me ed iniziato la danza.
Salomé non fu certo più abile. La scuola è la stessa.
L’offerta del bagno, il vino speziato, il camino ed il cibo la sera, la coltre pulita.
L’amore passa non solo per gl’occhi.
Sperduto, hai chinato la testa, intuendo d’un tratto d’avere di colpo smarrito la crudeltà che raggela, che lì il tuoi occhi eran pieni di ali davanti alle piume mie mani.
Hai ceduto senza violare nessuna delle tue fervide certezze, però.
TI AMO, Odisseo.
Mi piace ripetermi questa parola dalle molte vocali, miele al mio cuore.
Per questo ti temo, voce soave, amabile viso, odore rasposo di pino.
Fuggo da te.
Stamane andrai, insieme alla agnella nera a spiare il silenzio d’antiche presenze scomparse.
Cercherò poi la tua assenza, lo so.
Ti farò immortale e ricordo.
TI AMO, perché fin dall’inizio sapevo che saresti partito.
Nessuno ama la felicità d’un eterno presente.
Amiamo solo chi s’ha destino di perdere.
L’Amore insegue solo chi è sua sventura e suo sogno. Beatrice e Dante ne sanno qualcosa.
Ma qui nelle lunghe giornate, regolate soltanto da profumi e da grida animali, a volte, ho sperato, l’eterno.
Nell’aggrapparmi, aggrovigliarmi, involgermi in te, troppe notti ho udito attraverso gli specchi il moltiplicarsi dell’aria.
Come se il cuore al di dentro - nido di silenzi che non han mai volato - schiudesse echi fatti di carne.
Gli stessi che la bella Eleonora, di diec’anni più vecchia, ma Aquitana del Sud, aprì in una volta a Enrico, re inglese.
E’ questo allora l’Amore?
Un soffio di grida animali?
Pupille senza orizzonti?
Tutte le cellule smosse dal fiato del drago?
Agonia di baci e sospiri?
E dopo, di giorno, riso scoperto di denti, passeggiate profumate d’ibisco, adolescenti splendori, ardori di sole e d’aranci, forte calore?
Sono queste le stesse tenerezze dei lupi.
Adesso comincio ad essere stanca di cercare il tuo grembo di uomo per posare la testa e tacere.
L’alba ora avanza.
I compagni tornati nel mondo stanotte, t’han già preparato la nave.
Ti guardo, incredibile uomo diventato assoluta presenza, disteso così nella stanza piena d’attesa soleggiata.
Ti vedo. Tra poco imbarazzato e teso, il corpo d’Apollo fermato, che indugi alla soglia. “Telefonerò, scriverò, mai ti scorderò. Tornerò, stanne certa!
Sarai già favola allora.
Ecco il biglietto da visita, in fondo c’è la mia mail. Chiamami pure di qualunque cosa tu abbia bisogno!
TUTTO IL TRACCIATO DELL’ILLUSIONE PERCORSO IN UN’UNICA FRASE!!!
Sorriderò pudica, ma griderò “Non andare, rimani, amor mio di sempre, amore di mai!
La nave sul bordo dell’acqua e ne medesimo istante la donna che riempie il cielo.
Resterà solo il vuoto della danza sull’ultimo sesso d’animale.



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