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Il popolo della pace non si ferma
Guerre e pace - 29-04-2004
Vi inviamo questo breve messaggio, allegando di seguito il comunicato di "Fermiamo la guerra" che pensiamo sia utile far circolare.

La redazione di Guerre&Pace


LIBERIAMO TUTTI GLI OSTAGGI, IRACHENI E ITALIANI.
BASTA CON L'OCCUPAZIONE MILITARE


Il nostro impegno contro la guerra e l'embargo al popolo iracheno è cominciato oltre dodici anni fa ed è continuato con centinaia di manifestazioni, da quella mondiale del 15 febbraio 2003 contro la guerra preventiva di Bush, a quella per il ritiro di tutte le truppe occupanti del 20 marzo 2004.
Oggi continueremo a mobilitarci su questi obiettivi e per la fine di tutti i terrorismi, a partire da quello praticato dalle forze armate statunitensi a Falluja, con le stragi di migliaia di donne e bambini.
Continueremo a mobilitarci per la liberazione di tutti gli "ostaggi" - a partire dagli abitanti di Falluja e Najaf ostaggio dell'assedio e delle infami rappresaglie statunitensi, fino agli italiani prigionieri.
Per questo saremo ancora nelle piazze del 1° maggio e saremo a Roma il 4 giugno a manifestare contro il criminale di guerra George W.Bush; per questo accogliamo l'invito dei famigliari a manifestare domani a Roma perché, pur conoscendo il ruolo negativo della presenza in Iraq dei tre italiani catturati, difendiamo ogni vita, condanniamo gli atti di terrore da chiunque provengano e vogliamo che essi tornino a casa vivi - come vogliamo che tornino a casa subito i soldati italiani e delle altre forze di occupazione.

Al tempo stesso ribadiamo, contro i tentativi grotteschi di far credere che sia "nelle mani" dei pacifisti la vita degli ostaggi italiani, che responsabile di quanto sta accadendo in questi giorni ai prigionieri italiani, come di quello che è accaduto ai nostri soldati a Nassiryia e di quanto accade, in termini di sofferenza e di morte, ai cittadini iracheni è un governo che per ragioni di immagine partecipa a una occupazione militare senza avere neppure la capacità di gestire e di rispondere delle tragedie provocate dalla sua politica criminale.

Guerre&Pace


COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO FERMIAMO LA GUERRA

Il Comitato Fermiamo la Guerra ha organizzato in Italia le manifestazioni internazionali del 15 febbraio 2003 e del 20 marzo 2004 contro la guerra permanente e preventiva, contro la strategia del terrore, contro l'attacco all'Iraq e la sua occupazione, per la pace e la dignità di tutte le vite.

Abbiamo sempre manifestato la vasta contrarietà del nostro Paese alle scelte di guerra anticostituzionali del governo e della maggioranza del Parlamento. Questi obiettivi sono sempre stati perseguiti dai nostri movimenti in totale autonomia e indipendentemente da ogni condizionamento; altrettanto faremo in futuro. Diffidiamo chiunque a sostenere il contrario.

Noi continueremo a mobilitarci contro la guerra, per il ritiro delle truppe italiane dall'Iraq, per la fine dell'assedio delle sue città, per l' autodeterminazione del suo popolo e per il rispetto del ripudio della guerra scritto nella Costituzione della nostra Repubblica: lo faremo semplicemente perché è giusto farlo e perché queste sono le sole possibilità per la pace.

Continueremo perciò a marciare contro la guerra, come abbiamo fatto il 25 aprile e come faremo ancora.

Continueremo ad invitare ogni cittadina e cittadino a prendere parola per sostenere questi obbiettivi, in ogni occasione utile.

Alle famiglie degli italiani trattenuti in ostaggio in Iraq diciamo che siamo solidali e che vogliamo la salvezza delle vite e la liberazione dei loro cari. Comprendiamo il senso delle iniziative da loro promosse in questi giorni e siamo disponibili ad incontri ed impegni umanitari.

Sempre ribadiremo con limpidezza, da parte nostra, l'obiettivo di fermare la guerra.

Sosteniamo l'aspirazione alla pace e all'autodeterminazione delle popolazioni invase, represse e assediate, specie nella martoriata Fallujia. Continuiamo a lottare pacificamente perché lo stato di occupazione finisca e la comunità internazionale assuma responsabilità.

Ricordiamo al governo italiano le sue responsabilità, innanzitutto quella legata alla sciagurata scelta di guerra.

Sosteniamo le iniziative parlamentari che intendono far esprimere rapidamente le Camere per il ritiro della truppe italiane e la fine dello Stato di occupazione dell'Iraq.

Il popolo della pace non si ferma.

Comitato Fermiamo la guerra


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