Tutto è cominciato il 17 luglio scorso al Comitato Direttivo della CGIL e dopo quasi nove mesi – dall’incontro e dalla fusione tra Cgil Scuola e Cgil Università e ricerca – è nata la
Federazione dei Lavoratori della Conoscenza.
Martedì 6 aprile, presente Guglielmo Epifani, Enrico Panini, poi eletto segretario generale, illustra le ragioni di un progetto politico e sindacale che ha l’ambizione di diventare il punto di riferimento di tutti coloro che lavorano e operano nel mondo dell’istruzione, della formazione, della ricerca.
Si apre quindi un nuovo capitolo nella storia del sindacalismo italiano, un processo che avrà bisogno di una serie di tappe per considerarsi concluso. Il mondo del lavoro sta cambiando, anche in questi settori, il valore strategico della conoscenza e del sapere sta cambiando, in uno scenario internazionale in cui le spinte a mercificare tutto, persino i diritti fondamentali (ad esempio istruzione e salute), si fanno sempre più aggressive.
Chi lavora nella scuola, nell’università, negli enti di ricerca, nella formazione professionale, nel pubblico come nel privato, viene da storie sindacali e professionali diverse, le cui specificità non saranno certo cancellate. Ma è la finalità del loro lavoro che li accomuna. Un lavoro che si coniuga con parole chiave della nostra cultura: diritti, libertà, emancipazione… Come ha spiegato Marco Broccati, poi eletto vicesegretario, c’è una nuova “casa comune” in cui ognuno porta tutto il suo patrimonio di esperienze.
In un’epoca in cui si vorrebbe imporre la filosofia del pensiero unico (e subalterno), in cui si vorrebbe trasformare i cittadini in telespettatori acritici, il senso di questa scelta della CGIL va molto oltre il suo significato sindacale.
I valori costitutivi della nuova Federazione sono sintetizzati nello Statuto, il testo fondamentale che l’accompagnerà fino al congresso costitutivo del nuovo sindacato. Nel primo articolo si legge che Sns e Snur intendono ricostruire l’unitarietà del ciclo della conoscenza come elemento essenziale per sviluppare politiche che rendano esigibili i diritti fondamentali ed accrescano i livelli di democrazia.