In primavera le Case Editrici andarono a caccia di insegnanti.
Rapporti umani ed editoriali si riallacciarono, il tavolo della bidelleria e lo scaffale della presidenza si ingombrarono di pacchetti cartonati.
“...l’antologia di …e la grammatica di… in questi anni sono stati un utile strumento di lavoro; oggi i brani antologici, pur se corredati da un accurato apparato didattico non rispondono più alle esigenze di un lavoro più scrupoloso e aggiornato sul piano testuale...”
Elena aveva deciso di cambiare i testi in adozione, che non le apparivano più stimolanti; ormai ci lavorava stancamente e in modo ripetitivo.
La sala professori animata da presenze discrete e petulanti, risuonava di cordialità, consigli e suggerimenti di distinti quarantenni in cravatta.
Il Signor G. della Nuova Italia salutò Elena con imbarazzo e una lunga stretta di mano, parlò di antologia a tomi e di narrativa per adolescenti... ma la nuova edizione dei Fili del Discorso se pur più agevole non la convinse.”
Il Signor C. di Le Monnier-Mursia si profuse in complimenti ed enfatizzò la preparazione di quegli insegnanti che “sapevano riconoscere le operazioni editoriali effettivamente mirate a sviluppare competenze disciplinari e trasversali, a risolvere problemi, a svolgere programmi articolati ed esaurienti...”
Effettivamente - conveniva Elena - gli ineluttabili scioperi per ‘la finanziaria’, le assemblee, gli interessantissimi incontri musicali, il cineforum, l’incontro con l’autore, la gita per le quarte e quella per le quinte, la protesta per le strutture che mancano, le influenze epidemiche, i ponti infrasettimanali, la solidarietà per i compagni espulsi, l’avvicinarsi delle festività, il rientro dalle festività, le assenze arbitrarie collettive, il viaggio in fiera senza autorizzazione, il campionato con il liceo scientifico e quello per i giochi della gioventù, il pranzo di fine anno, i festeggiamenti a chi va in pensione, le riunioni dei redattori per il giornalino d’istituto, l’incontro col Sindaco e quello con
l’esperto, il precetto pasquale, le vele della prima volta e quelle abituali, le ansie e i disagi degli adolescenti... non sempre consentivano di svolgere con strumenti inadeguati un programma articolato e giustamente esauriente”.
Le copie in saggio che si ammassavano pericolosamente in bilico sul tavolo ingombro di circolari della sala professori, promettevano ancora una volta a docenti ansiosi, facilitatori didattici e patti formativi con studenti inermi e accidiosi.
(da "Una prof qualunque"
di Giovanna Pisu Casapollo)
patrizia - 10-02-2002
|
...e il tutto come andrà a finire?................ |