Riforma della scuola: adottiamo il metodo francese!
Salvina Focoso - 22-04-2004
Anche la Francia prepara la riforma della scuola ed è oltremodo interessante capire come i nostri cugini d’Oltralpe stanno procedendo, per poi confrontare il loro metodo con quello adottato nel nostro Paese.

Poiché la scuola viene considerata un bene di tutta la collettività, in Francia si è deciso di coinvolgere tutti i cittadini in un immenso dibattito, nella profonda consapevolezza che la scuola riguarda l’identità di un Paese, il suo presente ed il suo futuro.

E’ stata quindi costituita una Commissione Nazionale indipendente, presieduta da Claude Thélot, con l’incarico di effettuare la rilevazione capillare delle esigenze di sviluppo e delle proposte di cambiamento del sistema scolastico francese. Tale Commissione è composta da 45 membri scelti dal presidente Chirac con criteri bipartisan.

Nell’arco di 6 mesi (dal 15 settembre 2003 al 15 marzo 2004) tale Commissione ha promosso 26.000 riunioni organizzate in modo da favorire la più ampia partecipazione di tutti i cittadini. E' stato aperto un sito internet (400.000 contatti) e 22 forum di discussione. Chi voleva poteva anche esprimere la propria opinione per posta (1.5000 lettere). Sono stati acquisiti documenti di associazioni e sindacati (300) e sono stati somministrati sondaggi d’opinione a campioni statisticamente rappresentativi.
Alla fine ben 2 milioni di cittadini si sono espressi sulla futura riforma scolastica. Il tutto è stato condotto con grande trasparenza. I risultati dell'indagine sono stati sintetizzati in un volume significativamente intitolato "Le miroir du débat" (pubblicato da Larousse, collana Livre de poche), e posto in vendita al prezzo di 7,50 euro. Informazioni sul "grand débat" possono essere acquisite dal sito www.debatnational.education.fr

Sulla base dei risultati del “grand débat” la Commissione appronterà un rapporto nel quale saranno contenute le proposte al Governo e al Parlamento per l’elaborazione della nuova legge quadro (loi d’orientation) sulla scuola.

E in Italia? A dispetto dello slogan che ha preceduto il varo della legge 53/03 "Abbiamo ascoltato i genitori, abbiamo ascoltato gli insegnanti, abbiamo ascoltato gli studenti", l’unica persona che la signora Letizia Arnaboldi Brichetto Moratti ha ascoltato è il sig. Giulio Tremonti. Illuminante, al riguardo, il carteggio dell'agosto-novembre 2001, inizio della gestione scuola dell'attuale governo, tra il Ministro dell'Istruzione ed il Ministro delle Finanze, che chiarisce in maniera inequivocabile come una delle maggiori preoccupazioni sia "la riduzione della spesa" (le lettere sono reperibili nel sito web ScuolaOggi). Il taglio di quasi 6.000 posti di lavoro nella scuola per l'a.s. 2004-2005 ne è una mesta conferma.

Per il lancio del prodotto “scuola secondo Moratti” sono state utilizzate le più sofisticate tecniche di marketing.

Innanzitutto occorreva presentare il “nuovo prodotto” al grande pubblico. Quale programma migliore del salotto buono del dott. Vespa? In assenza di un reale contraddittorio, il duo Berlusconi/Moratti ha potuto raccontare la favola della riforma giusta e necessaria che consentirà un notevole salto di qualità alla scuola italiana.

Sono poi seguiti (e sono ancora in corso) una serie di spot martellanti (“La scuola cresce con te”) che prefigurano una scuola molto diversa da quella di fatto disegnata dalla Riforma Moratti.

Valga per tutti l’esempio dell’inglese. Gli spot fanno credere che la Riforma Moratti ne incentivi lo studio, introducendolo sin dalla prima elementare. In realtà, sono moltissime le scuole che già da molti anni hanno inserito l’inglese sin dalla prima elementare. Prima della riforma nella scuola elementare si poteva anche arrivare, in cinque anni, a circa 429 ore di lingua straniera. Con la riforma Moratti avremo solo 297 ore, sempre in cinque anni.
Molto peggio nella scuola media. In seguito alla riforma Moratti l’inglese sarà decurtato del 45% (da 297 a 162 ore).

Se la pubblicità ingannevole è deprecabile per un qualsiasi prodotto commerciale, lo è ancor di più se riguarda la scuola pubblica, ovvero il presente ed il futuro del nostro Paese.

Se è vero che la Riforma Moratti è stata pensata per venire incontro alle esigenze degli studenti, degli insegnanti e delle famiglie (e i single o i separati/divorziati?!?), perché il nostro Ministro dell’Istruzione non si fa veramente carico delle loro richieste?
Perché anche in Italia non si segue il metodo francese e si ascoltano tutti i cittadini?
E’ opportuno segnalare che in Spagna il nuovo governo del socialista Zapatero, dopo aver posto la moratoria alla riforma imposta da Aznar, sta cercando di ripartire da "un gran debate sobre el futuro de la escuela”.


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 claudia    - 22-04-2004
Grazie per le preziose informazioni. L'indignazione aumenta per come si é trattati qui in Italia.
Ogni giorno, nei Collegi dei Docenti, ci rendiamo conto di quanto sia lontana questa riforma dal nostro modo di "vivere" e intendere la scuola. Ed é sommamente triste assistere agli sforzi della dirigenza per condurci, per traghettarci in una scuola che non vogliamo e non capiamo. Ci vien perfin detto che non dobbiamo soltanto passivamente adeguarci, bensì fare in modo che tutto proceda nel miglior modo possibile, perché questo é il nostro compito (e sono sicura che accadrà così, visto l'impegno della scuola in tutti questi anni di riforme)!
Ci saranno momenti, come quello in cui, volenti o nolenti, dovremo indicare i criteri per scegliere i tutor fra di noi! Ma come si fa a pretendere che un'intera categoria scenda a questi livelli di autolesionismo, di umiliazione per tutte le competenze acquisite da ogni maestra/o?
Poi ci saranno tanti momenti in cui dovremo andar "contronatura" nell'applicazione di organizzazione oraria e scelte di contenuti, nella valutazione: ciò che sta accadendo "degrada" e sconcerta, vista la totale assenza di rispetto e ascolto per chi vive la scuola!