Un altro pastrocchio?
Vittorio Delmoro - 14-04-2004

Sembra che l’esperienza non ci insegni nulla!

Numerose sono state nei mesi precedenti le voci di insegnanti, genitori, cittadini (organizzati o meno nei Comitati) sollevatesi per invitare all’unità, visto che (almeno a parole) siamo tutti quanti d’accordo sull’obiettivo di affossare la riforma Moratti.

Voci puntualmente disattese, visto che poi ciascuno è andato per la sua strada, i sindacati confederali ai propri appuntamenti e il cosiddetto movimento ad altri (per non parlare della politica che è praticamente assente o afasica); non si è mai realizzata in Italia un’iniziativa su cui tutti quanti ci siano ritrovati d’accordo.

Mi pare che sia ora di smetterla con queste separatezze, rispondenti a logiche estranee all’obiettivo comune, e di concordare finalmente qualcosa di unitario. E invece no! Si continua imperterriti sulle proprie strade separate.

Infatti il Tavolo Nazionale contro la Riforma, riunitosi a Bologna l’8 aprile, indice una manifestazione nazionale per sabato 15 maggio; mentre il sindacato confederale ha fatto balenare un nuovo sciopero di scuola e pubblico impiego per il venerdì successivo (21 maggio).

Allora a che gioco giochiamo?

Avremo una nuova divisione dei compiti tra il movimento che si mostra in piazza (appoggiato come minimo dalla CGIL) e il sindacato confederale che blocca le scuole (appoggiato dal movimento)? In un gioco delle parti che tende a nascondere dietro un velo di ipocrisia reali divisioni sull’obiettivo finale?

L’incontro nazionale di Parma, cui hanno partecipato 120 delegati di diverse scuole e comitati, fa un appello a insegnanti e sindacati perché la riforma muoia nelle scuole (niente tutor, niente portfolio, niente piani personalizzati, niente divisione tra ore obbligatorie e opzionali) e chiama le Istituzioni ad una raccolta di firme e il sindacato ad uno sciopero unitario; il CESP propone un forum nazionale da tenersi a maggio; Retescuole appoggia sia gli uni che gli altri; non sarebbe il caso di mettersi tutti assieme? E’ davvero così difficile?

Io credo che il nostro comune obiettivo sia così grande e così imprescindibile, che di fronte ad esso qualunque differenziazione (piccola o grande che sia) dovrebbe cedere il passo all’unità, prima di tutto sulle iniziative di carattere nazionale.


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 ilaria ricciotti    - 14-04-2004
Ecco questi sono gli insegnanti italiani ed anche chi come loro sono educatori interessati affinchè tale riforma venga "affossata". Se si continuerà ad operare in questo modo la riforma passerà, gli alunni non potranno usufruire più di certe opportunità, gli insegnanti verranno licenziati, i genitori avranno pù o meno spazi all'interno della scuola e la Costituzione verrà calpestata. Di chi la colpa? Di quanti di fatto non vogliono o non sono all'altezza di continuare imperterriti a raggiungere un obiettivo, "senza se, senza ma". Questa esperienza dimostrerà chi sono gli operatori scolastici italiani e quali capacità posseggono. Non ci si lamenti poi se a settembre la scuola subirà uno scossone talmente forte da farla crollare! C'è un lassismo prima che nelle forze politiche, nei cittadini e nello specifico tra la categoria degli insegnanti. Dove sono andati a finire tutti coloro che gridavano all'ingiustizia, perchè scavalcati dai docenti ssinni? E' la seconda volta che pongo tale domanda, senza per altro ricevere nessuna risposta.
E tutto ciò è deludente, scoraggiante ed anche ingiustificabile.