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2) Dal carteggio Adam Smith-Berlusconi
Aldo E. Quagliozzi - 23-03-2004



Riprendo la mia fatica di trascrizione della prima lettera intercorsa tra quelle eminenti personalità, lettera datata “ Glasgow, 9 dicembre 1993 “, con una grande consapevolezza, ovvero della meritoria mia opera di divulgazione di inestimabili documenti che la storia patria non può assolutamente disconoscere.
Mi correggo, non solo la storia patria non può permettersi di privarsi di cotanta testimonianza, ma anche il pubblico non inclito, ovvero l’uomo della strada merita di assaporare le dotti disquisizioni contenute di certo in questa come in tutte le altre lettere che successivamente la buona stella sottoporrà alla mia attenta lettura.
Scriveva quindi quell’illustre discendente di quell’illustrissimo liberale che fu Adam Smith, sempre vergando al suo lontano, geograficamente parlando, corrispondente:

( … ) Per vostra fortuna, avete una magistratura che, pur avendo in passato colpe gravi di connivente indulgenza – o quanto meno d’indifferenza – verso un potere politico disonesto, ha saputo cogliere il momento in cui era indispensabile procurarsi le prove del malaffare per aprire indagini approfondite sui meccanismi della corruzione pubblica, e per processare i ladri di Stato.

Personalmente concordo con tutti gli osservatori italiani e stranieri che indicano nella giornata del 17 febbraio 1992 – arresto di Mario Chiesa a Milano, da parte del giudice Antonio Di Pietro – l’inizio della svolta moralizzatrice che, portando alla caduta del vecchio regime, ha creato le condizioni perché ora Lei possa decidere d’impegnarsi direttamente in politica e – se necessario – puntare alla guida di un futuro governo liberale.

( … ) Devo confessarLe il secondo ma non secondario motivo dell’ammirazione che nutro per Lei. Il Milan.

( … ) Da quando Lei è presidente del Milan, la squadra è la migliore d’Europa e forse del mondo, perché Lei ha trasmesso il Suo dinamismo vincente ai giocatori, ai tecnici, persino ai tifosi.

Lo sport non è cosa futile, come pensano gli intellettuali sussiegosi, perciò non ho bisogno di scusarmi se fra le componenti della mia ammirazione per Lei, alla comune cultura liberaldemocratica, si aggiunge il tifo per Baresi, Maldini, Donadoni, eccetera.

Se, come spero, Lei uscirà vincente dalle prossime elezioni politiche e, divenuto capo di un governo liberale, rinuncerà alla presidenza del Milan ( !!! n.d.r. ) per non essere accusato di utilizzare in politica uno strumento improprio di ricerca della popolarità, da tifoso mi auguro che nel Suo intimo continuerà a seguire la squadra con la stessa passione di quando l’ha costruita, pezzo dopo pezzo.

( … ) Nella speranza che Lei sciolga presto la riserva e decida l’arduo passo verso l’impegno diretto in politica, per la creazione in Italia di una genuina democrazia liberale, Le porgo il mio deferente saluto. Adam Smith “ ( da “ Lettere di Adam Smith al Cavalier Berlusconi “ - 1995 – Laterza )




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