Meno compiti e più giochi per i bambini. Questo il messaggio lanciato da “Cosa farò da piccolo/a”, la conferenza nazionale su infanzia e adolescenza promossa oggi a Roma dai Democratici di Sinistra, cui hanno partecipato, tra gli altri, Piero Fassino, segretario dei Ds, Sergio Cofferati, candidato sindaco di Bologna, Anna Serafini, responsabile della Consulta Ds Infanzia e Adolescenza “Gianni Rodari”, Giovanni Bollea, padre della neuropsichiatria infantile italiana, il pediatra Franco Panizon e la psicologa Maria Rita Parsi. “Nella nostra società – ha spiegato Anna Serafini nel suo intervento di apertura – insieme al regredire della natalità si sono affermate due tendenze nel modo di concepire l’infanzia. Una è quella della drammatizzazione delle condizioni dei bambini, sempre più avvertiti come centro di rischi e preoccupazioni, piuttosto che di possibilità e potenzialità, la seconda è quella dell’ingessatura, anche istituzionale, di tutto il processo di vita dei bambini, sempre più segnato da tappe, ambienti, esperienze e perfino amicizie rigidamente precostituite dagli adulti e sottoposte alla loro incessante vigilanza”.
Da qui le critiche alla maggioranza di centrodestra. “Il filo conduttore delle proposte del governo, dalla Moratti a Castelli – ha aggiunto infatti Anna Serafini – ruota intorno alla restrizione del tempo dell’infanzia e dell’adolescenza. Ne sono esempi significativi l'anticipo delle diverse tappe del percorso educativo, che inizia dai due anni e mezzo delle scuole dell'infanzia e si conclude con la riduzione dell'obbligo e del tempo delle scelte successive, e l'abbassamento dell'età della punibilità con l'ingresso, allo scadere dei 18 anni, nel sistema penitenziario degli adulti. Questo impianto non trova nessun appoggio in qualsivoglia dato statistico, e segnala una paura a cui ci si arrende. Una concezione meno ansiosa e più serena dell'infanzia non solo è possibile, ma anche auspicabile, così come è possibile e auspicabile un'infanzia al tempo stesso più libera e intensamente vissuta dai bambini tra i bambini. In ciò sta anche la chiave per un passaggio dolce e consapevole, anziché duro e improvviso, nell'adolescenza”.
Un concetto, quest’ultimo, ribadito anche da Francesco Tonucci, ricercatore del Cnr e fondatore del laboratorio “Città dei bambini”, che ha sottolineato come “per diventare dei buoni adulti l'autonomia e il gioco nell'esperienza infantile sono necessari. L'autonomia e il confronto con il rischio rappresentano un bisogno della salute, ma allo stato attuale il gioco è stato quasi completamente sopraffatto dai doveri scolastici”. Per Tonucci è anche fondamentale che “ le città siano aperte, accoglienti e disponibili. La possibilità di uscire di casa è l'unico modo per evitare una sovraesposizione dei bambini alla televisione e per garantire una maggiore sicurezza nelle strade. Se le città diventeranno a misura di bambini, infatti, saranno più belle e vivibili per tutti. Giustificare i mancati interventi in questo senso con la carenza di fondi è sbagliato perché, come ha spiegato il segretario dell’Onu, Kofi Annan, ogni dollaro investito a favore dell’infanzia garantisce un risparmio futuro pari a sette dollari”.
A questo proposito, Anna Serafini ha ricordato che “l'Italia in Europa è il paese che spende meno, lo 0,9 per cento del Pil, per le politiche dell'infanzia e della famiglia. I più grandi paesi spendono più del doppio e questo è un problema, il problema. Un'inversione di tendenza, consistente e programmata, è una priorità assoluta, così come costituisce una priorità ricostruire il fondo per le politiche dell'infanzia, istituito dai governi di centrosinistra è soppresso da quello attuale. La seconda priorità riguarda, invece, il riequilibrio tra sud e centro-nord. Per contrastare la concezione del federalismo come pura devolution, che tende a stabilizzare differenze e marginalità, sono necessari un fondo vincolato e una Carta dei diritti dei bambini e degli adolescenti”.
Segnalato da Rolando Borzetti che ci invia anche un interessante documento di Alfredo Carlo Moro, presidente del Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per l'Infanzia e l'Adolescenza di Firenze, intitolatoBAMBINI COME RISORSA: dalla pubblicità al lavoro nero nell'uso egoistico dei figli.