L'assassino siede alla destra del suo dio
Aldo Ettore Quagliozzi - 19-03-2004
L’Associazione dei parenti delle vittime dell’11 settembre condanna incondizionatamente l’illegale, immorale e ingiustificata azione militare
Usa in Iraq.




Come familiari delle vittime dell’11 settembre sappiamo cosa si prova a essere scioccati e intimoriti, e non vogliamo che altri innocenti soffrano il trauma che noi abbiamo già provato.

Pur condannando il terribile e dittatoriale regime di Saddam Hussein, non possiamo giustificare morte e distruzione che il nostro governo sta per far ricadere sul popolo iracheno.

19 marzo 2003
September 11 Family Members




Iraq: 19 marzo 2003 - 19 marzo 2004.

Alla memoria di tutte le vittime innocenti “dall’aggressione umanitaria “ delle sedicenti società democratiche e progredite, dedico i versi di Ivan Della Mea apparsi sul quotidiano “ l’Unità “ del 27 settembre 2001, sedici giorni dopo la drammatica vicenda di grattacieli di New York.


“ ( … ) Il dio di Cortez e di Pisarro era un dio genocida sì e il mio cuore ancora cerca i suoni di un “ condor pasa “ libero su Ande libere.

Il dio del generale Custer era un dio idiota, e presuntuoso e assassino sì e il mio cuore è ancora sepolto a Wounded Knee.

Il dio di Hitler era un dio sterminatore sì e gemello del dio Stalin e il mio cuore ancora non trova pace tra i campi di sterminio nazisti siccome tra i ghiacci dei gulag siberiani.

Il dio di Osama Bin Laden è un dio sanguinario sì e il mio cuore smarrito cerca ancora di ritrovarsi e di capirsi tra le macerie delle Twin Towers. ( … )”


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 Aldo E. Quagliozzi    - 19-03-2004
19 marzo: un altro anno

Nei duri tempi che ci è dato di vivere torna a nostro conforto rileggere i passi indimenticabili scritti da coloro che hanno la magia di rendere il tempo come sospeso, e di conservarci la tranquilla illusione che forse tutto, un giorno, possa essere migliore e più giusto.
Ed in questa data, divenuta di morte per tante e tante innocenti umane creature, schiacciate ed annullate dalla intelligenza delle armi mostruose delle civiltà più avanzate, che alla loro sorda potenza si appellano e si affidano per stabilire o ristabilire inutili ed ingannevoli primati, un passo dello scrittore Federigo Tozzi, tratto dal suo scritto “ Con gli occhi chiusi “, ci riporta in uno stato di estasi inebriante che allontana dai nostri orecchi il fragore delle armi, dai nostri occhi la visione quotidiana della morte, e rinserra nelle nostre coscienze la non ancora perduta convinzione che solo la potenza della pace e del dialogo consentirà di aprire scenari di pace e di progresso per tutte le genti di questo pianeta, un granello nel cosmo infinito.

( … ) Un altro anno; e s’era alla fine di marzo, il giorno di San Giuseppe.

Da Poggio a’ Meli s’udivano gli scampanii, che si rimescolavano alla rinfusa nel cielo come un suono che crescesse sempre, quasi immobile, con una romba grave.

E a Pietro era venuta un’allegria insolita, un’allegria simile ad un benessere troppo forte, che lo faceva più nervoso.

Vorrei parlare di questi indefinibili turbamenti del marzo, a cui è unita quasi sempre una sottile voluttà, un desiderio di qualche bellezza.

Questi soli ambigui, questi cinguettii ancora nascosti e che si dimenticano presto, queste nuvole biancheggianti che sembrano venute prima del tempo!

E le foglie secche, che sono ancora sopra i grani germogliati, mescolando il pallore della morte con il pallore della vita!

Queste foglie di tutte le specie, che si trovano ancora sopra l’erbe per rinnovarsi; le piante potate, e i loro rami e i loro tralci, sparsi a terra, che saranno portati via per sempre!

E questi rami secchi tagliati dai frutti, che esitano ancora a fiorire sulle rame nuove! ( … )