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L’inganno quotidiano
Frilli editori - 16-03-2004


Associazione Ligure dei Giornalisti 1903-2003
Progetto Senza Veline, Diritti Legalità Informazione, Cento anni di sindacato dei giornalisti
e Fratelli Frilli Editori


presentano il libro-ricerca
"L’inganno quotidiano"
i media, l’informazione e i diritti umani
a cura di Stella Acerno
in collaborazione con Valentina Tamburro
Fratelli Frilli Editori

Il libro, realizzato con il sostegno del Comune di Genova, assessorato alla Città Educativa ed Istituzioni Museali, e della Provincia di Genova, assessorato all’Istruzione e all’Offerta Formativa, presenta i rapporti di Amnesty International, International Council on Human Rights Policy di Ginevra, Reporter Senza Frontiere, Osservatorio di Pavia; lo studio di Roberto Pellerey (Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Genova, M. Assunta Zanetti e Stefano Rossi (Dipartimento di Psicologia dell’Università di Pavia); gli interventi di Massimo Calandri (“La Repubblica”), Erika Dellacasa (vice direttore de “Il Secolo XIX”), Francesco Martone, Angela Burlando, Alessandra Ballerini, Valentina Tamburro, Marco Delucchi; interviste a Giulietto Chiesa, Nando Dalla Chiesa, Giuseppe Giliberti, Monsignor Cesare Mazzolari, Ennio Remondino.

“L’inganno quotidiano” racconta come i media affrontano vari temi legati ai Diritti Umani e come si possono imparare a leggere i giornali e guardare i telegiornali senza diventare strumenti passivi della manipolazione quotidiana e delle menzogne di chi intende condizionare la libertà e la dignità dell’informazione.
Attraverso questo lavoro si è cercato di comprendere con quali caratteristiche si presenta oggi, rispetto a qualche anno fa, nei media nazionali e internazionali la qualità e la trattazione delle notizie riguardanti la libertà di informazione, i diritti dei minori, l’ immigrazione e l’asilo politico, le violazioni nella guerra tra U.S.A. e IRAQ e le gravi violazioni dei diritti umani in altre parti del mondo.

Alcuni contributi tratti dal libro “L’inganno quotidiano”

“I media in generale, e l’informazione giornalistica e televisiva in particolare, non sono né formativi né esaurienti nel trattare i temi legati ai diritti umani, questo è quanto emerge dal pareri di esperti. Quindi l’educazione all’informazione deve cominciare a scuola. Ma gli insegnanti dovrebbero essere aiutati in questo difficile compito... Si tratta di porre delle basi per prevenire il verificarsi di gravi situazioni di violazioni dei diritti umani, ma a partire dalla coscienza di ciascuno di noi.” (dalla Premessa di Stella Acerno - Commissione Diritti Umani e Intercultura).

“Al momento attuale i media appaiono più sensibili alle questioni legate ai diritti umani. Ma il giudizio cambia se da una percezione superficiale, si passa all’esame della qualità della copertura mediatica. Esame che evidenzia come, innanzitutto, i diritti umani facciano sì parte dell’informazione ma non ne costituiscano quasi mai l’elemento motore. È la citazione a prevalere piuttosto che la trattazione e l’analisi approfondita dei temi dei diritti umani in quanto tali, cosa che, sottolinea l’International Council on Human Rights Policy di Ginevra, ostacola la qualità dell’informazione. E la qualità dell’informazione gioca un ruolo decisivo nella formazione della conoscenza e della coscienza del pubblico….La maggior presenza dei diritti è confermata anche dai professori Pellerey e Pastorino, ma è una presenza “condizionata da motivazioni polemiche esterne al valore proprio del diritto”. Vale a dire, i diritti umani hanno ragion d’essere richiamati solo in funzione delle strategie generali delle testate giornalistiche, della possibilità che questi offrono di “confermare o giustificare e comprovare l’interpretazione del mondo, le visioni generali dei motori esplicativi dei fatti, sostenuta e promossa dalle testate”… La professoressa Zanetti ci descrive un quadro assai poco edificante: strumentalizzazione dei media per sensibilizzare l’opinione pubblica, violazione della Convenzione di Ginevra per la divulgazione di immagini di prigionieri di guerra, uso propagandistico dell’informazione rispetto ai presunti legami tra Iraq e al-Qaeda sul tema delle armi proibite nelle mani del dittatore iracheno.
…Forse lo spirito di questa operazione è ardito, ma è proprio quello di cui necessitano sempre le imprese coraggiose e pionieristiche. Le naturali conclusioni sono indicate da Giuseppe Giliberti: esiste un deficit culturale sui temi dei diritti umani che va colmato intervenendo nei processi formativi, dalle strutture scolastiche di base fino alle scuole di formazione della professione di giornalista” (dalle conclusioni di Massimo Persotti - Amnesty International).

“Non credo proprio che si possa vedere come positiva l’attenzione dei media rispetto a questi temi, considerati “non notizie”.…Credo che la copertura di questi temi sia assolutamente inadeguata. Chiaramente ad essere più arretrato è il giornalismo elettronico, visivo: in parte per ragioni tecniche e in parte per suo demerito vero e proprio. Non è il problema dell’incompatibilità con il singolo giornalista, è il problema del mercato: il parossismo che privilegia la quantità rispetto alla qualità, che è l’input editoriale prevalente, costringe a compiere delle scelte di basso profilo.” (dall’intervista a Ennio Remondino).

“Sono passati oltre due secoli, ma i paesi al mondo nei quali si può dire siano veramente riconosciuti il diritto di espressione e la libertà di stampa sono una trentina. Nei restanti 150 queste libertà sono pressoché sconosciute. Tra questi, poi, vi sono 21 paesi che addirittura utilizzano ogni mezzo per reprimere la libertà di stampa e i diritti fondamentali dell’uomo, fino ad arrivare a macchiarsi di crimini contro l’umanità.. Nel 2001 i giornalisti uccisi sono stati 31, 489 quelli indagati, 716 quelli aggrediti o minacciati e 378 i media censurati. Nel 2002 la situazione è peggiorata, soprattutto per i dati tendenziali: 31 giornalisti uccisi, 692 indagati, 1.420 aggrediti o minacciati e 389 i media censurati“. (Domenico Affinito - Reporter Senza frontiere).

“…Purtroppo, le 'tendenziose falsità' si dimostrarono tutte vere. E l’inchiesta venne archiviata. I giornalisti devono continuare ad essere protagonisti, nonostante la raffica di avvisi di garanzia partiti dalla stessa Procura di Genova, che attraverso il procuratore aggiunto Giancarlo Pellegrino è arrivata anche a chiedere la chiusura di un quotidiano - il Corriere Mercantile - sottoposto ad un’umiliante ed intimidatoria perquisizione da parte degli agenti della Digos genovese. Devono continuare a testimoniare, nonostante le querele sottoscritte dai super-poliziotti che si ritengono «diffamati» per il solo fatto che sui giornali sono state rese note le perplessità (eufemismo) nutrite dai giudici” (Massimo Calandri - La Repubblica).

Per informazioni contattare
Ludovica Schiaroli
ufficio stampa Fratelli Frilli Editori
tel 010 3074224 - fax 010 3772845


A cura di Stella Acerno
Titolo L'inganno quotidiano
I media, l'informazione e i diritti umani
Collana In Movimento
Formato 14 x 21 cm
Pagine 220
Prezzo Euro 14,50
Editore Fratelli Frilli Editori
ISBN 88-7563-025-9


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