breve di cronaca
Torino, il Ministro Moratti promette un piano e fondi per l'Università
La Stampa - 30-01-2002
«L´Università deve recuperare efficienza»

. E´ uno degli imperativi del progetto che il ministro Letizia Moratti ha illustrato ieri al Lingotto, alla cerimonia d´inaugurazione dell´anno accademico dell´Università degli Studi di Torino: accolta dalla protesta di un gruppo di studenti e di lavoratori della Cgil, la "lady di ferro" del governo Berlusconi ha annunciato un piano per gli atenei che prevede investimenti in co-finanziamento per 720 milioni di euro - 1380 miliardi di lire -: lo Stato erogherà 10 milioni di euro per favorire l´internazionalizzazione delle università, e oltre 350 (680 miliardi di lire in tre anni) per costruire residenze per gli studenti.
La cerimonia è partita dalle parole del rettore Rinaldo Bertolino, che ha lamentato la povertà di stanziamenti per gli atenei, e in particolare di quello torinese: si aspettava circa 15 milioni di e (circa 30 miliardi) in più di quanto stabilito dalla finanziaria ed è stato costretto a predisporre all´ultimo tagli pesantissimi al bilancio del 2002; Letizia Moratti ha esordito tra le polemiche contro le ipotesi di modifica dello Statuto dei lavoratori e le ristrettezze dei fondi per didattica e ricerca: "Non ho paura delle critiche, se costruttive", ha ribattuto il ministro, e le ha fatto eco il rettore, che la difende dalla protesta: "Siamo abituati ad ascoltare ogni riflessione, ma non ci riconosciamo nell´inciviltà".
Di fronte ad un pubblico da grandi occasioni - in prima fila anche Umberto Agnelli e Gabriele Galateri - con una delegazione di rettori giunti dalle università di Genova, Perugia, Brescia e Lecce, oltre che dal Molise e dal Politecnico torinese, il ministro, che ha terminato il suo intervento tra gli applausi, ha spiegato che "il passaggio dall´università di élite a quella di massa è irreversibile, ma s´è accompagnato ad una perdita d´efficienza che va colmata. Quarant´anni fa gli studenti erano un sesto di quelli attuali, ma il 70% arrivava alla laurea, con una percentuale di fuori corso assai più bassa di quella odierna"
. Particolarmente grave è poi il ritardo dell´internazionalizzazione: "L´83% degli universitari conclude gli studi senza aver fatto alcuna esperienza all´estero; troppo pochi conoscono le lingue straniere, e i programmi comunitari come Socrates ed Erasmus coinvolgono appena l´8% dei ragazzi".
Altra nota dolente, quella dei collegi e delle residenze per studenti: "L´attrattiva delle sedi universitarie deriva dall´eccellenza degli studi e della ricerca, ma anche dalla qualità delle infrastrutture. Oggi i posti letto sono appena 30 mila"
. Di qui il piano straordinario da 10 milioni di euro per favorire progetti che coinvolgano partners stranieri, e "da 702 milioni di euro per realizzare 10 mila posti nei collegi nei prossimi tre anni". Una notizia che ha suscitato in serata la reazione dell´ex ministro Luigi Berlinguer (responsabile ds scuola e università): "Quel piano da 680 miliardi era stato predisposto dall´Ulivo, che aveva già varato anche i decreti attuativi: il governo aveva sinora bloccato la legge, e siamo curiosi di comprendere la ragione di questo lungo ritardo". Se sul blocco del provvedimento è annunciata anche un´interrogazione parlamentare urgente dei Verdi, per il ministro Moratti la riforma dell´università varata dall´Ulivo "Va mantenuta, ma governata". Rispondendo all´intervento del presidente del Senato studentesco torinese, Stefano Meneghello, che ha parlato della nascita "di nuovi corsi di laurea poco chiari per le possibilità lavorative", il ministro ha sottolineato che "la riforma ha portato con sé anche una proliferazione di profili formativi: alcuni sono troppo deboli, perché non consentiranno agli studenti d´inserirsi con successo nella società. So, ad esempio, di lauree sulle Scienze del fiore e del verde , o Il linguaggio umanistico del web , che andranno forse riviste"
. Se Meneghello ha rilevato che "A fronte del varo della riforma, sono immediatamente aumentate le tasse", ai ragazzi il ministro ha promesso più attenzione: "Sono troppo spesso soli nel passaggio dalla scuola all´università, e nella scelta decisiva del primo inserimento nel mondo del lavoro. Dobbiamo affiancarli e sostenerli di più. L´università ha il delicato compito di formare le nuove classi dirigenti: un obiettivo che non possiamo fallire, se si vuol fare del capitale umano la risorsa strategica per il futuro del paese"


Giovanna Favro


  discussione chiusa  condividi pdf