ANCORA UNA VOLTA GLI INSEGNANTI DI EDUCAZIONE TECNICA NEL MIRINO DEL GOVERNO.
Sembra essere piombati nuovamente nel lontano anno 1986 quando, per colpa dell’allora ministro della P.I., senatrice
Franca Falcucci, si voleva a tutti i costi dimezzare l’incolpevole organico degli insegnanti di Educazione tecnica i quali avevano avuto il solo torto di dover applicare, nella loro quotidianità scolastica, quei nuovi programmi ministeriali, talmente operativi (basta, a tal uopo, dare anche oggi una sbirciatina ai suddetti programmi tuttora vigenti…) da necessitare la presenza di
due docenti per classe, come previsto, del resto, dalle riforme scolastiche nel tempo succedutesi, nel giro di quasi un decennio (
quella del 1962, che unificò la scuola media eliminando l’Avviamento professionale e quella del 1977 intesa, pure, come Miniriforma).
Proprio nel suddetto periodo (1986), dunque, era stato inserito un apposito articolo (
il famigerato art.9) nella politica finanziaria del tempo, con lo scopo di dimezzare l’organico degli insegnanti di Educazione tecnica, disciplina di recente istituzione sorta dalle ceneri dell’ormai superato Avviamento professionale. Questa manovra, però, non ebbe il risultato sperato dal governo per la ferrea opposizione di gran parte dei politici, anche della maggioranza, scaturendone così la conseguente caduta della compagine governativa.
Coincidenza vuole che anche allora, come in questo periodo, fosse dibattuto pure il grande problema dell’ora di Religione da inserire nei programmi scolastici a tutti i costi.
Utilizzando un termine calcistico si può affermare che la prima partita del girone di andata, di questa battaglia Finanziaria si concluse con il risultato di uno a zero a favore dell’Educazione tecnica che viene, ahimè, sconfitta nel girone di ritorno dalla successiva Finanziaria e dal ministro della P.I. di turno, onorevole Giovanni Galloni, soddisfatto di aver reso precari oltre 25.000 docenti di E.T. divenuti, di colpo, soprannumerari dopo tanti anni di insegnamento e di innumerevoli sacrifici: questo l’aspetto più grave di siffatta nuova situazione oltre, ovviamente, l’aspetto pedagogico-didattico non più rispondente alle richieste ed alle necessità insite nei recenti programmi ministeriali della legge 348.
I danni, oltre l’aspetto occupazionale, furono veramente devastanti anche dal punto di vista psicologico poiché, senza colpa alcuna, il povero docente ha dovuto peregrinare per anni da una scuola all’altra della propria provincia (quando ciò era possibile); per non parlare di quelli che, essendo soprannumerari, venivano impiegati giornalmente in continue e mortificanti supplenze selvagge al fine d’intrattenere gli allievi delle più svariate classi privi dei propri insegnanti curriculari (di qualsiasi disciplina) del giorno.
Se questo vi sembra poco…!
Oggi, nell’anno 2.004 del Signore, mentre la situazione dell’ora di Religione è completamente mutata nel senso positivo (bontà e forza dell’attuale governo che, diciamolo pure, con i preti e con la Chiesa ci sa fare…e, non potendo rifare un altro Concordato del tempo che fu, che ti fa? T’inserisce la Religione nella scuola).
Poiché i soldi della finanziaria non sono sufficienti, i nostri governanti, per l’ennesima volta, richiamano i soliti laboriosi e fruttuosi insegnanti di Educazione tecnica affinché paghino gli errori procurati dalla solita maldestra politica scolastica. Verrebbero, così, ridotte ulteriormente le attuali tre ore di questa importantissima disciplina ad una sola ora di lezione.
MENTRE NEL MONDO LA TECNOLOGIA FA PASSI DA GIGANTE, NELLA SCUOLA MEDIA ITALIANA VIENE RIDIMENSIONATA (PER NON DIRE...DISTRUTTA!)
Così, mentre proprio in questi giorni, a spron battuto, viene strombazzata ai quattro venti l’introduzione della tecnologia digitale nelle reti televisive italiane come, giustamente, una delle più grandi conquiste tecnologiche della nostra Era (…in concomitanza con le meravigliose fotografie che ci giungono dal pianeta Marte), cosa ti fa la scuola italiana che deve preparare i futuri cittadini del mondo? Ti elimina quasi del tutto ed in maniera drastica, mortificandolo ancora una volta, l’Asse culturale tecnologico vigente, da circa mezzo secolo, nella scuola media.
Nel mirino della politica del risparmio tutte le altre discipline di tipo operativo: dovranno, difatti, svolgere le lezioni in poco più di un’ora alla settimana, l’Educazione musicale, l’Educazione artistica e l’Educazione fisica.
Con questo criterio, anche la qualità del processo formativo degli allievi andrebbe a farsi strabenedire (mi scusino i colleghi di Religione se uso questo termine un po’ …improprio!) poiché non più al passo coi tempi ma solo a vantaggio del risparmio a tutti i costi.
Mi si consenta di chiudere con un’amara ma realistica considerazione dicendo che, una scuola povera è segno di …povera Democrazia!
P.S. Che fine faranno i numerosissimi nuovi soprannumerari di Educazione Tecnica che si verrebbero a creare nella scuola media?
E quelli delle altre discipline?
Un ritorno al passato veramente indecente, altro che scuola all’avanguardia!