annarita tiezzi - 14-03-2004 |
sono invece convinta - avendo sentito pareri diffusi nel mondo della scuola - che l'adesione allo sciopero del 26 sarà più ampia anche nella scuola proprio perchè si tratta di uno sciopero generale di tutte le categorie e contro i molteplici obbrobri di questo governo. |
Cucciniello Antonio - 14-03-2004 |
In un precedente intervento ("Lotta sì.....ma che sia unitaria"), dopo alcune riflessioni sullo sciopero dei Cobas del 1° marzo, avevo cercato di delineare un percorso di lotta che: tenesse conto dei diversi livelli di consapevolezza dei docenti e della necessità di utilizzare l'arma dello sciopero in modo oculato (dall' insediamento del Governo Berlusconi una buona parte dei lavoratori della scuola ha già partecipato a quattro scioperi); "valorizzasse" la manifestazione di Roma del 28 febbraio facendo assumere alla questione scuola, nell'assemblea dei delegati dei Sindacati Confederali del 10 marzo, una rilevante importanza e la valenza che, in determinate situazioni, merita (al pari delle pensioni e dello sviluppo economico che, per inciso, non potrà mai esserci senza una scuola degna di questo nome o con la scuola targata Moratti); inserisse in modo visibile e con la propria specificità (cortei unitari dei lavoratori della scuola, partecipazione ai comizi, assemblee serali con i genitori ed altri lavoratori) lo sciopero della scuola all'interno dello sciopero generale che i Sindacati Confederali minacciavano da diversi giorni. Dalle informazioni in mio possesso, a me pare che, nell'assemblea, sia Epifani e Pezzotta (che hanno partecipato alla manifestazione di Roma) che Angeletti (nella trasmissione "Porta a Porta", la sua preparazione sul "Tema" scuola era, a dir poco, superficiale e non adeguata ad un confronto televisivo con "vespe" e "calabroni" del calibro di Berlusconi ) abbiano fatto generici cenni alla questione scuola e, nelle successive dichiarazioni ai giornalisti, l' abbiano addirittura dimenticata. Inoltre non è sufficiente, nel documento approvato dall'assemblea, il paragrafo sul legame sviluppo - scuola per far capire agli altri lavoratori le finalità delle "martellate" di questo Governo alla scuola pubblica e tutto ciò mi lascia molto perplesso ed amareggiato (non sono iscritto ad alcun sindacato ma ho sempre considerato importante, per la difesa dei diritti dei lavoratori, l' esistenza di un forte sindacato unitario che si preoccupi decisamente anche dei problemi relativi alla formazione e all'istruzione). Spero che nei prossimi giorni i dirigenti sindacali come Panini, Colturani, Di Menna, le Associazioni dei docenti e dei genitori, i lavoratori facciano sentire la "voce" della scuola e rendano consapevoli i Segretari Confederali della necessità di inserire la scuola tra i problemi su cui si tratterà con il Governo (se non si riuscirà ad ottenere il ritiro del Decreto Legislativo, si chieda quantomeno la sospensione dello stesso per permettere, a tutti i livelli, un vero confronto), di assumere il bellissimo slogan della marcia di Barbiana del 16 maggio "Ripartiamo da Barbiana: una scuola con il tempo per pensare, per provare, per crescere" come titolo di una piattaforma seria per appoggiare la mobilitazione contro la Riforma Moratti, per una diversa riforma che si ponga il problema di un tempo scuola disteso, lento che permetta a tutti, docenti ed alunni, di pensare e riflettere anche sulla guerra, sulla pace, sul terrorismo e di non limitarsi solo a qualche minuto di silenzio. Ultima considerazione: lo spostamento dello sciopero della Gilda dal 29 al 26 marzo è, a mio parere, un atto di grande responsabilità e un buon segnale per una lotta che sia il più possibile unitaria ed incisiva. Cucciniello Antonio |
glspano - 14-03-2004 |
La scuola ha bisogno di uno sciopero UNITARIO ma che sia solo della scuola altrimenti la moratti non se ne accorgerà. VOGLIO UNO SCIOPERO DELLA SCUOLA!!!!!!!!!!!!!!!! |
Insegnanti scuola Carlo Palli di Ge-Quarto - 17-03-2004 |
L'importante é ESSERCI, partecipare il nostro dissenso ad una riforma che annulla un lavoro trentennale in difesa della propria professionalità, della scuola di tutti, e per tutti intendiamo anche i disabili, di cui non si sta parlando, ma che saranno i primi a pagare le conseguenze dei cambiamenti previsti. Capiamo bene che i media parleranno più di pensioni, che di scuola, ma noi ci auguriamo che i "numeri" giungano a chi di dovere, anche se siamo ben coscienti che l'arroganza di questo governo se ne infischierà dei nostri sacrifici. |